Registro acuto.

Le tecniche di base per suonare uno strumento musicale, suggerimenti e nozioni principali.
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stefano bartoli
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Registro acuto.

Messaggio da stefano bartoli »

Ho sempre detto che non sono un acutista. La mia vita musicale è sempre stata concentrata su altro, timbro, timing, interpretazione dei temi e armonia. Ho suonato e suono molti "generi" sia per lavoro sia per scelte personali ma principalmente il mio mondo è il jazz, non solo come conoscenza ma anche come modo con il quale tendo ad affrontare qualsiasi genere.
Però con gli acuti e sovracuti, ti ci scontri prima o poi, anche se ti ispiri a Chet, prima o poi ti capita di dover salire molto nel registro, è anche una questione di controllo generale dello strumento e di te stesso. Il tempo che però ho dedicato al registro acuto è sempre stato molto inferiore al resto dello studio.
Sto sperimentando alcune cose, Tofanelli, dal quale diversi anni fa  presi un po di lezioni sulla impostazione nel registro acuto, mi disse " Se gli acuti li hai, li hai sempre, anche con una tazza grande e/o profonda ma naturalmente buca meno, timbricamente e poi ti stanchi prima"
Studiai con lui la Ghitalla ed ebbi rapidamente risultati incredibili nel registro acuto ma anche durante la lezione, suonando,se tornavo alla Farkland, il mio timbro nel registro medio era troppo più bello del suo. Non per colpa di Andrea ma perchè la Ghitalla è una impostazione che definirei "dura".
Fu così che tornai alla Farkland ed al mio registro medio di sempre. Con un po di magone perchè arrivare a certe note era anche esaltante devo ammettere.
D'altra parte però la mia musica sta in una certa estensione e la sezione non è da molti anni più il mio mondo lavorativo.

Da molti mesi sto dedicando un paio di ore al giorno sul registro alto ma con la Farkland e non con la Ghitalla. Arrivo al Do 6 del pianoforte. Con una certa potenza dinamica arrivo al Sol appena sotto quel Do che invece viene decisamente più flebile ma siamo parecchio alti (per me)
Il bocchino che uso abitualmente è un Gewa 1.5C modificato, con gola da 4,5 mm e back bore allargato e accorciato a 81mm quindi molto molto aperto e poco adatto agli acuti, d'altra parte mi da un timbro pieno e ricco nel medio. 
Dopo un paio d'ore di sovracuti sono però a pezzi e allora provo a continuare sullo stesso registro con il mio vecchio Shilke 16B4 anche questo modificato con gola a 4,5 (e stesse modifiche sul back bore) ma con una tazza decisamente più stretta del Gewa.
Accade a questo punto che posso continuare ancora a suonare il registro acuto e sovracuto. Il motivo è banale, la tazza più stretta aiuta i muscoli contenendoli in maniera maggiore. E lavorandoci, puoi avere un bel timbro anche nel medio, anche se la pienezza e gli armonici di una tazza più grande un po li perdi. Diciamo che con quello Shilke il timbro è più chiaro, più da tromba per capirci.
Chiaro che se usassi bocchini con gola standard (3,66mm) e back bore regolare, il lavoro degli acuti sarebbe facilitato e soprattutto molto meno faticoso ma il timbro non mi piacerebbe...(la famosa coperta corta)

Anche sul Gap ho sperimentato molto e ho trovato che da 2mm fino ad un Gap di 7mm circa, personalmente mi trovo sempre bene, in tutto. L'ideale per me è circa 3 o 4 mm di Gap ma ripeto che anche andando alle quote di cui sopra, non avverto nulla che mi limiti. Non mi trovo bene con Gap zero invece.Lo strumento è "troppo libero" Va considerato che suono con trombe L e campane con collo molto aperto, quindi strumenti "aperti" già di suo...
Per cui mi sento di dire che se fai l'acutista tutto il giorno, dovresti trovare il bocchino adatto, altrimenti, se il sovracuto lo pratichi molto meno spesso nella giornata, forse allora dovresti cercare il bocchino "via di mezzo" che ti permetta cioè di arrivare cmq a certe note ma che abbia anche un bel medio e basso.
In questa ricerca vanno tenute di conto una serie di cose: come suoni, cosa suoni, con quale tromba. Poi viene la sensazione che hai e li, sei tu che decidi cosa ti fa stare bene durante e dopo suonato e cosa invece ti limita o ti devasta, durante e dopo la performance.
La questione "devastazione" post performance non va sottovalutata, perchè se il giorno dopo hai le labbra e i muscoli devastati perchè hai fatto studi sugli acuti, dovresti riflettere : uso un bocchino sbagliato? Ho esagerato per le mie possibilità? etc etc

Riflettere insomma, usando ragionamento teorico e sperimentazione empirica ma mai muoversi per sentito dire o perchè "se tizio fa così, lo posso fare anche io"

Questa la mia esperienza personale.


stefano bartoli
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Re: Registro acuto.

Messaggio da stefano bartoli »

Ulteriore argomento da approfondire sarebbe il "quando" riesci a prendere certe note.
La cosa non è per nulla banale. Quelle quasi 4 ottave, il sottoscritto le copre se si piazza concentrato e soprattutto "si imposta" per lavorare a quelle altezze, allora accade che l'apparato labiale/muscolare si "setta" per lavorare in quel registro.

Altra cosa è se stai facendo un tema e poi un assolo nella tua "maniera abituale" e dove la maggior parte dei soli stanno, cioè nel registro medio. Ecco, li, mettere quà e la note al limite di quelle 4 ottave diventa se non impossibile, di tutt'altra difficoltà.
Il fatto è anche meccanico oltre che mentale, suonando per molti minuti nel registro medio e poi sparare note nel registro acuto e sovracuto diventa molto difficile, proprio perchè il tuo settaggio staziona da minuti in un atteggiamento muscolare molto più rilassato.

Alcuni ci riescono, passano dal grave al sovracuto anche nel bel mezzo di una frase e mantenendo "creatività e logica" della frase ma parlo degli Hubbard, dei Sandoval, degli Wheeler, degli Shaw etc. Comunque di pochi virtuosi.
Persino Bosso che di tecnica ne ha davvero tanta, in questo frangente è meno brillante rispetto a quando si piazza a fare "numeri" uscendo dalla fase artisticamente creativa, se mi passate l'esempio.

Quindi, un conto è farlo nella cameretta piuttosto che su un palco. Farlo durante un solo, su una struttura e un tempo oppure studiando da soli. Infine l'ulteriore difficoltà: quegli acuti arrivano dentro lo studio di arpeggi e intervalli, o salendo come in una scala, oppure quel Do 6° del pianoforte lo prendiamo d'acchitto?

Tutto cambia e quello che prendi in certo contesto, non lo prendi in altro contesto, nemmeno col binocolo.

Ci siamo scelti uno strumento che levati...
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