La preparazione, l'ego, il palco.

Metodi, scale, arpeggi, swing, tutto sulle tecniche di improvvisazione
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stefano bartoli
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La preparazione, l'ego, il palco.

Messaggio da stefano bartoli »

[youtube]J3uQUuJz8ig[/youtube]

Posto il video nel quale al minuto 26 si evince una tragica impreparazione del trombettista, questo mi serve per dare spunto di riflessione sia ai neofiti sia a coloro che non suonano mai in pubblico o in studio.
Il registro acuto o sovracuto del nostro strumento, è argomento molto, talvolta troppo dibattuto, è stato detto di tutto da tutti, questa cosa ha da sempre anche alimentato un mercato di bocchini, spessissimo fuorviando gli studenti e svuotandone i portafogli. L'estensione nel nostro strumento è cosa non facile da sviluppare, lo sappiamo ma dovremmo chiederci l'uso che poi ne faremo. Se ad esempio ci riferiamo al campo classico, troviamo varie difficoltà: devi suonare assolutamente la nota che hai sulla parte, devi suonarla esattamente come ti viene richiesto, devi spessissimo suonarla a freddo, devi avere a che fare talvolta con compositori che hanno scritto parti virtuose, non puoi permetterti alcun errore perchè il direttore ed il pubblico si aspettano qualcosa che spesso (il pubblico) già conosce.
Parimenti hai il vantaggio talvolta, di molte battute di aspetto, nelle quali puoi rigenerare la muscolatura. Soprattutto puoi studiare per mesi ogni battuta si da perfezionarla. Non ti viene richiesta una personale interpretazione, il che richiederebbe una certa "creatività" che come sappiamo non abbiamo tutti i giorni.

La situazione del jazzista o dell'improvvisatore in genere è molto diversa: Non puoi prepararti un solo, certo puoi e devi studiare le progressioni tipiche ed i patterns relativi ma poi dal vivo devi proporre cose fresche, non deja vu ma soprattutto cose tue. Anche il tema, se lo interpreti la cosa non guasta, anzi...se però la tua interpretazione lo peggiora, ti sei messo nei guai da solo.Non hai pause di riposo durante il solo e non le hai in assoluto se sei in duo o trio. Hai spesso la responsabilità del tema e del solo. Devi sviluppare la sensibilità di capire quando il tuo solo, la tua vena creativa è finita e li fermarti. Devi far andare insieme tecnica e creatività nel rigore della struttura, sia come forma sia armonicamente, sia stilisticamente. Devi sviluppare un certo timing, un certo modo di stare sul tempo che non sia a macchinetta, cioè essere elastici sul tempo ma nello stesso tempo, andare a tempo (scusate il gioco di parole)Quel che improvvisi dovrebbe richiamare il tema  (non sempre i soli sono tematici ma se lo sono, la logica spesso ne guadagna) dovrebbe avere sempre una logica: partenza, sviluppo, climax riposo chiusura.  L'unica cosa che puoi studiare, anzi dovresti farlo in maniera molto approfondita ed in più tonalità, è il tema, questo ti permetterà di "maneggiarlo" al meglio ed inserirci, eventualmente, tue idee. Studiare l'armonia del tema è fondamentale ma esercitarvisi troppo sopra ti porta il vantaggio di sbagliare meno note e frasi ma ti da una sorta di sicurezza che va a netto svantaggio della creatività (Improvvisazione significa in fondo creare sul momento, non scordiamolo) Una certa dose di rischio è nella natura dell'improvvisazione e forse è il suo bello...
Nel solo, la parte tecnica e quella creativa dovrebbero trovare una sorta di  equilibrio che però può essere diverso ogni volta, a seconda del materiale su cui lavori, a seconda della formazione e del genere. La storia insegna che i soli migliori non sono quelli con troppe note o pieni si sovracuti ma quelli con frasi "belle" ( e su questo aggettivo potremmo aprire una discussione infinita...ma credo che la maggior parte delle persone "riconosca" il bello, pur talvolta non avendo i mezzi teorici per capirlo. Ma il bello si analizza con mezzi teorici?....Bella domanda...Credo che la risposta sia breve: no!) Diciamo che se suoniamo con l'obbiettivo di stupire o di far vedere quanto siamo bravi, piuttosto che cercare la bellezza (che a volte sta anche in una sola nota tenuta stabile  su una serie di accordi che invece cambiano...) falliremo l'obbiettivo di "fare musica" piuttosto che il numero da "circo" Va ricordato che tutto quello che studiamo, sia esso tecnico o teorico, rappresenta solamente un mezzo per dar le gambe alle nostre idee. Ci sono milioni di trombettisti tecnicamente e teoricamente ferratissimi che però sono di una noia, di una prevedibilità letale. La creatività è una cosa molto molto compessa e francamente ritengo, imponderabile a priori, sapere cosa rende una persona più creativa di un'altra penso sia una domanda senza risposta.
Accade anche che la troppa tecnica possa uccidere la creatività nel musicista stesso. Non è una bestemmia, accade spesso che questa, come una droga, prenda il sopravvento dentro di noi.

Ci sono però anche alcune eccezioni, citiamo anche solamente Freddie Hubbard e Dizzy Gillespie  che di sovracuti  ne facevano a vagoni e di tecnica ne avevano in quantità debordante ma con due linee guida: acuti solo funzionali all'estetica della frase e solo dove, secondo loro servivano, acrobazie tecniche idem. Direi che la storia  ha dato loro pienamente ragione. Ma certo di Hubbard o Gillespie ne nascono pochi.

Altri grandissimi cascano invece nel tranello "auto celebrativo"  Sandoval, un nome per tutti, senza nulla togliere alla sua immensa grandezza e forse il fatto che sia cubano, ritengo lo abbia, ovviamente, portato verso un certo modo di suonare che personalmente non gradisco. Perdonate l'esempio che magari non trova tutti d'accordo ma è la mia visione delle cose. 

La preparazione, per tornare al video postato, deve però sempre esserci, perchè la musica dal vivo è feroce e non perdona, le buone intenzioni non bastano. E se in casa tua fai sovracuti e altre meraviglie, farli dal vivo e con altri musicisti che non sono li per farti fare bella figura ma fanno la loro parte, è tutt'altra cosa.
E' li, sul palco, sullo standard, su una struttura armonica che ho visto molti acutisti italiani (pur di vaglia sul registro acuto) crollare, non riuscendo a fare quei sovracuti perchè improvvisare vuol dire tutte quelle beghe di cui sopra e soprattutto non riuscire a fare soli degni di questo sostantivo.
Ad esempio, se sei un acutista non è facile tu sia anche un grande nell'arte dell'improvvisazione, lo capisco bene io che acutista non sono. Però ciò non toglie che tu debba avere una preparazione per la quale non mi metti sovracuti dappertutto, che tu mi suoni una ballad due ottave sopra devastandone l'estetica o che, come mi è accaduto di sentire, tu metta tutte note sbagliate su una griglia di accordi.
La preparazione quindi, passa da una serie di questioni molto severe e solo il live ti dice a che livello sei realmente, solo suonare con gente più brava di te ti dice a che livello sei realmente.
E poi va conosciuto e capito il pezzo, il genere, il contesto e fare le cose "adeguate" altrimenti fai una strage, oppure sei un genio, come lo fu Eric Dolphy e li ci aspettiamo di tutto ma ascoltandolo ti rendi conto che quelle cose apparentemente stravaganti, erano frutto di genio, di una mente in grado di arrivare dove pochissimi possono, ed è stato in gran parte scoperto molti anni dopo, come accade spesso per i geni o gli innovatori.
E comunque, anche il genio passa da tanto studio, tanto lavoro, Einstein soleva dire "Il genio è l'uno per cento, il novantanove per cento rimanete è studio"
Ma mi rendo conto che sono andato a toccare artisti di caratura forse incalcolabile...


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Matteo Giannini
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Re: La preparazione, l'ego, il palco.

Messaggio da Matteo Giannini »

Bello leggere le tue considerazioni. Il leggerle fa venir voglia di suonare
(Capo Oro) vecchio suonatore in erba.
Strumenti:
BrassOn '18
Conn: 12B Coprion '53;12A Coprion '53; 22B Victor '57; 6b late '65
Eastar etr330 Pocket
Mp:Gewa 3c e Shilke16b4 pranizzati da Stefano
Conn 7B-N; Conn4 imp.precision; Shires 1.5c; Bach 7c corp; Getzen 7c;
Posseduti: ytr1320s; ytr4335g; YTR 634 '75; 18B Coprion '55; 18A Coprion '56; Mahllion Bruxelles 671 '45
stefano bartoli
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Re: La preparazione, l'ego, il palco.

Messaggio da stefano bartoli »

Ah ah ah bene bene, è lo scopo ultimo del nostro piccolo Forum.
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