Molto interessante, espone in maniera chiara e sintetica dove sta andando la musica, la difficoltà il duro lavoro la continua ricerca e studio e la speranza che ciò che si è realizzato possa essere apprezzato da qualche manager che passa per caso o per sentito dire o casa discografica. In questa fatica ti trascini dietro il tuo bagaglio di esperienze ed il tuo spessore. Capacità e un pizzico di fortuna. Oggi l'orizzonte è diverso è costruito, i parametri di valutazione sono diversi, sono i "LiKE", la facilità di realizzare qualsiasi cosa che porta a sminuirne i contenuti, si offre ciò che il mercato chiede si sono ribaltati i principi. Troppe star fabbricate in studio dai reality e Talent, che si ripropongono uno dopo l'altro con uno stesso "taglio" non c'è originalità non c'è contenuto tutto è plasmato dagli autori che mettono in campo il proprio cavallo di battaglia, per molti l'uscita dal reality segnerà solo l'oblio.... chissà forse il web gli riporterà alla ribalta con Mn di Like come un'altro "Bello Figo" , mentre il povero Chet o Miles si ritrovano con poche migliaia. Credo che viviamo in un tempo di profonda crisi musicale ed artistica in genere , è un periodo di grande povertà.
---> La musica è il nutrimento dell'anima .<------
Flicorno Courtois AC-154-R ; Cornetta Stradivarius Bach e Conn 80A Bb/Ab, tromba getzen eterna
Bocchini Megatone bach 3CFL ; 7C ; 11 C
Condivido il tuo pensiero Sergio, su www.stefbartoli.wordpress.com puoi, se vorrai, leggere molti miei articoli al riguardo.La condivisione di certo pensiero ci rende meno soli.
Ciao , grazie per il link, ho letto alcuni tuoi articoli dove parli delle scuole di jazz condivido ampiamente quanto scrivi , in particolare dell'impegno che ci vuole per essere un artista con la "A" maiuscola, parlo di artista perché la musica è arte ed è qualcosa che uno ha dentro (on-off c'è o non c'è) i grandi che citavi nell'articolo lo avevano dentro ed ognuno aveva il suo modo di esprimerlo, devo dire comunque che anche oggi, aggiungo per fortuna abbiamo, grandi artisti sia a livello jazzistico che no, Il jazz non si insegna, il jazz che è espressività non lo puoi insegnare, puoi insegnare la tecnica sullo strumento qualche buona scelta in armonia il resto lo devi fare tu. Io ho studiato chitarra jazz al Saint Louis College a Roma, (la tromba/cornetta è venuta dopo.. anche dopo il violino) purtroppo ho dovuto abbandonare gli studi al college, forse sono stato fortunato ma ho trovato insegnanti preparati che oltre il lato nozionistico e tecnico ti spingevano a trovare un canale per la tua espressività.che credo sia il fondamento.
Ok, scusa , volevo condividere quanto hai detto poi mi lascio trascinare dall'argomento.
Ciao, mi registro al tuo Blog
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