Qualche consiglio sull'improvvisazione

Metodi, scale, arpeggi, swing, tutto sulle tecniche di improvvisazione
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stefano bartoli
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Qualche consiglio sull'improvvisazione

Messaggio da stefano bartoli »

Visto che è aleggiata la domanda, cerco di dare il mio modesto contributo ai neofiti.

Qualche premessa "scolastica" l'improvvisazione c'è sempre stata, ai tempi di Bach molti erano bravi improvvisatori, tecnica che poi in alcuni "generi" è ahimè andata persa.
Per vari motivi, molti legati al sociale e alle condizioni di vita, nel jazz la cosa non solo si è mantenuta ma è diventata parte fondante.
Nel jazz esistono vari modi di improvvisare, i più noti: tematica, tonale, atonale, modale.

Per questioni di spazio cercherò di fare una sintesi di ciò che maggiormente viene usato.

Oggi giorno a parte il jazz mitteleuropeo (Kenny Wheeler, Tomasz Stanko etc) si suona molto Hard Bop stilisticamente parlando, anche se la rete ha consentito il mischiarsi di molte culture, per cui oggi in posti come New York si può ascoltare di tutto mischiato a tutto, bello.

La base per una buona improvvisazione parte dalla conoscenza "feroce" del tema (melodia e accordi) feroce significa saper suonare un tema in più tonalità, fischiettarlo tranquillamente e in fine riconoscerlo anche solo ascoltandone gli accordi. Questo richiede molto studio e moltissima pratica.

Il jazz si basa moltissimo sulla pratica, che svilupperà molto il nostro orecchio. Ma naturalmente studiare armonia (almeno armonia funzionale) è fondamentale per capire le famiglie di accordi e come queste si concatenano.

Le concatenazioni accordali potrebbero essere equiparate a quando scriviamo una lettera, nessuno direbbe "Ieri andato sono supermercato al ed usato ho la macchina..." Le progressioni accordali devono sempre quindi, rispensato al momento, in tempo realepondere ad una logica e questa la si impara studiando armonia.

Partire dallo studiare bene il tema ci permetterà in parte di capire le progressioni accordali perchè il tema è interno a queste e viceversa, sono come cose a specchio.
L'improvvisazione altro non è che un tema vostro  pensato e suonato al momento, quindi più diventate veloci nel capire, pensare e rispondere, più il vostro solo sarà bello e "corretto"

Uno dei modi base e forse il più diffuso (Rollins ne è maestro) è l'improvvisazione tematica. Si chiama così perchè prende molto dalla melodia del tema, lo richiama spesso, vi allude, si allontana dal tema se si è bravi e poi vi ritorna.: studio feroce del tema, e pratica degli arpeggi sugli accordi di questo
La base cmq dalla quale un neofita può partire è  studio (feroce...) del tema e poi iniziare a suonare in sequenza gli arpeggi di tutti gli accordi presenti nel tema stesso. Man mano che si diventa bravi (praticando e studiando armonia) si può iniziare ad ampliare gli arpeggi di detti accordi aggiungendo le parti "alte" dell'accordo, ad esempio se avete un accordo C questi è formato da C E G (una triade) potrete aggiungete B D F A e cioè la 7° la 9° la 11° e la 13°.

Usando le parti "alte" dell'accordo vi allontanerete dal suono base dell'accordo stesso e l'effetto sarà qualcosa di più difficile ma meno banale, Coltrane ci ha speso una vita nello sviluppo nelle soli parti alte dell'armonia.

In fine inizierete a "miscelare" a vostro gusto arpeggi e scale relative e avrete già un fraseggio articolato.

Naturalmente l'improvvisazione deve avere una "forma" ed è quella che vi da la struttura del pezzo (Blues, anatole, AABA) come gli accordi partono, si sviluppano e chiudono, lo stesso devono fare le vs frasi, sennò viene un merdaio (scusate il francesismo).

Consiglio di iniziare a fare pratica in questo modo: prendete le prime due battute del giro armonico e suonate frasi che durino due battute, quando lo farete in scioltezza, avrete abituato il cervello a suonare moduli di due battute. Passate ora a quattro battute.

Siccome il 99% delle strutture è su multipli di 4 saprete sempre dove vi trovate!

Consiglio finale sacro: contate su voi stessi, sul vostro orecchio, non dipendete mai da cosa fanno gli altri (basso e piano) dovete assolutamente essere sempre coscienti di dove vi trovate nella struttura e lo studio di cui sopra serve a questo.
Soli semplici ma "logici" e poche note ma belle.
L'altra "arma" da studiare con ferocia è l'uso delle pause, importanti come le note!!!

Troppe note o troppe pause non fanno bene, trovate un giusto balance.

Se avete messo una bella nota che canta da dio su un accordo, non mettetene subito altre, lasciatela decantare nell'aria e facciamo su questo un esempio finale. Se parlate con una ragazza e gli dite "Ti amo" questo è già il massimo, l'effetto è garantito, di solito ah ah ah

Se invece le dite "Ti amo, perchè hai un buon odore, le tue mani sono bellissime e poi ti ho vista ieri eri bellissima mentre pensavi ed io sai sto cercando un certo tipo di ragazza bla bla bla bla..." Questa si alza e va in cerca di qualcun altro....


Per il resto, ascoltate quanta più musica potete ma sempre selezionata e soprattutto varia, non fate l'errore di ascoltarvi solo trombettisti o peggio un solo trombettista.

Studio da privilegiare su tutto, il Blues, madre di tutto il jazz. Un jazzista che non sappia padroneggiare il blues non è una cosa accettabile.

Ci sarebbe molto altro ma questo è già abbastanza per muovere i primi passi.

Ah, registratevi sempre quando studiate, vi consentirà di sentire a che punto siete veramente.

Ciao


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yanez
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Re: Qualche consiglio sull'improvvisazione

Messaggio da yanez »

Ottimi consigli, chiari ed efficaci.  
Se hai tempo e voglia puoi dire due parole sull'improvvisazione atonale di cui accenni?  Grazie ciao
stefano bartoli
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Re: Qualche consiglio sull'improvvisazione

Messaggio da stefano bartoli »

L'improvvisazione atonale ha vari modi di essere interpretata. Comunemente conosciuta come Free jazz (anni 60 al top).

Il free jazz però non è tutto atonale, c'è molta musica che si muove attorno ad un centro tonale ma con regole diverse dalla tonale  e Ornette Coleman ne è uno degli esempi più alti ma i musicisti che hanno abbracciato il genere sono moltissimi, Bill Dixon, Don Cherry.

Alcuni capiscuola dell'atonalità sono: Antony Braxton,Albert Mangelsdorf, Manfred Schuf, Albert Ayler, Cecil Taylor, Milford Graves, Roland Kirk ,Andrea Centazzo, Roberto Bellatalla, Mauro Orselli, Filippo Monico, Mario Schiano e moltissimi altri.

Suonare atonale o cmq suonare quella che a volte viene definita avanguardia, richiede assolutamente la perfetta conoscenza e padronanza della tradizione (degli stili precedenti) poichè le avanguardie non sono altro che il rielaborare la tradizione.

Chi pensasse di fare avanguardia senza ad esempio saper girare alla grande su strutture tonali, blues incluso, si farebbe parecchie illusioni...

Ci son stati gruppi che hanno saputo fare avanguardia in maniera splendida ed oggi sono giustamente sulle enciclopedie, Art Ensamble of Chicago, Note Factory, Sun Ra Arkestra, Masada di John Zorn, Five Elements di Steve Coleman, Don Ellis Orchestra e molti altri.

Personalmente ritengo che il Free jazz non fu mai un "genere" a se stante, in grado di dettare regole ma piuttosto un momento di protesta, di rottura col passato e vi ertano incluse forti motivazioni raziali, così come lo fu il Be Bop, con la differenza che il Be Bop riuscì a diventare un vero e proprio "genere".
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yanez
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Re: Qualche consiglio sull'improvvisazione

Messaggio da yanez »

Grazie :)
 Io cito, visto che suona(va) il nostro strumento, il grande Lester Bowie cofondatore dei AEOC da te segnalati, ciao
stefano bartoli
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Re: Qualche consiglio sull'improvvisazione

Messaggio da stefano bartoli »

Lester è da sempre il mio mito assoluto. Nel 2006 ho avuto in casa tre giorni  Don Moye perchè dovevamo suonare insieme, mi lasciò un sacco di bootleg di AEOC e dei Leaders (altro super gruppo di Lester)

Un gigante dell'innovazione.
stefano bartoli
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Re: Qualche consiglio sull'improvvisazione

Messaggio da stefano bartoli »

Una delle massime espressioni in vari aspetti sacri nella musica: il balance dei mezzi usati, lo stile, la grandissima classe, il timing qui da manuale.

Non nel pianoforte ma nella batteria.

Fare poco ed ottenere il  massimo in tutto questo.

Max Roach, uno dei padri della batteria, una delle sue frasi ricorrenti "Qualsiasi strumento suoniate, dovete assolutamente studiare almeno un pò di pianoforte, non per diventare pianisti ma per capire veramente cosa succede nella musica".[youtube]NzrS4pkOF2c[/youtube]
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