Tensioni meccaniche

Discutiamo qui di tutte le questioni più "tecniche" riguardanti meccanica e principi di funzionamento degli strumenti musicali
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stefano bartoli
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Tensioni meccaniche

Messaggio da stefano bartoli »

Alcuni di voi mi conoscono benino, altri no, per cui certe mie affermazioni talvolta suonano strane o peggio, per qualcuno.

Un po di storia prima di affrontare la questione "tensioni" sullo strumento.
Da ragazzino, dopo la terza media entrai nella migliore officina di stampi di precisione in Toscana (1974) feci moltissimo duro apprendistato perchè eravamo solo in 4 incluso il titolare che per'altro era mooooolto duro ed esigente. D'altra parte i clienti erano gente come General Electric, Montecatini Edison, Pasquali ed altri.
Facevamo stampi di precisione, trancia, estrusione e piegatura più che altro.
Mi fu affidata tempo dopo la realizzazione dello stampo per estrusione dei bottoni per cappotto della Conte Of Florence, quelli col giglio in rilievo, il giglio per negativo andava fatto tutto a truschino e microlima, tre settimane di lavoro per poi accorgermi a stampo in consegna (5 milioni dell'epoca)che avevo fatto la C di Conte al contrario...tragedia e licenziamento in tronco. Girai poi molte officine di stampi. Poi fu la volta dei corsi serali (dopo cena) per diventare perito disegnatore meccanico, altre ore tolte allo svago)
Poi iniziai a studiare musica, la mattina lavoravo e la sera andavo a lezione, percussioni, batteria e vibrafono oltre alla teoria per preparare l'esame di teoria e solfeggio. Ero esaurito perchè stavo 5 ore tutti i pomeriggi sui libri infatti diedi l'esame in un anno.
Poi iniziai a studiare tromba con vari insegnanti, Toffolon (trombonista del Maggio) Tolmino e Luca Marianini, Sergio Gistri ed in fine Fresu.
Dopo l'esame di solfeggio iniziai a studiare armonia e composizione con Tomaso Lama, Alessandro di Puccio e Amedeo Tommasi (cattivissimo).

Nel frattempo suonavo già la tromba in alcuni combo jazz ed avevo già iniziato a scrivere pezzi miei, fino al culmine di riarrangiare gran parte della discografia dell'Art Ensamble of Chicago per un mio ottetto. Nel frattempo avevo smesso di suonare ed insegnare batteria ed ero definitivamente passato alla tromba.
La cosa fu tragica, da 40 allievi di batteria me ne ritrovai 3 a tromba...

Nel 92 conobbi un tipo che aveva la passione dell'hi End ed era pieno di quattrini ma non capiva assolutamente nulla di meccanica.

Aprimmo una azienda (Bluenote oggi Gold Note in rete) ed iniziammo ad importare 30 merchi per l'Italia. Tre anni dopo mi fu chiesto di iniziare a pensare disegnare e realizzare una nostra catena completa, accessori, cavi, basi giradischi, bracci, integrati e diffusori. Nacquero così molti prodotti e molti accessori anche innovativi (IL Midas vinse il primo premio al  CES di  Las Vegas nel 1997)
Tutto diventò gigantesco esportando in tutto il mondo ed io oramai stavo in azienda tra disegni e officina 12 ore al giorno, domeniche incluse.
Smisi inevitabilmente di suonare per ben 13 anni ma la cosa mi faceva stare male.
L'occasione di mollare quote, capannone, investimenti e tutto e tornare alla musica venne quando i miei due soci mi truffarono portandomi via tutto, ma proprio tutto.
Fu così che in braghe di tela e avendo perso tutti i vecchi contatti, mi rimisi a studiare giornate intere (cosa che faccio anche ora)

Oggi la musica è di nuovo il mio lavoro anche se da allora il panorama è peggiorato tantissimo ed è molto duro andare avanti.

Ora passiamo alle tensioni nella tromba. Passavo giornate in Bluenote alla ideazione e progettazione di accessori meccanici per l'hi end e tutte le cose che citavo sopra. Uno degli obbiettivi era il controllo delle energie meccaniche nei vari pezzi dell'impianto audio, talvolta dissipandole, altre volte "sfruttandole" Ad esempio negli chassis delle elettroniche c'è molta energia in circolo incontrollata e va portata tutta in una zona per poi dissiparla, quindi lo chassis va progettato in una certa maniera (come in concetto delle masse a stella nei circuiti +/-)

Oggi il vizio della meccanica me lo son portato dietro armeggiando nello smontare e rimontare le mie trombe...

Ogni tromba è costruita saldando la macchina a Castolin o Argentil, quindi ad una temperatura piuttosto alta. Tutto il resto viene invece saldato a stagno a temperature di molto inferiori.
Il problema delle tensioni nasce quando si assemblano le parti a stagno (pompe, campana, receiver e leadpipe) ogni azienda pur volenterosa e virtuosa deve cmq sottostare a delle regole di serialità e tempi di produzione, non c'è la possibilità di stare oltre il dovuto su ciscun strumento prodotto.

Invece ogni tromba andrebbe assemblata con una cura specifica, ogni saldatura dovrebbe essere "un mondo a se" ma i tempi diventerebbero esagerati.

Ad esempio, la maggior parte delle campane vengono assicurate alla tromba per mezzo di un minimo di 4 saldature (Braccetti, congiunzione col pistone centrale e uscita dal primo pistone). Quasi nessuna campana torna perfettamente in questi 4 punti saldatura ed è così che con l'aiuto di molle a compressione o filo di ferro da carpentaria, viene "costretta ad "aderire" ai 4 punti per essere saldata. Per cui ci saranno delle tensioni inevitabili, col risultato che le varie parti assemblate non vibreranno "libere".

Sulle mie trombe questo problema non c'è più perchè ho smontato lo strumento e prima di risaldarlo ho "piegato" i braccetti in maniera che non ci fosse bisogno di forzare nulla per poter risaldare.

Il giochino in linea di massima è quello descritto e va applicato anche quando si saldano le altre parti ma richiede un lavoro di un pomeriggio per una sola tromba.

Uno potrebbe dire, beh allora ora siamo a posto!
In realtà no, per due motivi principali, la tromba viene maneggiata e trasportata continuamente e quindi il materiale "si muove" nel tempo, poi col cambio delle temperature il metallo si espande e contrae. Per cui una volta ogni tot (mesi?) lo strumento andrebbe smontato e riassemblato.

Il bello di tutto questo è il fatto che tensioni che circolano nello strumento sono in realtà ineliminabili, i braccetti ad esempio devono "sopportare" il peso della campana e tenerla in posizione, i pistoni lavorando con le molle "caricano" energia e "muovono" continuamente lo strumento, in fine, le saldature a stagno sono in realtà saldature "dolci" ed hanno una loro inevitabile instabilità.

Insomma, vale sicuramente la pena dissaldare almeno la campana ed il cannello e risaldare togliendo le tensioni eventuali ma non risolveremo mai definitivamente il "problema"

Questa la mia personale esperienza.


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Michele Lupi
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Re: Tensioni meccaniche

Messaggio da Michele Lupi »

Grazie Stefano,
Mi sorge una domanda, riguardo ai braccetti vari che troviamo sul nostro strumento. Da quello che scrivi e che mi trova d'accordo con te, tutti i braccetti creano tensioni. Allora mi chiedo...ma non avrà avuto ragione Schilke nel suo trand minimalista??
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stefano bartoli
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Re: Tensioni meccaniche

Messaggio da stefano bartoli »

Senza nulla togliere ai "capiscuola" (Shilke, Benge, Bach etc) io credo che così come nei bocchini, il togliere o aggiungere braccetti ed ammnicoli vari (accessori di tutti i tipi) sia in realtà il tentativo di allungare una coperta che temo rimarrà inevitabilmente corta...

Ognuno ha le sue teorie per affrontare queste questioni che poi son questioni che hanno il loro piccolo riscontro nella meccanica e nella fisica.

Per cui, siccome ci si potrebbe appellare a le leggi di cui sopra, uno dice "Beh ma allora è semplica, pigliamo queste leggi, applichiamole e mettiamo in atto le soluzioni!!!  "

Giusto, un farebbe una piega se non fosse che poi ti arriva uno che ti scopre la teoria dei Quanti e ti ributta tutto all'aria...ah ah ah

Non c'è nulla da fare ragazzi, da fiorentino vi posso solo dire che l'unica teoria incontrovertibile è che la salsiccia nei fagioli all'uccelletto è una certezza granitica, tutto il resto è discutibile.
gbc
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Re: Tensioni meccaniche

Messaggio da gbc »

Ciao Stefano e tutti.
Perfettamente d'accordo con i tuoi discorsi e con la considerazione finale che tu poni:"il togliere o aggiungere braccetti ed ammennicoli vari (accessori di tutti i tipi) sia in realtà il tentativo di allungare una coperta che temo rimarrà inevitabilmente corta...".
Quello che ti posso aggiungere sono solo alcune considerazioni che costituiscono un po' l'anima della produzione Yamaha.
In primis: consistency ! Tradotto la regolarità per disegno, dimensioni e peso delle varie componentistiche che formano uno strumento (sia esso tromba, saxofono o quant'altro). A seguire: la bravura degli operai Yamaha. Tutti, e dico tutti, gli operai che producono strumenti a fiato della fascia "Custom", sono effettivamente suonatori dello strumento che producono (il suonatore di tromba produce la tromba) e questo fa la differenza, ....non poca differenza.
Ultimo passo: ricerca scientifica e sviluppo dei macchinari confacenti: potrei dare due aggettivi -> maniacali ma stupefacenti.
Ciao. GBC
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Michele Lupi
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Re: Tensioni meccaniche

Messaggio da Michele Lupi »

Ed aggiungerei....i risultati si vedono.
Mic
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stefano bartoli
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Re: Tensioni meccaniche

Messaggio da stefano bartoli »

Caro Gianbattista, non dubito sull'impegno di Yamaha, stiamo parlando di un colosso che produce eccellenza in molti settori e sicuramente con altissimi fatturati.

Chi ha lavorato in proprio sa bene che non ci si improvvisa in nessun mestiere (se fatto con onestà intellettuale...) Non è una mia considerazione, è storia.

Poi c'è tutto il discorso (con tutti i suoi costi) assistenza, affidabilità, supporto e catena commerciale, ed anche qui mi sento di fare un plauso alla Yamaha.

Da ex artigiano mi infastidisca particolarmente chi si improvvisa questo e quello, personalmente per imparare a lavorare in officina feci tutto il mio percorso, scolastico e di apprendistato, solo così si "conoscono" veramente le cose, almeno a casa mia...

Ma si sa, oggi con la rete ed una "mente veloce e scaltra" si possono rubare idee ed altro, questo però non fa di te un artigiano od altro.

Esiste comunque, sempre, un certo numero di persone (a Firenze si chiaman bischeri)  disposti a credere a tutto, esistono in tutti i settori. 

C'è chi giura di aver visto la madonna di Civitavecchia piangere...per cui non mi stupisce ci sia chi crede che in quattro e quattr'otto si possa rivaleggiare con i marchi storici (E batterli tecnicamente)

E' il mondo dei furbi, nella mia attività passata ne incrociavo spesso e non solo in Italia.

Però, che tu sia furbo o veramente competente, i fatti rimangono fatti, alla fine e chi conosce la vita, alla fine è in grado di riconoscere uno scrittore vero da Fabio Volo.


Prosit

Ah, a proposito, non prendo percentuali da Yamaha, generalmente, a parte qualche eccezione, Yamaha produce trombe che non si sposano col mio personale gusto, tanto per esser chiari.
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