Gli anelli della catena

Le tecniche di base per suonare uno strumento musicale, suggerimenti e nozioni principali.
Rispondi
stefano bartoli
Member
Member
Messaggi: 3582
Iscritto il: 16/07/2016, 21:13
Thanks ricevuti: 517

Gli anelli della catena

Messaggio da stefano bartoli »

Prendiamo a prestito per spiegare meglio, una catena audio minima, di uno studio di registrazione (ma anche lo stereo di casa...) Il risultato finale del prodotto, tecnicamente parlando, sarà dato dall'anello più debole della catena.
Una catena minima, è siffatta: Microfono, preamplificatore, effetti vari (Compressori, de esser, equalizzatori,riverberi etc) registratore multitraccia, sommatore e registratore stereo per il mastering. In questa catena vengono collegati in parallelo i sistemi di monitoraggio, diffusori near field, diffusori principali, cuffie e ciò che serve per amplificarli.
Naturalmente il monitoraggio è assolutamente determinante perchè deve dirci cosa va e cosa non va e se i monitors (Cuffie o altoparlanti non sono fedeli...)

Nel nostro ambito vale la stessa regola: Suonatore, bocchino, tromba e ambiente (Se poi ci amplifichiamo anche, la catena si allunga e inevitabilmente si complica)
Completamente sbagliato quindi concentrarsi sulle componenti del ns equipaggiamento e trascurare lo studio ed il suono che "noi, siamo in grado di produrre" di base.
E' il tipico calvario di chi dedica poco allo studio e troppo all'equipaggiamento. Ricordiamoci sempre che quando saliamo su un palco, la nostra mente è totalmente presa dalla musica e nessuno pensa in quel momento "Sto suonando la tromba xxx col bocchino YYY col microfono ZZZ etc etc."
In genere, se un musicista è davvero preparato, lo strumento fa una differenza minima e oggi giorno il 90% dei prodotti sul mercato, dalla entry level alle cose iper costose, è in grado di dare buoni risultati, la differenza sta nel manico.
Vedo troppa gente che arranca anche su una scala di C ma ha migliaia di euro di tromba in mano e bocchini "super"

In finale, mi sento quindi di dire che nella stragrande maggioranza dei casi, l'anello debole della catena siamo noi.

Occhio.


Mirco
Member
Member
Messaggi: 192
Iscritto il: 27/09/2018, 23:07
Thanks dati: 1
Thanks ricevuti: 10

Re: Gli anelli della catena

Messaggio da Mirco »

Sono d accordissimo su tutto Stefano, ma ci terrei ad aggiungere una cosa che forse è dico forse potrebbe essere fonte di discussione.
Lo studio lo studio lo studio... ma di cosa?
Ci concentriamo nello studio di cosa?
Il 90% dei video "dimostrativi" di qualcosa inerente la tromba , sono prove di estensione triple C , fischi e sibili e tecniche e accessori per ottenerli.
Bene forse mi si dirà che maggiore è la mia estensione maggiore è la possibilità di esprimermi, io non credo sia così!
Io ho letto centinaia di spartiti di Davis e di Baker e di questa roba non ne trovo.
Questi due signori penso si siano espressi molto bene, con molte sfumature, con un intensità forse unica, Davis ha esplorato tanto del territorio dove può andare un tromba e Baker magari non si è spinto così lontano ma è andato in profondità più che in distanza.
Questi due mostri sacri ci hanno insegnato tanto, ma quante volte hanno superato i confini dello strumento come estensione? Quando dicono che Rava non ha una gran tecnica mi viene da sorridere, ma queste persone sanno con chi si è permesso di suonare questo signore autodidatta , lui suonava jazz a casa loro ed era rispettato da quelli sono cresciuti a pane e jazz , adesso si fa la gara di fischi.,... e ci se la tira anche per fischiare più alti degli altri.
Stefano ci ricorda sempre che è una coperta corta bene, soprattutto per i giovani ma non solo studiamo studiamo studiamo ma lasciamo perdere i numeri da circo, non servono a nulla. Anzi quello che guadagnamo in altezza lo perdiamo in cose molto più importanti ,concentriamoci su quelle.Oltre a Davis e Baker ce ne sono tanti altri, nella musica leggera De André o Battisti hanno detto meno di Mengoni solo perché non avevano la sua estensione?
Avatar utente
Matteo Giannini
Site Admin
Site Admin
Messaggi: 782
Iscritto il: 18/01/2020, 17:47
Thanks dati: 305
Thanks ricevuti: 117

Re: Gli anelli della catena

Messaggio da Matteo Giannini »

Personalmente non considero un trapezista degli acuti un musicista, come un edificio alto necessariamente buona architettura. Il timing, il timbro, gli attacchi e la ricerca di quello che vuoi dire con il tuo strumento, dovrebbero essere alla base dello studio. Stefano non èai stato un acutista perché quel suono non rientra nella sua espressività. Sandoval si perché la sua espressività è anche quello. Di esempi vicini e lontani ne abbiamo decine. Quel che so è che dallo stesso tubo io e il mio maestro, a prescindere dalla sua perizia e dalla mia scarsezza, facciamo uscire suoni differenti: ognuno di noi cerca un'anima, alcuni la trovano altri noDi certo la tecnica aiuta.
(Capo Oro) vecchio suonatore in erba.
Strumenti:
BrassOn '18
Conn: 12B Coprion '53;12A Coprion '53; 22B Victor '57; 6b late '65
Eastar etr330 Pocket
Mp:Gewa 3c e Shilke16b4 pranizzati da Stefano
Conn 7B-N; Conn4 imp.precision; Shires 1.5c; Bach 7c corp; Getzen 7c;
Posseduti: ytr1320s; ytr4335g; YTR 634 '75; 18B Coprion '55; 18A Coprion '56; Mahllion Bruxelles 671 '45
stefano bartoli
Member
Member
Messaggi: 3582
Iscritto il: 16/07/2016, 21:13
Thanks ricevuti: 517

Re: Gli anelli della catena

Messaggio da stefano bartoli »

Per quanto mi riguarda, Mirco e Matteo, avete scritto cose che anche io penso e quindi quoto al 100%

Cerco di alimentare la chiacchierata aggiungendo qualcosina dal basso della mia piccola esperienza e prendo spunto da Mirco "Si ma cosa studiare?"

Premetto che personalmente mi rimetto sotto con tecnica, estensione etc etc cioè aspetti "meccanici" quando sto scrivendo o suonando un pezzo e mi rendo conto che in un determinato punto ho difficoltà ad eseguirlo per mie carenze tecniche, altrimenti sono argomenti che ignoro in quanto mi concentro su cosa voglio dire e come, o scrivere, non cambia. Insomma, se il C trisacuto, nella mia musica non c'è, non mi interessa poterlo prendere.

Molti anni fa, in crisi di tipo di imboccatura, feci qualche lezione con Tofanelli. Mi impostò sulla Ghitalla. Bene, dopo pochi mesi facevo i fischi che citate, con estrema facilità, sottolineo, estrema. Gasatissimo, non facevo altro che fischi, anche nei concerti, le mie frasi alla fine andavano finire su trisacuti della Madonna. Il registro medio basso ne aveva però risentito nella bellezza del timbro che per anni avevo studiato amando Chet ed il primo Rava.
Insomma, non mi piaceva quello che mi stava succedendo, nonostante amici/colleghi parlottando tra loro dicevano "Dovresti sentire che note piglia quello la..."

Fu così che tornai ad una impostazione che non mi permise più quei "numeri" ma che mi permetteva di pensare, scrivere e suonare laddove da sempre trovo il mio mood, nel registro medio e basso.
Per capire cosa studiare e come farlo, è inevitabile prima di tutto capire dove vogliamo andare, cosa vogliamo ottenere e come, è impossibile studiare tutto, essere bravi in tutto, non basta una vita. Personalmente, ad esempio, non amo i trombettisti che suonano di tutto, per come sono io, scelgo una cosa e la scavo, per anni o per tutta la vita, perchè approfondirla davvero, mi prende molto tempo. Dice" Oh ma lo sai che c'è uno che fa bene tutto! Se gli va, sembra Chet, poi, sempre se gli va, sembra Maurice Andrè, poi se gli pigliano i cinque minuti innova come Miles...." Ecco, sappiate che secondo me, uno così, sul pianeta NON esiste.

Rava non ha tecnica? Certo, nemmeno Fresu ed altri, se per tecnica intendiamo fare certe cose ma allora devo chiedermi cosa sia per me la musica, cosa sia che mi emoziona o meno. Diversamente, in amore i marocchini dovrebbero essere top e non credo...E ancora, suonare come Chet o Miles, o come Harrell, è tecnica? Chi lo sa, di sicuro non è affatto facile e quindi per me è bagaglio di quella persona, altrettanto prezioso come lo è il trisacuto per l'acutista.

Chi va ai concerti di coloro che basano tutto sul numero per stupire e fa gli urlettini di stupore, penso abbia una cultura musicale piuttosto discutibile, incompleta, immatura direi.

Ma oggi funziona così, per cui se tornasse in vita George Russell e ci facesse ascoltare uno dei suoi live,in molti storcerebbero il naso lo so, invece è stato uno dei geni del 900. Per dire.

Viva le "stecche" di Miles, per sempre. Perchè è grazie alle persone come Miles che le arti sono progredite e non certo grazie al numero per stupire il pubblico, quello è intrattenimento non più nobile del piano bar.
Rispondi