"Hei Combà"

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Michele Lupi
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"Hei Combà"

Messaggio da Michele Lupi »

Riflessione di Claudio Filippini trovata per caso su Internet...ma che in gran parte condivido.

"Riflessione della sera: sembra che il jazz nel 2015 in Italia debba per forza essere articolato, complesso, spigoloso. Pare che tutti vogliano seguire il filone americano e complicarsi la vita a tutti i costi. “Eh ma a New York suonano tutti da paura”, ti dicono. Secondo me a New York c’è anche chi (perdonatemi il termine) fa cagare. Io con New York non c’ho mai avuto a che fare e sinceramente non me ne frega niente. È una realtà che non mi appartiene. Non ascolto quella roba, non ne sento il bisogno. Semmai mi scervello a trovare la mia storia, mi guardo allo specchio e (oltre a sputarmi in faccia) mi chiedo: “Chi sono? Da dove vengo? Qual è la mia storia? Cosa ho di bello da dire agli altri?”
Sembra quasi che vogliano far passare il concetto di “complicato” come sinonimo di “moderno”. Come se la difficoltà fosse direttamente proporzionale alla bellezza. Qui sono tutti fieri di essere italiani ma poi dicono “Hey man” anche al fruttivendolo. Ormai tutti sono impegnati a suonare accordi indecifrabili su tempi difficili, ognuno nel proprio giardinetto però, come se ognuno chattasse con il proprio smartphone anziché parlare con gli altri. Mi sembra che la comunicazione con il pubblico lasci il posto ad una (scusate anche qui) grande sega. Mi capita di ascoltare dei temi brutti, che non canteresti mai sotto la doccia. Da dove escono questi temi che durano un eternità e che alla fine neanche ti ricordi come fanno? Troppa varichina nel collutorio?
Detto questo chiudo questo post e scendo dal treno perché sono arrivato a Roma e prenderò la metro che probabilmente si romperà alla seconda fermata. Buonanotte “combà” (non “Hey man”)"


Trumpet - Brasson
Mouthpiece -Bach 3CW
stefano bartoli
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Re: "Hei Combà"

Messaggio da stefano bartoli »

Condivido in parte questa riflessione, credo che se approfondissimo l'argomento ne verrebbero fuori pro e contro. Però tendo a sottolineare la parte che condivido ma non per auto assolvermi ma perchè da sempre difendo la bellezza quasi infantile di molti temi di Rava anni 80 o del primo Fresu, li ho sempre sentiti vicino al mio sentire.

Adoro al contempo Russell, Monk, Mingus, Sun Ra etc e da musicisti mi ci scorno con quella roba ma alla fine il mio mood torna su quelle cose di Rava come Snow, Bellflower, Bella, Le but du souffle, Visions etc. Non c'è nulla da fare le origini comuni hanno evidentemente il loro peso.

Tutte le volte che ho seguito questo istinto ho scritto temi "convincenti" quando invece ho provato a seguire la scrittura dei vari americani, ho finito per cercare accordi e intervalli complessi perdendo quasi sempre la bellezza della semplicità.

Ed è allora che ti chiedi "Devo scrivere roba complessa o roba bella?..." (E qui ognuno faccia le sue scelte)


Trovo cmq questo post molto bello, mi auguro che "scateni" discussione e confronto e cmq a mio parere è questo tipo di post che fa la qualità di un forum.

Grazie della riflessione e di averla postata.


Ciao
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yanez
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Re: "Hei Combà"

Messaggio da yanez »

 
stefano bartoli ha scritto:Ed è allora che ti chiedi "Devo scrivere roba complessa o roba bella?
La seconda che hai detto...
A parte gli scherzi, condivido in pieno ciò che dice Filippini: mille volte meglio un brano semplice ma che emoziona o fa ballare o solamente piace, invece di brani complicati buoni solo a dimostrare il proprio virtuosismo ma che annoiano profondamente.
Se io fossi bravo, il tecnicismo lo butterei dentro ma a piccole dosi.
C'è gente ai concerti che non distingue il basso dalla chitarra, figurati se sentono che stai improvvisando su un accordo semidiminuito con la nona minore... :)
stefano bartoli
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Re: "Hei Combà"

Messaggio da stefano bartoli »

Il mondo non sarà mai più quello che abbiamo conosciuto in passato, noi e ancor più le generazioni che ci hanno preceduto. La tecnologia, la possibilità di spostarsi da un continente all'altro di oggi erano sconosciute all'epoca di Monk o cmq non erano a questi livelli di oggi.
Questo insieme ad altre cose social culturali fece si che certi stili prendessero forma da certe identità e certe "tradizioni"
E' vero che nel jazz il ritmo gli accordi estesi e la forma vengono da continenti che non sono l'America del nord ma è altrettanto vero che fu li che la miscela ebbe luogo, con popoli provenienti da tutto il globo ma cmq fu a New Orleans che avvenne.
Oggi leggo di un pianista romano contemporaneo, Antonio Faraò (che a me piace moltissimo) "Forse il pianista italiano, più americano che abbiamo" E mi chiedo ma questo è un complimento? Ognuno farà le sue valutazioni ma io dico che quando si diceva (anni 80) che Boltro era uno degli eredi di Hubbard a noi studenti pareva un gran complimento, oggi, alla mia età non lo considererei più tale e mi ritrovo magicamente a ribadire che i bistrattati (Dai forum) Rava e Fresu, con tutti i loro limiti tecnici, hanno fatto musica che spesso non ha nulla a che fare con forme e stili di un certo tipo (Anatole e blues ad esempio)

E' un bene? E' un male? Penso se ne parli dalla notte dei tempi e alla fine se la musica potesse parlare, probabilmente ci direbbe "Pensate a suonare quello che sentite e non vi fate le seghe a parlarne..."
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