Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Recensioni dei modelli Vintage,consigli, valutazioni e quant'altro sul mondo Vintage.
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Patrizio
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da Patrizio »

stefano bartoli ha scritto:Molto interessanti ed "in parte" istruttivi i post dei due architetti (anche la mia compagna è architetto anche nella vita se fa l'autrice di teatro. Per questo ho scoperto sui libri  i grandi come Wright, Le Corbusier etc) Dico i parte perchè si entra in affermazioni che se non lo fai di mestiere, diventa davvero difficile seguire e addirittura capire, elaborare. Comunque grazie, sapete, penso, che ho sempre spinto per allargare il forum anche ad altri argomenti culturalmente interessanti e formativi che non fossero comunque il solito chiacchierare solo del ns equipaggiamento.
Detto questo e venendo a l'argomento di partenza del post, penso personalmente, vi siano varie "categorie" anche tra chi maneggia strumenti musicali e musica.
Il professionista, l'hobbysta, il collezionista, il suonatore in banda, il commerciale, il riparatore, il modificatore un po preparato e quello impreparato e probabilmente altri ancora e anche incroci tra questi. Spesso, i meccanismi di ragionamento tra queste tipologie di persone, sono molto molto differenti. Differenti sono spesso anche le ragioni e gli obbiettivi delle modifiche, del restauro.

Credo di conseguenza, non possano essere stilate delle vere  "regole" comportamentali rigide (relativamente al ns equipaggiamento eh) Ognuno ha la sua idea di cosa fare come fare quando e quanto fare nel "modificare" o restaurare la propria tromba , il proprio bocchino.
Solitamente dovrebbe essere una serie di esperienze positive o negative, ad insegnarti cosa sia il caso di seguitare a fare o a non farlo mai più.

Trovo in parte improprio il paragone di Gianbattista sul mettere le mani sulla lacca di uno Stradivari etc.  Nessuno sano di mente farebbe qualsivoglia modifica a liuteria di questo livello, penso, anche perchè quegli oggetti di altissima liuteria sono assegni in bianco talvolta di decine di migliaia di euro. Mentre più musicisti di quel che a volte si pensa, rimaneggiano, adeguano, attualizzano, modificano l'ergonomia di trombe vecchie (Vintage) con risultati talvolta apprezzabili, talvolta insignificanti, talvolta tragici o almeno peggiorativi.
Si torna alle "categorie" di cui sopra: perchè vuoi fare quella modifica? Cosa ti aspetti? Sai che la tromba poi perderà valore?
Per chiudere questo palloso e potenzialmente inutile mio post, vorrei aggiungere che ho amici hobbysti, che naturalmente campano di altro, che hanno molte trombe in Bb in casa, la maggior parte vintage di pregio e non cambierebbero nemmeno il sughero marcio delle chiavi acqua, perchè deve esserci sopra quello originale.Degustibus.
E anche che vintage non significa sempre che quella tromba suona al suo massimo perchè XXX nel 1950 la progettò e la produsse in una certa configurazione. Talvolta anche su modelli ben noti e famosi, si trovano "errori" costruttivi dati dai materiali, dalle tendenze e dalla tecnologia disponibile all'epoca. Insomma, è un discorso molto aperto a mio avviso e credo che l'unica "regola" forse possibile, sia il buon senso eventuale del proprietario.

Un giradischi Thorens d'epoca, è un giradischi con molti limiti sonici rispetto ad oggetti oggi disponibili. Ci sono stati proprietari che me li hanno fatti modificare per farli suonare meglio, ci sono stati proprietari che non volevano assolutamente gli fosse toccata nemmeno una vite e che in fase di assistenza mi chiedevano addirittura di sostituire l'olio pozzetto/perno, con olio "originale dell'epoca"...

1) Lo tengo così com'è, con tutti i suoi "limiti", se voglio un gira più performante, me ne compro un'altro ma questo non lo tocco...
2) Fammi tutte le modifiche che ritieni lo possano migliorare perchè mi piace l'estetica Thorens ma voglio che suoni meglio che in origine...

E' un discorso appunto, molto aperto. Tutti hanno ragione, nessuno ha ragione.

Scusate gli innumerevoli virgolettati.

Aderisco completamente a quello che scrivi, Stefano!


stefano bartoli
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da stefano bartoli »

Ciao Patrizio, i miei discorsi possono essere spesso, così come il mio modo di esporli, come quelli "del contadino". D'altra parte vengo da certe origini popolari operaie molto molto pratiche.
Mi son sempre rimasti incomprensibili i cosiddetti "Collezionisti" dal momento che per mia formazione sociale/economica, tutto quello che compero deve tornarmi utile, adatto, funzionale. Se non lo è, o non lo compro oppure lo modifico per renderlo tale. La roba, qualsiasi essa sia, per me non ha senso tenerla sotto la campana di vetro, come a volte fa il collezionista. Deve lavorare, funzionare,  produrre quello che a me serve in quel momento. D'altra parte la tromba nasce per suonare, non per stare in vetrina stile feticcio.
Per questo mi chiamano "er modifica" . Sia nell'hi fi, sia nelle trombe e nei bocchini, credo di non aver mai avuto nulla che sia rimasto intonso, incluso il cosiddetto "motorino" così si chiamava ai miei tempi. La regola era modificarlo, truccarlo, come si diceva...
Lo faccio anche con i temi di chiunque siano, devo metterci le mani, se mi sembra il caso. Non ho "riverenze" verso nulla e nessuno, rispetto si ma non riverenza.
Ovviamente il post originale non era riferito al collezionista fanatico ma a certe modifiche, la laccatura etc. Io mi sono allargato nel discorso tirando dentro altro e forse, andando ad esempi estremi, anche per il piacere di chiacchierare tra noi del forum.

Ma questo non significa io abbia ragione, è solo la mia idea di musica e di vita.

Tutto quà.
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Patrizio
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da Patrizio »

stefano bartoli ha scritto:Ciao Patrizio, i miei discorsi possono essere spesso, così come il mio modo di esporli, come quelli "del contadino". D'altra parte vengo da certe origini popolari operaie molto molto pratiche.
Mi son sempre rimasti incomprensibili i cosiddetti "Collezionisti" dal momento che per mia formazione sociale/economica, tutto quello che compero deve tornarmi utile, adatto, funzionale. Se non lo è, o non lo compro oppure lo modifico per renderlo tale. La roba, qualsiasi essa sia, per me non ha senso tenerla sotto la campana di vetro, come a volte fa il collezionista. Deve lavorare, funzionare,  produrre quello che a me serve in quel momento. D'altra parte la tromba nasce per suonare, non per stare in vetrina stile feticcio.
Per questo mi chiamano "er modifica" . Sia nell'hi fi, sia nelle trombe e nei bocchini, credo di non aver mai avuto nulla che sia rimasto intonso, incluso il cosiddetto "motorino" così si chiamava ai miei tempi. La regola era modificarlo, truccarlo, come si diceva...
Lo faccio anche con i temi di chiunque siano, devo metterci le mani, se mi sembra il caso. Non ho "riverenze" verso nulla e nessuno, rispetto si ma non riverenza.
Ovviamente il post originale non era riferito al collezionista fanatico ma a certe modifiche, la laccatura etc. Io mi sono allargato nel discorso tirando dentro altro e forse, andando ad esempi estremi, anche per il piacere di chiacchierare tra noi del forum.

Ma questo non significa io abbia ragione, è solo la mia idea di musica e di vita.

Tutto quà.
Ciao Stefano, non sono uno smanettatore, ma il mio punto di vista è più simile al tuo e anche io non amo molto i dogmi.

Per le auto d'epoca la situazione è analoga, anche in questo campo c'è chi sostiene che la vettura debba essere conservata e/o restaurata senza modificare l'originalità dei componenti, ma a volte con questo "purismo" si può eccedere,  ovvero.. non ci metto l'impianto a gas perchè così ne stravolgo la natura. A mio parere sarebbe sufficiente mantenerla in efficienza e in buon stato generale, senza attuare soluzioni esteticamente pacchiane o di cattivo gusto, cosa che purtroppo spesso succede proprio perché ognuno è libero di fare quello che vuole e noi siamo liberi di criticare. Poi certo c'è il discorso del valore della vettura che verrebbe svalutato da soluzioni che non rispettano i canoni di originalità, ma per esperienza devo dire che anche questo non è sempre vero.

Nell'architettura anche ci sono punti di vista diversi sul restauro. Conservare senza reintegrare, come sostengono i cosiddetti "imbalsamatori del rudere", secondo altri può portare allo sfascio totale delle opere. Un conto è parlare del restauro dei mosaici della facciata del Duomo di Orvieto, un altro della slaccatura e revisione di una tromba vintage, ci sono ovvie differenze. Per le trombe, poi, le modifiche sono all'ordine del giorno, c'è chi cambia il cannello 25 della 37 con un 7 o un 43, tanto per fare un esempio e sostiene che così la tromba ha un emissione più libera. C'è chi più semplicemente aggiunge appesantitori, tappi e tasti diversi dall'originale. Insomma, su questi aspetti sarei meno rigido.  
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Marco Muttinelli
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da Marco Muttinelli »

Patrizio ha scritto:Ciao Stefano, anche se non sono uno smanettatore, il mio punto di vista è più simile al tuo, anche io non amo molto i dogmi.
Patrizio mi spiace tu abbia inteso come dogmi ciò che non ha assolutamente a che vedere con gli stessi giacchè se stiamo parlando di posizioni che sono uscite da sintesi di oltre 100 anni di dibattiti non si può in alcun modo parlare di dogmi.
Per le auto d'epoca la situazione è analoga, anche in questo campo c'è chi sostiene che la vettura debba essere conservata e/o restaurata senza modificare l'originalità dei componenti, ma a volte con questo "purismo" si può eccedere,  ovvero.. non ci metto l'impianto a gas perchè così ne stravolgo la natura.
Vale quanto già espresso in precedenza per gli HIFI, sebbene i principi (che per loro natura sono di carattere assolutamente generale e vanno poi adattati al singolo ambito di applicazione) del restauro si possano applicare ad ogni maufatto tra cui anche le automobili, il paragonare realtà completamente diverse è una forzatura logica in quanto, appunto, le declinazioni con le quali i principi generali vengono applicate alle diverse realtà cambiano a seconda dell'ambito di applicazione.

Anche nell'architettura ci sono punti di vista diversi. Conservare senza reintegrare, come sostengono i cosiddetti "imbalsamatori del rudere", secondo altri può portare allo sfascio totale delle opere.
Che in architettura ed in ambito del restauro esistano posizione differenti è esattamente il motivo per cui non si può parlare di dogmi ma bensì di principi condivisi, sinceramente sono sconcertato delle estremizzazioni che citi in quanto non le ho mai trovate se non in un ambito assolutamente dialettico e del tutto ipotetico dal momento che i manufatti per loro natura sono soggetti a variazioni (tra cui anche le manutenzioni ordinarie e straordinarie) nel corso della loro vita che comunque ha un inizio ed una fine anche se spesso sopravvive a noi. Se con imbalsamatori ti riferisci a Ruskin ci può stare perchè la sua posizione era estremamente radicale ed è stata una posizione importante per la dialettica del restauro, ma se guardiamo alle carte (che sono operative tra l'altro) posizione del genere non esistono.
un altro se consideriamo la slaccatura e revisione di una tromba vintage, ci sono ovvie differenze. Per le trombe, poi, le modifiche sono all'ordine del giorno, c'è chi cambia il cannello 25 della 37 con un 7 o un 43, tanto per fare un esempio e sostiene che così la tromba ha un emissione più libera. Insomma, sarei meno rigido su questi aspetti.
Non posso che ribadire quanto già espresso a Stefano in materia:
"Proprio questo è, probabilmente, il punto essenziale che ho cercato di mettere in luce nel mio primo post: la proprietà di uno strumento come bene individuale da un lato (ci posso fare ciò che voglio in quanto è un bene personale) piuttosto che il valore collettivo che lo stesso strumento può avere per le generazioni future."
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da stefano bartoli »

La questione diventa complessa, troppo per le mie povere membra. Ma comunque ritengo sia questo uno dei lati interessanti dei forum, la discussione che se si alza di livello, non può che far bene, almeno a me.
Leggendovi, leggendoci, potrebbe accadere di dare talvolta ragione all'uno, talvolta all'altro. Ma poi uno mi potrebbe portare pubblicazioni a supporto, potrebbe citarmi decenni di dibattiti più o meno colti, sempre a supporto, si da stoppare la cosa oramai degenerata, quantomeno nell'argomento. 
E qui si approda forse alla filosofia (?) Alle eterne domande esistenziali, alle varie scuole filosofiche ma io son fermo alla terza media e non posso certo starvi dietro. Buttiamola sulla musica, buttiamole sulla volgare Hi Fi, li vi seguo con meno difficoltà.

Noi dalla rilaccatura di una tromba vintage, siamo poi finiti in luoghi certamente più interessanti e anche questo lo trovo bello per un forum, se lo seguiteremo a fare con leggerezza e con una certa dose di ironia, penso sarà anche piacevole.

Poi però aggiungerei: Se il quesito ad oggi insoluto, su cosa c'era prima del presunto Big bang e cosa ci sarà dopo. Cosa c'è dove il cosmo si sta espendendo.Ma anche, cosa c'era prima della vita intesa in termini generali e cosa ci sarà dopo la morte, intesa in termini umani...Ma anche quanto è credibile la quantistica.Quanto potrebbe essere interessante allora, non che spiazzante la domanda: Perchè esiste la vita.
Ma anche: Se l'infinitamente grande ci inquieta, quanto ci inquieta l'infinatamnte piccolo?
Ma anche...eh no eh basta con i "ma anche!!!"

Post astutamente ed ironicamente confezionato per alleggerire la discussione (ma che spero poi riparta seria...)

Insomma, bisogna anche ridere, se no la vita è dura.

E per cazzeggio e stimolo (eventuale) ecco le miriadi di modifiche possibili, prevalentemente rivolte al plinto su un grande classico del vinile:https://www.google.com/search?q=giradischi+Garrard+plinth&sxsrf=ALeKk03GCB7edmZdrVILS963e_BtTwOI1w:1591030838790&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwi00-Pfi-HpAhWYgVwKHYG4AoIQ_AUoAXoECAsQAw&biw=1366&bih=657

Ma anche: 
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da Patrizio »

Ciao MaMut, ma te la sei presa? Per restare in campo musicale, mi riferivo banalmente a quello che per alcuni è un dogma, ovvero che una tromba debba essere riparata/restaurata nel totale rispetto dell'originale. In questo senso, mi sembra eccessivo sostenere, come hai scritto nel tuo primo post, che "pertanto i principi delle carte del restauro si dovrebbero applicare anche agli strumenti musicali". 
A proposito,i cosiddetti "imbalsamatori del rudere",sono citati in un libro sul restauro del professor Paolo Marconi.
 
 
 
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da NERO »

Della serie ognuno ha il suo punto di vista... Provate a postare su un forum di sassofonisti che volete rilaccare un vecchio conn o buescher.. ban immedato e svalutazione dello strumento del 100/100 ;-)
Uno strumento è fatto per suonare, e quindi deve essere in perfetto ordine anche con interventi di manutenzione. I segni estetici del tempo non fanno altro che impreziosirlo...un quadro o un affresco deve essere visto, quindi arriverà il momento di intervenire a volte anche pesantemente. Gli edifici sono ancora diversi, anche in base anche all'uso che se ne fa... Un palazzo che deve essere vissuto è una cosa, un tempio greco un altra... Il fascino di certe rovine antiche è altamente suggestivo restaurarle sarebbe un delitto. Poi c'è anche il nostro immaginario...l'abbazia di San Galgano vicino Siena se avesse ancora il tetto sarebbe una delle tante attrazioni. Senza invece è diventata un unico.
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da Marco Muttinelli »

Patrizio ha scritto:Ciao MaMut, ma te la sei presa? Per restare in campo musicale, mi riferivo banalmente a quello che per alcuni è un dogma, ovvero che una tromba debba essere riparata/restaurata nel totale rispetto dell'originale. In questo senso, mi sembra eccessivo sostenere, come hai scritto nel tuo primo post, che "pertanto i principi delle carte del restauro si dovrebbero applicare anche agli strumenti musicali". 
Parizio se me la fossi presa credo che te ne saresti accorto, mi sembra invece di aver risposto con estrema educzione e mai travalicando con i termini. Nessuno ha utilizzato termini (peraltro in certi contesti assolutamente necessari come "dogma") se non tu. Nessuno ha sostenuto (se non tu) che è eccessivo sostenere determinate cose. L'italiano ha un suo perchè e le parole hanno un loro preciso significato, pertanto da ora in poi non risponderò più nulla a te in quanto si parla due linguaggi differenti. Tu non capisci il mio, io non capisco il tuo. Mi tengo la responsabilità di ciò che ho scritto come spero tu faccia altrettanto, risponderò solo al punto successivo per amor di verità.
A proposito,i cosiddetti "imbalsamatori del rudere", sono citati in un libro sul restauro del professor Paolo Marconi.
Ribadisco quanto già espresso, stiamo parlando di pensieri assolutamente teorici (vedasi nuovamente Ruskin) e totalmente avulsi dalla pratica e dalle carte del restauro. Quando vorrai venirmi a trovare sono sempre disponibile a discutere di questi argomenti amabilmente dietro ad un bicchiere di ripasso. Non sei d'accordo sul fatto che uno strumento possa avere un valore collettivo così come ho invece espresso io, ma solo il valore individuale come possessore? Ho detto più che chiaramente che puoi farne ciò che vuoi, anche mangiarlo in insalata, ma per favore se qualcuno si interroga se tale strumento possa avere un valore collettivo accetta anche il suo punto di vista.
Ho cominciato questo post per invitare alla riflessione, non per dare il la alle polemiche di cui abbiamo piene le tasche da trent'anni a questa parte.
Sono profondamente addolorato, però, che le mie parole siano state assolutamente stravolte e piegate per fini che non hanno nulla ha che vedere con il senso per le quali sono state scritte e, credimi, questo è veramente offensivo, quindi sono stato (mio malgrado) obbligato a puntualizzare le distorsioni apportate al senso stesso delle mie parole.
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da Marco Muttinelli »

stefano bartoli ha scritto:potrebbe accadere di dare talvolta ragione all'uno, talvolta all'altro. Ma poi uno mi potrebbe portare pubblicazioni a supporto, potrebbe citarmi decenni di dibattiti più o meno colti, sempre a supporto, si da stoppare la cosa oramai degenerata, quantomeno nell'argomento. 
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Noi dalla rilaccatura di una tromba vintage, siamo poi finiti in luoghi certamente più interessanti e anche questo lo trovo bello per un forum, se lo seguiteremo a fare con leggerezza e con una certa dose di ironia, penso sarà anche piacevole.

Poi però aggiungerei: Se il quesito ad oggi insoluto, su cosa c'era prima del presunto Big bang e cosa ci sarà dopo. Cosa c'è dove il cosmo si sta espendendo.Ma anche, cosa c'era prima della vita intesa in termini generali e cosa ci sarà dopo la morte, intesa in termini umani...Ma anche quanto è credibile la quantistica.Quanto potrebbe essere interessante allora, non che spiazzante la domanda: Perchè esiste la vita.
Ma anche: Se l'infinitamente grande ci inquieta, quanto ci inquieta l'infinatamnte piccolo?
Ma anche...eh no eh basta con i "ma anche!!!"

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Insomma, bisogna anche ridere, se no la vita è dura.

E per cazzeggio e stimolo (eventuale) ecco le miriadi di modifiche possibili, prevalentemente rivolte al plinto su un grande classico del vinile:https://www.google.com/search?q=giradischi+Garrard+plinth&sxsrf=ALeKk03GCB7edmZdrVILS963e_BtTwOI1w:1591030838790&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwi00-Pfi-HpAhWYgVwKHYG4AoIQ_AUoAXoECAsQAw&biw=1366&bih=657

Ma anche: 
Caro Stefano, per fortuna non si parla di aver ragione o torto, ma semplicemente di approcci differenti a questioni che ci afferiscono come trombettisti ed appassionati. Mi vien da ridere pensando al fatto che te ed io rappresentiamo (in un certo senso) quella dicotomia iniziale alla quale facevo riferimento (Viollet-le-Duc e Ruskin) che è più che altro fittizia essendo i due contapposti da certa letteratura ma non da i fatti giacchè agivano da presupposti differenti e perseguivano finalità diverse. Una cosa però li accomunava, la passione e l'onestà intelletuale. E proprio la passione è l'elemento che ci spinge ad interrogarci, chi per un lato pratico, chi per un lato filosofico ciascuno dei quali secondo le naturali inclinazioni delle singole persone. Ma uno non esclude l'altro e viceversa essendo le due facce della stessa moneta che ciascuno di noi lancia ogni giorno chiedendosi se la vedrà toccare terra o meno anche quella volta :) Grazie dell'allegerimento... sempre molto utile ;)
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da stefano bartoli »

Tornando seri, credo di aver imparato che in poche cose si può davvero avere una ragione "assoluta" dal momento che la nostra realtà pare sia immaginaria, una proiezione della nostra coscienza, così dicono alcuni quantistici.
Nellamusica è lo stesso, sono tutti punti di vista, quelle che in certe epoche erano certezze sono state poi rimaneggiate e talvolta stravolte nelle epoche successive. L'armonia stessa, che pure ha una forte base matematica, ha una sua possibile interpretazione, talvolta contrapposta alla regola scolastica. Per quanto mi riguarda, le regole mi servono come paletti di riferimento ma dai quali poi, ho sempre teso a muovermi, a provare ad uscirne, in tutte le cose che ho fatto. A volte è stato un bene, altre volte no.

E allora, come dico spesso, il bello non è tanto il fine, il traguardo (che poi è per tutti la cassa da morto) ma piuttosto, il viaggio, che nel caso specifico del forum, direi rappresentato dalle nostre chiacchierate, le nostre discussioni, la nostra passione comune. Ed in una società fortemente competitiva, falsata nei valori e disumanizzata, le passioni, gli amori incondizionati,puri,  li ritengo talvolta salvifici, anti dolorifici gratuiti.

L'importante, per me, è sforzarsi di non essere rigidi e non è affatto facile, almeno per me, perchè invecchiando hai spesso la sensazione di avere delle certezze a volte e di non averne nessuna altre volte.

Panta rei. Questa mi pare essere l'unica certezza.
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da Marco Muttinelli »

NERO ha scritto:Provate a postare su un forum di sassofonisti che volete rilaccare un vecchio conn o buescher.. ban immedato e svalutazione dello strumento del 100/100  ;-)
Uno strumento è fatto per suonare, e quindi deve essere in perfetto ordine anche con interventi di manutenzione. I segni estetici del tempo non fanno altro che impreziosirlo...
Ciao Nero,
non conosco molto bene il mondo dei sax ma ciò che scrivi conferma in pieno quello che sostiene un caro amico sassofonista. Forse dipende dal fatto che hanno cominciato ad usare strumenti vintage molto  prima di noi e che quindi abbiano già affrontato determinati argomenti? Non lo so, ma la cosa mi colpisce e conferma ulteriormente la mancanza di un atteggiamento comune e condiviso in materia, a riprova che probabilmente è giunto anche per l'ambito degli strumenti musicali il momento di affrontare seriamente le tematiche relative al restauro. Il dibattito sarà necessariamente lungo (come lo è stato per altri settori), pertanto prima si comincia prima si arriverà a quelle linee guida comuni che saranno quei riferimenti ai quali attenersi se si decida per un intervento di restauro di uno strumento o quei parametri di scostamento dall'originale se si decida per un intervento di modifica dello stesso (ivi comprese rilaccatura, aggiunta o rimozione di trigger, e quant'altro). Sono entrambe operazioni legittime il restauro e la modifica, ma sono operazioni completamente differenti e che seguono finalità differenti, ciò che manca a noi in questo momento è la consapevolezza di ciò che stiamo facendo e confondiamo un intervento di modifica di uno strumento ritenendolo erronemente come restauro.
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da Marco Muttinelli »

stefano bartoli ha scritto:credo di aver imparato che in poche cose si può davvero avere una ragione "assoluta" dal momento che la nostra realtà pare sia immaginaria, una proiezione della nostra coscienza, così dicono alcuni quantistici.
Non seguo più molto la scienza ma mi fa piacere che anche questo ambito stia arrivando a conclusioni simili dal momento che tradizioni antichissime come l'Induismo o il Taoismo da sempre ci parlano dell'illusorietà della vita :)
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Patrizio
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da Patrizio »

Caro MaMut, 


Mi dispiace molto che tu ti senta offeso non era nelle mie intenzioni. E mi dispiace anche molto che tu scriva "se me la fossi presa te ne saresti accorto" che sinceramente potrebbe essere interpretato come non molto amichevole. Io ho solo esplicitato il mio semplice punto di vista sull'argomento tranquillamente e con parole chiare, che non dovrebbero prestarsi a fraintendimenti, senza lanciare accuse verso nessuno. Come tu scrivi "L'italiano ha un suo perchè e le parole hanno un loro preciso significato".


 
Quindi, per amore di chiarezza e non di polemica devo risponderti con un breve riassunto delle puntate precedenti, come per le fiction. Puoi anche non rispondermi, non me la prenderò certo per questo.
 
1) Hai lanciato un post sulla rilaccatura o meno di uno strumento vintage con una premessa interessante sul restauro in architettura.
 
2) Hai esposto il tuo pensiero, ovvero che " Quindi anche uno strumento musicale appartiene esattamente alla stessa fattispecie e pertanto i principi delle carte del restauro si dovrebbero applicare anche agli strumenti musicali.
 
3) Poi hai descritto i principi fondamentali del restauro in architettura
 
4) Infine hai parlato dell'irreversibilità degli interventi di rilaccatura e che uno strumento di fatto sarà uno strumento completamente diverso da quello originale e delle insidie connesseagli interventi che non rispettano l'originalità.
 
Stefano ha replicato dicendo, tra le altre cose, che a suo parere "non possano essere stilate delle vere  "regole" comportamentali rigide" e che" vintage non significa sempre che quella tromba suona al suo massimo perchè XXX nel 1950 la progettò e la produsse in una certa configurazione."
 
Pur condividendo in generale il tuo discorso sull'originalità nel campo dell'arte e dell'architettura, il mio punto di vista sugli strumenti vintage è più simile a quello espresso da Stefano. Per questo ho scritto: "Ciao Stefano, non sono uno smanettone, ma il mio punto di vista è più simile al tuo e anche io non amo molto i dogmi". Riferendomi a quello che a mio parere suona come un dogma, ripeto, ovvero che secondo alcuni modificare strumento musicale vintage o un'auto d'epoca sia una sorta di oltraggio alla natura dello strumento. Non mi riferivo a te, ma parlavo in generale. 
 
Poi ho argomentato scrivendo che"Nell'architettura anche ci sono punti di vista diversi sul restauro. Conservare senza reintegrare, come sostengono  i cosiddetti "imbalsamatori del rudere", secondo altri può portare allo sfascio totale delle opere. Un conto è parlare del restauro dei mosaici della facciata del Duomo di Orvieto, un altro della slaccatura e revisione di una tromba vintage, ci sono ovvie differenze." 
E qui che forse ti sei sentito chiamato in causa come architetto? Non volevo certo offenderti. Mi sono solo limitato a citare un concetto che non è astratto e che condivido, espresso, tra le altre cose, nel capitolo "Integrare o conservare,dibattito aperto" del libro di Palo Marconi "Dal piccolo al grande restauro", Marsilio (1988).Nient'altro. Ho poi concluso scrivendo che "su questi aspetti (del vintage ) sarei meno rigido".

In conclusione, non penso di averti preso di mira o di aver stravolto o distorto il tuo pensiero, nè di aver piegato in modo offensivo le tue parole "per fini che non hanno nulla ha che vedere con il senso per le quali sono state scritte". Ripeto, ho solo esposto il mio punto di vista molto semplice sulla questione vintage, riferendomi anche alle auto d'epoca. Sbaglierò, ma non vedo offese dirette a te o ad altri in quello che ho scritto. Ti dici addolorato e me ne dispiace molto, ma non credi che la tua reazione a quanto ho scritto sia un po' eccessiva rispetto allo stato delle cose? La dialettica è normale in un Forum e non solo, le opinioni possono essere diverse, basta argomentarle mantenendo dei toni normali e io credo di essermi attenuto a questo comportamento.

Un caro saluto e d'accordo per il bicchiere!
stefano bartoli
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da stefano bartoli »

Shilke, per fare un solo nome "autorevole" , sono decenni che produce trombe e bocchini "nella stessa maniera" Scherzosamente e forse non perfettamente corrispondente al vero, direi che non ha mai nemmeno cambiato  marca e tipo di stagno  e di Castolin, con i quali salda le parti.

Monette (sempre per citare un solo autorevole nome) invece ne ha fatte di ogni, sia sullo strumento che sul bocchino, buttando all'aria, mi si passi l'esagerazione, molte regole considerate sacre sino a poco prima e per qualcuno, ancora oggi.

Dove sta quindi la "verità". Direi semplicemente e penso che tutti voi direste lo stesso: Non esiste una verità ma esistono molte verità (riferito al ns equipaggiamento ed alla musica in senso ampio). E quì, ognuno elabori o meno il suo pensiero, liberamente. E' il bello ed il limite della Democrazia, ognuno può dire la sua.
Personalmente, sono oltre venti anni che mi sporco le mani con questioni sindacali relative al comparto musica/cultura. Sempre nel tentativo di migliorare le condizioni di lavoro di tutto il comparto. Naturalmente, tutto e sempre, senza percepire non una "paga"  e nemmeno le spese sostenute per tali attività, dal gasolio, alle fotocopie, al tempo, tanto, investito e sottratto al mio lavoro.
Succede parimenti, che gran parte dei miei colleghi/amici, non solo non partecipi alla cosa, nemmeno con un merdoso (scusate la parola ma la trovo molto efficace)post social di commento o di sostegno, o anche di diniego al limite.
Questo tipo di attività politico/sindacali, saprete che richiede sempre il raccontare pubblicamente situazioni vere, vissute. Richiede spesso il fare nomi e cognomi di gestori di locali, di direttori artistici ed altro. Tutto questo, sempre per vissuto personale, ti rende indigesto, ti fa perdere lavoro perchè sei visto non più solo come uno che suona punto ma come uno che oltre a suonare, va in giro a rompere le balle nell'ambiente,ad agitare le acque. Eppure seguito a farlo tutt'oggi, nonostante la fame di lavoro che attanaglia me stesso ed il comparto tutto. Chi te lo fa fare? Penso sia "natura" una sorta di bisogno interiore.
So per averlo già vissuto che al momento ottenessimo qualche risultato, alla cassa, a riscuotere quel risultato, si presenteranno anche coloro che oltre a stare "nascosti" ti hanno anche dileggiato.
E' così, è forse la Democrazia ma cmq è così, da sempre, in ogni settore della società.

Per cui, ragazzi del forum, stiamo leggeri, viviamo questo spazio con serenità e se possiamo, con leggerezza. Sforziamoci di vivere più la passione che ci lega piuttosto che le cose che ci possono dividere. e che è normale ci siano.
Abbiamo tutti (presumo) talmente tanta merda da masticare tutti i giorni, che venirsela a cercare anche sul forum, lo trovo poco comprensibile.

Non vuol, essere un pippone a nessuno ma un augurio a tutti noi, me per primo, che come moderatore, mi sento anche in dovere di intervenire per distendere gli animi di tutti, nessuno escluso, mi ripeto, scusatemi, me incluso.
NERO
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Re: Considerazioni di ordine generale sul rilaccare o meno uno strumento Vintage.

Messaggio da NERO »

La parola scritta (soprattutto da un telefonino magari e un po' di fretta) porta a incomprensioni. Sono sicuro che davanti al suddetto bicchiere di ripasso manco sarebbe cominciata la diatriba.. anzi.
Tornando ai punti di vista differenti nel mondo del sax la smania di personalizzare si concentra per lo più sul becco e al limite sul collo. Quella del becco "refaced" e' una vera mania (che conosco bene) per la quale tutto quello che esce di fabbrica è stonato ed imperfetto. Basti pensare che bocchino di una certa epoca e sistemati dal famoso refacer ammerigano possono costare quanto una tromba professionale. Pezzi di gomma dura o metallo limati qua e là... Ad ognuno le sue paturnie
Ultima modifica di NERO il 02/06/2020, 13:12, modificato 1 volta in totale.
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