Critiche fondate?

Le tecniche di base per suonare uno strumento musicale, suggerimenti e nozioni principali.
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stefano bartoli
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Critiche fondate?

Messaggio da stefano bartoli »

Si sa che dappertutto nascono fazioni, i forum, avendo sostituito le chiacchiere al circolino o al bar, sono insieme ai social, terreno fertile per questo.Una volta, se un tizio al bar diceva di essere alto due metri ma era uno e sessanta, veniva smascherato subito. La rete invece, per una serie di motivi, consente un certo mascheramento.
Ma veniamo al fatto.
Ieri è comparsa una discussione su un social web, relativamente a Rava. Il poveruomo (Rava) è in astinenza di date come tutti noi e vista l'età molto avanzata, ha un legittimo timore di non riuscire più a calcare i palchi. Ha scritto delle cose tra le quali ha rimarcato la grossa difficoltà del suonare la tromba, del riuscire ad avere "prestazioni" tutti i giorni. Per altro, affermazione già fatta in più occasioni anche da Fabrizio Bosso (E da me...)

Rava non rientra umanamente nelle mie simpatie, o almeno non sta in cima alla lista ma relativamente all'aspetto creativo e direi addirittura innovativo, lo considero da sempre uno dei top.
Basterebbe solo ricordare alcuni suoi piccoli capolavori come Parks, Bellflower, Blancasnow, Song for Jessica, Al gir del bughi, e molto molti altri. Alcuni di questi (Snow ad esempio) sono perle perfette di sole otto battute. Altri sono temi melodicamente geniali nella loro semplice bellezza, Bella ad esempio.

Tecnicamente non è l'unico a non essere un virtuoso, anzi, è uno che ha senza dubbio notevoli limiti tecnici ma ripeto, non è il solo. Però nella maggior parte dei progetti, quando entra la sua tromba, la questione prende tutt'altra estetica, è uno che se è in serata buona, lascia il segno. E' uno che ha fatto una sintesi perfetta e tutta sua tra jazz e tradizione italiana. Non mi piace affatto invece sugli standard jazz.

Poi ci sono altri che tecnicamente fanno le buche per terra ma che non mi alzano un pelo e quì si entra nei gusti, in cosa ci aspettiamo dalla musica ma è un discorso già fatto da tutti migliaia di volte. E' altresì vero che più si conosce per davvero un linguaggio, una pronuncia, più aumenteranno di non fare confusione tra il virtuosismo fine a se stesso ed il gesto artistico, spesso imperfetto e di per se altamente fallace.

E' stato scritto che se avesse studiato "seriamente" non sarebbe in queste condizioni, è stato scritto che non si può sentire. Io sono francamente basito, forse perchè da sempre amo gli imperfetti, tra i quali ci sono nomi sulle enciclopedie della musica, tra i quali c'è gente che ha fatto la storia.
Non corrisponde quindi alla realtà liquidare Rava come uno scarso, quando è uno dei pochi musicisti moderni italiani, ad aver lasciato davvero un segno stilistico esagerato nella storia, pur con limiti tecnici innegabili.
Ma i limiti sono paradossalmente quella cosa che fanno lo stile di un musicista ed inoltre non esiste nessuno sul pianeta che non ne abbia o che non ne abbia avuti. Persino Louis Armstrong se analizzato da certi punti di vista, aveva dei limiti, ovvio e anche lo strepitoso Wynton ne ha e badate bene che è lui il primo a dirlo.
Per come la vedo io, insomma, il musicista "perfetto" non solo non esiste ma affermo con forza che non può esistere (Ed è un bene...)
Così come pensare che esista la tromba perfetta, il bocchino perfetto, è un pensiero da ragazzini, da turisti della musica. E' il tipico pensiero di chi campa di illusioni.
La vita è costruita su una serie di imperfezioni, di limiti, di difetti e da qualche rara quanto noiosa perfezione.
Direi più precisamente che perfezione ed errore convivono dando vita ad una dinamica senza la quale tutto sarebbe statico, immobile, nella continua perfezione o nel continuo errore.

"Se non c'è errore, non è musica dal vivo" L'hanno detto due ragazzi, Ellington e Monk.

Ma anche io, la vedo così.


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