Il timing

Metodi, scale, arpeggi, swing, tutto sulle tecniche di improvvisazione
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stefano bartoli
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Il timing

Messaggio da stefano bartoli »

Altre volte ho parlato di questa fondamentale "tecnica" non tecnica. Nel senso che se si può scrivere una sincope, un anticipo o un ritardo è però impossibile tradurre queste tecniche in vero senso del timing. Applicate come scritte non funzionano, il motivo è semplice, devono anche venire da dentro di noi.
Avete presente come ballano o meglio come camminano certi nero americani? Beh quello è esattamente il timing!

Un anticipo ritardo sul tempo, un galleggiare sul tempo stesso.

Si tende talvolta a cercare queste finezze nei nostri compari, i trombettisti, nulla di sbagliato ma ci sono esempi eccelsi anche da altre parti e fossilizzare le ns ricerche non fa mai bene.

Maestri mostruosi di timing sono ad esmpio: Sinatra, Jeanne Lee (Sophisticated lady con A. Sheep), Diane Shurr (Louisiana sunday afternoon) Abbey Lincoln, Carmen Mc Rae  e anche Amy Winehouse da esempi esagerati ad esempio in Back to black.

In certe voci si può cogliere bene questo modo di stare sul tempo, l'importante è farne cosa nostra, interiorizzare al punto che alla fine ci viene naturale.

Questa "tecnica" può letteralmente stravolgere un tema rendendolo da banale a molto bello.

Nelle arti, musica inclusa, la differenza tra uno bravo ed un grande è fatta di dettagli e son quei dettagli sui quali si impiega tutta la vita arrivando spesso alla maturità "artistico espressiva" solo in età molto matura. ahimè.

Ciao


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Marco Muttinelli
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Re: Il timing

Messaggio da Marco Muttinelli »

Ciao Stefano,
tema purtroppo molto poco dibattuto o sempre solo accennato di "striscio" anche dalle varie scuole musicali.
Di recente mi sono incappato in questo che rende piuttosto bene il senso che ha il timing nella musica.

[youtube][/youtube]
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38A Victor 1937 - 12B Coprion 1940 - 22B New York Symphony 1940


VICTOR...ia’s secret: 82A - 1925; 8A - 1932; 80A - 1940; 6B - 1968

selezione ristetta: Buescher The 400 T225 1937; 8B Artist 1965;
38A Connstellation 1968; 60B Super Connstellation 1968;

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stefano bartoli
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Re: Il timing

Messaggio da stefano bartoli »

Ciao Marco (son tornato a scrivere? Mah...) Comunque è colpa tua, sappilo.
Quello che posti non è esattamente ciò che si intende per timing anche se "appare" tale ma non lo è. Il motivo è semplice, il timing "di gruppo" per sua natura non è fattibile. Giacchè è una pratica che il musicista applica quando gli va, come gli va e in che punto gli va. Ergo, in gruppo non è fattibile se non praticando una sorta di "timing "scritto" Sarebbe come scriversi l'assolo. Orrore!!!
Facciamo un esempio concreto: Nel jazz, una ritmica che si rispetti, cioè che corrisponda allo "standard" al quale sono abituati i grandi, cioè quella cosa che fa battere il piede all'ascoltatore, è quella dove, rispetto al beat metronomico, il basso sta avanti e la batteria indietro. Ovviamente parliamo di una pulsazione avvertibile solo da chi suona o comunque ha un orecchio allenato. Si crea un'altalena appena percettibile, un pendolo.
Una ritmica che non sappia fare questo è una ritmica statica, che non funziona, una ritmica "seduta" e nel jazz è inaccettabile.
Ma questo non è ancora il timing.
Timing è un "sentire" di un musicista (ed ognuno ha il suo!) su una frase, ma anche su una sola nota ed ha molte possibilità diverse di essere applicato.
Ritardare o anticipare di molto o di poco una nota. Spesso anticiparla o posticiparla in maniera appena percettibile .Allungarla o accorciarla in maniera più forte, spostando il battere col levare o facendola cadere prima o dopo dell'accordo previsto. Questo è l' effetto più "semplice" è l'effetto ritmico, che in questo caso da una vita diversa alla frase, a volte sino a stravolgerla e tutto questo è molto molto istintivo e richiede molta pratica finchè un giorno ti accorgi che ti viene senza pensarci. Più sei bravo, più sembrerà naturale e musicale.
Ad esempio, melodie "sedute" e sempliciotte, col timing giusto nei punti giusti possono diventare magiche, un esempio potrebbe essere Jungle Bell suonata da Marsalis in alcuni video.
Altro caso, pure molto usato è quello di farlo in maniera più ragionata,calcolata, ed ha a che fare anche con l'armonia, facciamo un esempio:

Nella melodia hai un Bb e come accordo hai, nella prima battuta un accordo di C7, nella battuta successiva uno di Ab7 e nella terza uno di Abm7. Bene, se quel Bb lo prolunghi fino a coprire le tre battute, avrai che ovviamente sulla prima battuta risulterà la settima minore, sulla battuta successiva risulterà essere la nona e sulla terza una nona ma su un accordo minore. Quindi otterrai tre tipi differenti di tensione relativamente agli accordi in movimento. Dopo di che va considerato anche la questione voicing (diciamo grossolanamente,in quale ottava quel Bb lo piazzi)e chi è che ti fa quegli accordi (piano, chitarra) ed in quale posizione ma quì la cosa si complica un po e non ci interessa adesso.
Lavorando su questo in fase di scrittura e se sei bravo, anche in fase di improvvisazione, puoi ottenere cose molto belle, muovendoti meno di quello che l'armonia ti suggerirebbe banalmente di fare.
Anche piazzare settime, none,seconde maggiori su accordi minore, tutte cose fighe, alla fine diventa una pratica, più lo fai, più ti verrà naturale, istintivo.

Sono banalità in fondo ma se ben usate possono fare meraviglie. Questa la mia piccola esperienza.
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Marco Muttinelli
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Re: Il timing

Messaggio da Marco Muttinelli »

Grazie Stefano delle delucidazioni :) per me che sono completamente alle prime armi su queste tematiche e felice di averti tirato per i capelli per farti scrivere nuovamente :evil: ... vedrò di farlo di nuovo eheheehehe
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Re: Il timing

Messaggio da Fcoltrane »

sul timing non mi esprimo perché ho una idea che in minima parte è divers da quella che ha espresso Stefano (ma non riuscirei a spiegarla per iscritto con facilità)
Sull'ultimo aspetto che ha affrontato la penso esattamente alla stessa maniera, e posso aggiungere che una dell lezioni che ha dato maggiore stimolo al mio modo di improvvisare verteva proprio su questo argomento (come creare una linea melodica utilizzando gli stessi suoni degli accordi come nell'esempio di Stefano) che sembrera una cosa semplice ma ho passato anni ignorandola purtroppo..........
l'evoluzione di questa tecnica sono le così dette note guida .
Una delle caratteristiche dei grandi (Chet in questo è enorme) è proprio di riuscire a creare linee melodiche coerenti con questo principio oltre ovviamente agli altri principi che sono alla base della improvvisazione tradizionale e che ora sono considerate da molti "le regole" per improvvisare nella tradizione
stefano bartoli
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Re: Il timing

Messaggio da stefano bartoli »

FColtrane, come forse ho cercato di scrivere ma non so se ci sono riuscito, il timing espresso sulla parte accordi (quella finale del mio post) è in qualche maniera codificabile, spiegabile e scrivibile su carta diciamo. Percè una settima è una settima e una nona è una nona alla fine dei giochi. Poi, certo, potremmo parlare dei voicing e di "come" timbri quella nona...buonanotte, non se ne esce vivi ah ah ah Quì ognuno sperimenti da solo e trovi la propria strada, io insegno questo agli allievi, ti do l'input ma poi sei tu che devi trovare il tuo modo personale, ovvio.
Il timing ritmico, il "modo" di stare sul tempo per un solista, è cosa davvero troppo personale e quindi se la faccio sentire con esempi pratici, riesco a farla capire agli allievi, se devo renderla in maniera teorica o peggio scriverla...beh...non saprei come fare se non rifarmi ad esempi rozzi.

E' personale, la differenza tra un musicista e l'altro è talvolta talmente sottile da essere quasi inafferrabile ma è quella minuscola differenza che come sappiamo differisce un musicista da un altro.
Andrea
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Re: Il timing

Messaggio da Andrea »

Buona sera a tutti, sono molto indietro nello studio rispetto questi argomenti, ma grazie Stefano
Andrea
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