Buongiorno,
Su suggerimento del caro amico Paolo, ho aperto questo nuovo post.
La musica jazz è forse la musica dove il nostro amato strumento riesce ad esprimersi meglio, ma moltissimi di noi suonano in banda, in gruppi pop, classica etc... Parlare anche di realtà musicali che forse sono la stragrande maggioranza potrebbe arricchirci ancora di più.
Buona scrittura e lettura.
Michele
Per quanto mi riguarda dipende dal carattere do ognuno, oltre che dalle differenti esperienze.
Durante gli esami (da esterno) in conservatorio mi son sentito costretto in un mondo che non sentivo mio, Letterio Ciriaco...mio dio...esercizi e pezzi classici da rifare mille volte sempre rigorosamente alla stessa maniera, setticlavio e via e via, per carità di dio...
Fu una parentesi che liquidai in tre anni (Ho finito teoria e solfeggio ma a tromba mi son fermato al 5° anno, non ne potevo più)per poi tornare di corsa al mio vero amore, la musica pop e il jazz.
Dopo diversi anni "felici" decido di iniziare ad approfondire lo studio dell'armonia e dell' arrangiamento ed è li che scopro che pur essendo un mondo ben diverso, anche quì c'è da farsi un culo da paura.
Per fortuna l'armonia mi prese bene e tutt'oggi la studio con gran soddisfazione. E come diceva Charlie Parker "Studia il più possibile armonia, teria e scale, poi sul palco dimentica tutto e vai"
Molti miei colleghi mi definiscono talebano, rigido, può darsi ma d'altronde l'armonia ha una forte base matematica e cmq son talebano a modo mio dal momento che jazz a parte, adoro molte cose diverse, dai Deep Purple, ai Pink Floyd a Lolli, Guccini, De Andrè, il Banco, gli Area, napoli Centrale, Amy Winehouse e via andando, persino Sregio Endrigo e Tenco...
Ci sono studi che sicuramente prescindono da quello che poi suoneremo, come ci sono passaggi quasi obbligati. Credo che il 90% dei trombettisti sia passato attraverso la banda di paese e che molti suonino ancora lì con grande soddisfazione. Instintivamente non sono portato alle cose troppo rigide ed inquadrate come lo spartito, ma riconosco che per imparare a suonare "insieme" ad altri strumenti la banda sia il primo passo.
Michele
Ciao Michele e Stefano.
Forse vado fuori tema ma mi sento di spezzare un mucchio di lance a favore di come era la banda, anche solo 40 anni fa. Ho usato l'imperfetto "era" perché ritengo che oggi la banda, vuoi per tutta una serie di ragioni (..e non inoltriamoci nell'argomento altrimenti si scatena una bufera...), non rivesta più le funzioni sociali che aveva a suo tempo. Vi narro la mia storia.
Avevo i miei amichetti, a dieci anni come tutti i bambini, e ci ammazzavamo di incredibili partite di calcio 3-4 ore (i tempi supplementari erano d'obbligo), poi tutto ad un tratto mi trovo solo e desolato. Dove erano finitivi i miei amici ? Alla banda; era arrivato un nuovo maestro che aveva appena comprato casa in paese ed avevano deciso (il parroco e la sua cricca) di ridare vita alla banda. Tre mesi senza giocare erano irresistibili ! Decisione: vado anche io alla banda.
Scelgo il mio strumento: il trombone. ...ma la banda non lo ha; mi danno allora un flicorno tenore verticale a cilindri....e da lì comincia la mia storia.
Ma con me comincia la storia di tanti altri ragazzi nelle bande dove ho suonato: Maurizio, Fabrizio, Massimo, Giovanni: tutte prime parti nelle orchestre attuali o jazzisti.
La musica ? Oh non importava allora e non importa tutt'ora quale genere sia. La musica è musica e stop.
Ciao. GB Corti
ps. Chi era il maestro delle varie bande e che mi aveva fregato i compagni di gioco ?......mio padre.
Ricordo che anche il grande Trovesi viene dalla banda di un paesino della bergamasca ed ogni tanto ci torna a suonare.
In Toscana il 99% delle bande son note per essere stonate ed avere un repertorio "antico", il 99% dei componenti lo fanno per hobby, nella nostra regione poi non ci sono repertori bandistici "degni" di recupero e rimaneggiamenti.
Altri noti musicisti hanno provenienze bandistiche, Roy Paci, Giovanni Falzone, Pino Minafra.
Qui siamo in Puglia e Sicilia ed in quelle zone la banda (in Toscana no) fanno matrimoni e servizi funebri.
A mio parere in queste due regioni in particolare, c'è una forte tradizione ancora ogi ed il livello degli strumentisti è spesso piuttosto alto.
La musica di queste bande è spesso davvero interessante forse merito delle influenze del passato, arabe, turche, spagnole etc.
Una delle situazioni che la dicono lunga su alcune di queste situazioni è la Banda di Ruvo, gestita anche da Pino Minafra e nella quale c'è mezzo corpo docenti del conservatorio Piccinni di Bari, infatti ne vengono fuori performance di altissimo livello, tecnico ed artistico.
Insomma, nei contesti giusti, la banda può arrivare, anche in Italia a livelli molto alti.