Volver, Il giro del giorno in 80 mondi, Opening night, Animals, The plot, Quater ed il mio preferito in assoluto, The pilgrim and the stars, un capolavoro assoluto sotto molti aspetti ed arricchito (come Volver) dalla presenza dell'immenso Dino Saluzzi ed altri giganti[youtube][/youtube].
Questi gli album che tra tutti quelli avuti, ho letteralmente consumato. Parliamo del Rava di molti anni fa, quello che ho amato ed al quale ho cercato di rubare certi concetti tematici.
Mi limito a pubblicare Animals con un Mancinelli splendido alla chitarra ed un Beggio bravissimo pur sedicenne..
Bellissimo questo progetto. Rava è un musicista poliedrico a me piace tuttora che ha una certa età , certo in quel periodo credo si divertisse alla grande.
Ha inciso moltissimo Rava, ha inciso di tutto con tutti. Chi lo vedesse esclusivamente come un romantico tracciatore di linee mediterranee sbaglierebbe di brutto. Autodidatta fortunatissimo, ha avuto possibilità di crescere con certa crema, sia in Argentina che negli USA. Uno dei più grandi creatori di aforismi musicali, forse al pari di Monk pur con caratteristiche tecnico/estetiche totalmente diverse, capace, come Monk, di creare appunto un tema perfettamente compiuto in sole 8 misure, capace di temi di una forza devastante pur utilizzando spessissimo accordi e progressioni che potremmo definire scolastici e linee melodiche "infantili" ma di disarmante bellezza (Blancasnow/Bella/Bellflower, Visions e Parks ad esempio) Come tutti i grandi, capace di fare suo qualsiasi tema. Per anni ho pensato che Lulu's back in town fosse stata scritta da Monk, perchè quando Monk la suonava, ne ero certo, era un tema suo, invece no! I grandi fanno questo. Rava adorava Chet ma è stato, coscientemente o meno, capace di creare una sua firma assolutamente personale, riconoscibilissima alla prima battuta e anche questo lo fanno i grandi.
Dotato di una tecnica strumentale che potremmo definire modesta, se confrontata a molti altri, ha fatto sempre grande musica, ha però sempre lasciato traccia, titolare o ospite che fosse,. Lo ricordo ospite 30 anni fa, in un live a Roccella Ionica. Della serata ricordo le meraviglie della Ghiglioni e di Mark Harris ma poi Rava mise delle linee sotto la voce che stravolsero il pezzo, facendolo diventare un capolavoro e facendo "alzare i peli a tutti"
E' un grande e dei grandi ha un atteggiamento semplice ed un istinto molto molto forte per la melodia, come i grandi non fa numeri inutili ma suona esclusivamente quel che serve. Ulteriore dote, tipica anche questa dei grandi: mettere insieme organici che funzionano, far suonare bene chiunque suoni con lui.
La discografia è nutrita e cosparsa di capolavori, titolare o ospite che sia stato, citiamone dunque alcuni dei più belli da titolare:
The pilgrim and the stars
Volver
Tribe
Enrico Rava Quartet
Easy living
The plot
Il giro del giorno in 80 mondi
Rava electric five
Quatre
Pupa o crisalide
Katcharpari
Andata senza ritorno
I'LL be around
Winter sky
Mi fermo quì ma ci sono altrettanti suoi capolavori...
Dunque io penso che suonare la tromba fa si che non si possa prescindere dal conoscere i suoi lavori, poichè rappresentano una poetica ed un fraseggio molto mediterranei, italiani direi, molto lontani dallo swing di oltre oceano, rappresentano il nostro mood e le nostre radici. Un poeta come Chet, come Wheeler, come Stanko, come Harrell,come Little, certamente diverso in certi aspetti ma per niente inferiore a questi super giganti. Potrei affermare che la melodia italiana, trombettisticamente è Rava.
Ora pigio il tasto On/Off che ho visto ha il mio PC e provvedo.
Nel caso non dovesse funzionare, staccherò la spina dalla presa di rete (come ai vecchi tempi)
Ehehehehehehe... ci penso io ma per la prosssima volta in alto a destra c'è la finestrella di ricerca per vedere se non siano già presenti argomenti aperti in merito
the "SPECIAL" ist:
38A Victor 1937 - 12B Coprion 1940 - 22B New York Symphony 1940