Tecnica/creatività

Metodi, scale, arpeggi, swing, tutto sulle tecniche di improvvisazione
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stefano bartoli
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Tecnica/creatività

Messaggio da stefano bartoli »

Nel mio passato di batterista ho avuto, come tutti, molti amori, Ian Paice, John Bonham ma poi l'ascolto del bellissimo Spectrum di Billy Cobham, mi convinse del fatto che avrei dovuto iscrivermi ad una vera scuola e studiare seriamente. Fu così che approdai ai grandi maestri del batterismo jazz: Art Blakey, Kenny Clarke, Elvin Jones, Philly Jo Jones e Max Roach. Per molti anni ho studiato approfonditamente lo stile di Roach.
Il suo batterismo è architettonicamente perfetto, meno africano di Blekey o di Elvin Jones ma strutturatissimo e molto molto elegante ed efficace.
Maestro assoluto dei tempi dispari, basti ascoltare l'immenso "Speak brother speak" o l'innovativo ed artisticamente eccelso "Drums unlimited"
La mano destra che stende un costante beat sincopato, classicissimo sul ride e la mano sinistra che inseme alla cassa racconta continuamente frasi con una logica disarmante.
Ma di Roach, non fu solo l'eccelso batterismo a colpirmi ma anche il suo impegno civile e sociale nelle lotte alla segregazione, nei manifesti per i diritti dei nero americani, nel raccontare l'Africa e l'America degli schiavi. Impegno che ha visto lui e la consorte, la splendida Abbey Lincoln, farne cosa primaria per tutta la vita. In molti collaborarono a queste denunce e rivendicazioni, scrittori, poeti, giornalisti. Da un punto di vista discografico, è moltissimo il materiale di lui e della Lincoln: Freedom now. We insist, freedom now suite. Speak brother speak. Chattahocee red e molti altri LP.

Ancora oggi ci sono musicisti "impegnati" ed altri, la maggior parte direi, distaccati da altro che non sia il pentagramma. Oggi, grazie alla tecnologia, alla rete, è più facile, rispetto anche solo a 30 anni fa, raggiungere traguardi tecnici ragguardevoli. Oggi il pianeta conta milioni di strumentisti tecnicamente impressionanti ma quanti musicisti/artisti creativi o addirittura innovativi ci sono? Non tanti quanto coloro che hanno "esclusivamente" una gran tecnica.
Non sono mai riuscito a vedere l'aspetto tecnico disgiunto da quello creativo e non sono nemmeno mai riuscito a digerire davvero, un artista lontano o addirittura disinteressato alle cose che stanno al di fuori della musica.
Il fatto è che io stesso, prima di essere un musicista, sono una persona come tutte le altre, con i bisogni e le problematiche di tutte le altre persone, dal manager al muratore, nessuno escluso.
Penso, per mia esperienza, che l'essere artisticamente rilevante, richieda l'essere un certo tipo di persona. Richiede lo scavare se stessi e mischiarsi impietosamente, con le cose del mondo, con la bellezza e le miserie del mondo. Se cerchiamo costantemente un miglioramento personale e collettivo, se abbiamo a cuore gli altri, siamo sulla buona strada per le arti. Diversamente, potremo fare note stile mitragliatrice, potremo fare il numero da circo ed avere il pubblico che ci eleva a genio ma difficilmente potremo toccare l'arte.
Il motivo per me è semplice: le arti vengono dalle cose della vita, le arti si cibano del bello e del brutto della vita e per questo non possono essere frequentate se non si è capaci di frequentare la vita.
Le arti non consentono la menzogna, il circo, dove l'illusionista usa i trucchi,si, li il trucco va bene.
Le arti, alla fine smascherano, rivelano chi veramente siamo, non c'è scampo.
Questa, la mia personale esperienza.
Nella foto allegata, vedete il classico 7/4 usato da Roach in Man from south Africa. E' semplice, scarno, feroce ed elegante al tempo stesso. Un accento sul primo movimento e poi una serie di sincopati, anche questi molto classici, sul ride. La forza sta proprio li, nella semplicità, che in questo caso lascia spazio al testo e lo rafforza creando una sottile linea di tensione continua che trova efficacia tensiva proprio nella sua ripetitività.

Il fine delle arti è spiazzare, destabilizzare, indicare, suggerire, ribaltare ma certamente mai compiacere, accondiscendere e nemmeno affermare certezze. Quello è piano bar, intrattenimento, pur nobile che sia. L'arte è scomoda per il conformista, è instabile, incerta, insicura, se no, non è arte. Nel momento in cui è il gesto artistico non vi è certezza di nulla ma piuttosto vi è tentativo.

Io la vedo e la vivo così.
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Marco Muttinelli
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da Marco Muttinelli »

Ciao Stefano bella disanima. Penso che l'arte e la tecnica siano due facce della stessa medaglia. L'arte senza la tecnica è grezza, oppure infantile, alcune volte addirittura volgare. La tecnica senza l'arte è freddo manierismo privo di anima quindi ciascuna delle due necessita dell'altra dal mio punto di vista. Chiaramente se devo privilegiare uno dei due aspetti propendo per il primo che secondo me ha più importanza. Ma la linea è molto sottile perché la percezione, proprio in virtù degli aspetti umani di cui parlavi, cambia da persona a persona e ciò che io posso percepire come fredda tecnica può essere intesa come arte da altri. Idem una mancanza di tecnica può far percepire un grande artista come minore. È il bello delle opinioni e del fatto che esistano così tante forme espressive. L'argomento è dibattuto a livello filosofico anche dal nostro Cacciari che sulle questioni di estetica ha scritto diverse cose molto interessanti. C'è stato un preciso momento storico, il rinascimento, che ha sovvertito il concetto di Arte intesa da quel periodo in poi come atto creativo individuale in opposto al "costruire secondo il disegno divino" tipico delle epoche antecedenti. In realtà la questione ha un germe molto più antico nella concezione artistica di Fidia (le mie sculture devono essere in rapporto armonico con lo spazio) e di Skopas (le mie sculture devono conquistare lo spazio)
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da stefano bartoli »

Molto molto stimolante il tuo intervento, vediamo se altri vorranno approfondire la questione...
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Marco Muttinelli
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da Marco Muttinelli »

Lo spero sinceramente perché pur essendo temi di carattere generale sono forieri di spunti di riflessione interessanti. Siccome ti ho risposto da cellulare conto di scrivere ed esplicitare meglio quanto scritto perché sono concetti da esprimere meglio. Ad esempio quanto scritto dopo al Cacciari non ha nulla a che vedere con il pensiero di quest'ultimo.
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Matteo Giannini
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da Matteo Giannini »

Il fine delle Arti, un tema dibattuto nei secoli; non è univoco, non è scienza. Carla Accardi, pittrice di Forma Uno chiosava una sua intervista dicendo: l'artista è com'è. Ci son stati periodi e luoghi in cui l'artista è stato espressione del potere e quindi ci son stati movimenti che hanno combattuto l'arte di Stato. Questo non aveva a che fare sempre con l'emotività a volte era una ricerca intellettuale che dava soddisfazione all'artista. Bramante era un'artista emotivo? Direi che la sua ricerca della perfezione del canone architettonico era cosa intellettuale. Diversa la successiva reazione Barocca e la ricerca di spazi scenici complessi. Insomma ritengo che almeno due siano le soddisfazioni che cerca l'artista uno di carattere emotivo e uno di carattere intellettuale, questo secondo aspetto è anche legato alla tecnica.
(Capo Oro) vecchio suonatore in erba.
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Conn: 12B Coprion '53; 22B Victor '57; 12A Coprion '53
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Mp:Gewa 3c e Shilke16b4 pranizzati da Stefano (le piuma di Dumbo)
Conn 7B-N; Conn4 imp.precision; Shires 1.5c
Posseduti: ytr1320s; ytr4335g; YTR 634 '75; 18B Coprion '55; 18A Coprion '56; Mahllion Bruxelles 671 '45
stefano bartoli
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da stefano bartoli »

L'ideale dell'arte (Almeno nella musica) sarebbe non registrare, non immortalare nulla, giacchè il gesto artistico vive ed ha senso esclusivamente in quel momento storico e della vita di quell'artista. Che senso ha oggi riascoltare le jam nella 52° strada fatte 70 anni fa? Molti artisti hanno rinnegato cose fatte anni prima.
E' chiaro che la mia è una provocazione, magari anche demenziale ma vuol essere anche una riflessione al tempo stesso.
Io ad esempio incido cd, posto miei video che spesso riguardo ma perchè? Ho la sensazione di farlo per scoprire miei difetti/limiti e migliorare. Ma magari, nelle cose venute meglio c'è anche del narcisismo nel riascoltarsi, anzi, c'è di sicuro.
Di certo, non amo riascoltare i cd che ho inciso, li trovo fatti male, mi lasciano quasi sempre l'amaro in bocca anche quando mi dicono altri che è molto bello, non sono di quella opinione.
L'insoddisfazione personale è sempre stata una mia costante e forse lo è per tutti e anche queste sono altre provocazioni alla discussione.
E poi sono anche distratto, mesi fa, un chitarrista col quale ho un trio, si siede e mi suona un tema. Io dico "Cazzo Luciano, è bellissimo questo tema, complimenti!!!" Lui "Guarda che lo hai scritto te, me lo hai mandato mesi fa..."

Ah ah ah
Alak
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da Alak »

Ciao.
Si sbaglia secondo me a pensare che in musica tecnica e creatività (io direi anche espressività) siano cose separate e contrarie, la tecnica è quello che ti permette di includere nell' arte l'espressività.
E dal punto di vista del musicista (piuttosto che dall' ascoltatore) l'espressività è quello che viene fuori quando la tecnica è a posto .
La creatività è appunto il saper creare un' opera.

Non necessariamente comunque la tecnica ha a che fare col progresso; l'aumento della tecnica può anche essere dovuto ad un periodo storico-artistico. Potrebbe essere una scelta comune, anche inconscia.
Nel barocco la tecnica contava molto di più che ora per esempio, in quasi tutti gli stili o generi musicali. Ora la tecnica conta molto meno.
Nel periodo romantico contava più il suono per esempio, il timbro, e anche l'orchestra lavorava su questo piuttosto che sulla tecnica.
In questo momento alcuni musicisti hanno più tecnica, ma non in tutti i generi, e non mi sentirei di dire che sono meno espressivi..
Dipende da chi, da cosa fa..
Il tutto è anche difficile da misurare. È più tecnico suonare come Clifford o come Armstrong, cos'è più difficile? e tra i due chi è più creativo? come si misura?
Se parliamo di trombettisti e di jazz, per esempio, c'è molta ricerca sul sound attualmente, molto più che negli anni '40.
Se si sente Dizzy Gillespie in confronto a Marquis Hill per esempio, lo stile del primo è molto più impostato sulla tecnica del secondo (poi anche qui, tecnica in che senso? perché qualsiasi ricerca porta sempre tecnica).

Quindi secondo me dicendo tecnica/creatività non bisogna cadere nell'inganno che siano cose così slegate, e che se hai troppo uno hai poco l'altro.
Poi, se uno per anni sa solo fare scale a mille all' ora e non crea niente, allora è un discorso diverso.
Viceversa si sentono amche persone convinte di essere creative e fare questi discorsi per giustificare il fatto che hanno una tecnica scarsa.
In ogni caso, l'arte viene sempre da una ricerca. Anche l'opera dell' artista più immediato e naturale è frutto di una ricerca, o meglio di una scoperta, tecnica appunto, interiore, espressiva, imitativa.

Come musicista a volte mi sento un ricercatore, e un artigiano, perché l'essere artisti è una conseguenza di tutto questo; uno non può dire a sé stesso: "ecco oggi voglio suonare o dipingere come un creativo"; no, è la ricerca tecnico-espressiva che ti fa diventare artista e quindi avere creatività.
Poi c'è il discorso del linguaggio: immaginiamo Caravaggio senza la sua tecnica del chiaro scuro; Miles Davis (che si dice avesse poca tecnica) senza il suo tipico attacco, e il suo suono; oppure Armstrong sempre all'ottava bassa.. Sono personaggi che hanno deciso: "questo è quello che sento, questo è quello che so fare, così dovrò fare", anche senza saperlo hanno fatto questa ricerca tecnica.
Per finire, secondo me Tecnica e Creatività sono legati, e forse alla fine, nel momento stesso che creiamo, sono la stessa cosa.

Aggiungo ancora.
L' arte deve per forza stravolgere? Non è detto. Quella è una questione di linguaggio. Ci sono opere atte a stravolgere, altre che vanno contro corrente, altre che non lo sono.. Altre che sembrano scatolette, ma hanno significati nascosti.. Altre che provocano ma non hanno nient'altro.. Dipende anche dalla sensibilità di chi fruisce dell'opera..

Poi lo stravolgere o no è una cosa soggettiva o oggettiva? Qui siamo nella sfera di cosa stravolge a me e a te.
Un mio insegnante, un musicologo, che per tante cose era pessimo secondo me, ma diceva: "l'arte è imitazione della natura". Secondo me puo l'arte nascere dall' esigenza di imitare la natura la natura umana anche, o anche una natura immaginaria.
Il come poi si vuole imitarla e il risultato che si ottiene è una questione di linguaggio; poi ci sono i mezzi che si utilizzano.
Poi c'è l'opera in sé, la tecnologia ha permesso alla musica di essere tangibile, così come è successo al teatro col cinema, o alla poesia con la scrittura..
L' arte in sé non è l'atto, può essere anche l'opera, cioè la creazione, il risultato.. Se non fosse così ci basterebbe vedere una volta uno scultore fare l'opera. Evidentemente l'uomo è alla ricerca di godere dell' arte continuamentene, di possederla per usarla a piacimento. A volte di cambiarla al proprio gusto, e questa può essere una scintilla per la creatività..

Sto divagando, perché sono dei discorsi intriganti e per niente banali..
I classici discorsi che si fanno in certi bar quando la serranda è già abbassata da parecchie ore e Il barista è più ubriaco di noi..
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da stefano bartoli »

Grazie Alak, la cosa si fa sempre più interessante. Fatevi sotto...
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Marco Muttinelli
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da Marco Muttinelli »

Alak ha scritto:Sto divagando, perché sono dei discorsi intriganti e per niente banali..
I classici discorsi che si fanno in certi bar quando la serranda è già abbassata da parecchie ore e Il barista è più ubriaco di noi..
Immagine stupenda, il tavolo con il mazzo di carte per un tresettino, i pacchetti di cicche appoggiati, il posacenere di vetro oramai strapieno di mozziconi, la sigaretta oramai a metà tenuta sul bordo esterno sinistro e la bottiglia di liquore speciale, quello solo per i veri amici nel centro. Finirà molto presto ma arriverà subito il sostituto. Quando la serranda è abbassata e tutto sembra finito, in realtà è quel momento dove tutto inizia : Wink :
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da Marco Muttinelli »

Cerco di esplicitare meglio quanto scritto ieri in immediata risposta al post.
Il concetto di "arte" ha subito una profonda e radicale modifica con l'avvento del rinascimento.
Nel medioevo e prima di questo periodo (si confronti a tal proposito Otto von Simson, "La Cattedrale Gotica. Il concetto medievale di ordine", ed. Il Mulino, 1988 - Marie-Madeleine Davy, "Il simbolismo medievale" Ed. Mediterranee, 1988 - René Guénon, "Il regno della quantità e i segni dei tempi" Ed. Adelphi, 1945 e "Simboli della Scienza sacra" Ed. Adelphi, 1962) la figura dell'artista (per lo meno inteso nel senso attuale che attribuiamo a questa parola) non esiste. Esiste, invece la figura dell'Artifex o dell'Artigiano ovvero colui che esercitava un'ars intesa come mestiere non esclusivamente intellettuale, ma richiedente un complesso di cognizioni tecniche al servizio di una particolare attitudine.

http://www.etimo.it/?term=artigiano&find=Cerca
http://www.etimo.it/?term=Artefice&find=Cerca
https://treccani.it/enciclopedia/artife ... e-Antica)/

L'artifex o artigiano è colui che nel esercitare la propria arte agisce in conformità al progetto divino ed in conformità al macrocosmo universale di cui ne riproduce i principi nel microcosmo terrestre. E' colui che che agisce non in quanto individuo ma in quanto "funzione" (strumento nelle mani di Dio). Questo è uno dei motivi per i quali non si conoscono i nomi degli architetti che costruivano i templi prima del rinascimento. Eppure visti i risultati di certe Cattedrali Gotiche non si può certo dubitare non ve ne fossero e di estremamente bravi... Questo è il punto focale. L'artista non agisce in quanto individuo ma a servizio di Qualcuno più grande di lui. (In realtà all'epoca è frequente l'espressione Ad maiorem gloriam Dei nelle sue varie forme nella quale veniva espresso questo concetto). La sua Arte non è sua ma proviene direttamente dal Creatore e l'artifex non è che le mani acciò che questa arte divenga reale nel mondo terrestre. C'è un profondo concetto di trascendenza, quindi, nell'atto della "creazione artistica" ed un preciso rapporto gerarchico tra i soggetti coinvolti in questo processo, o meglio il processo avviene secondo un principio discendente che va dal Creatore all'artifex (la sapienza infusa) ed il vero e proprio processo trascendentale che è l'atto di avvicinamento al Creatore nel momento in cui l'artifex realizza quanto ricevuto dal Creatore.
Con l'avvento del rinascimento, portatore con sé delle istanze umanistiche, scompare definitivamente la figura dell'artifex di cui sopra. L'individuo non è più connesso al proprio Creatore, pertanto, la propria creazione è frutto esclusivamente del proprio operato intellettuale e fisico. Ecco che, essendo una creazione individuale e non più sovraindividuale, come nel caso degli artifex, tale arte non è più soggetta alle regole divine, ma tali regole possono venire piegate al gusto individuale/personale.
Certo alcune regole formali rimangono, altre da regole Spirituali/Filosofiche si trasformano in regole scientifiche come nel caso della trasformazione della Perspectiva o Perspettiva (visione generale della "costituzione" del mondo)* in quella che oggi conosciamo come prospettiva che ne è esclusivamente la parte di ottica geometrica contenuta in quella. Dunque, se l'arte non è più di origine divina ma è frutto della propria individualità e capacità ogni singolo individuo, nel momento in cui crea qualcosa, si configura immediatamente come artista, ma se ciascun individuo è diverso ciascun artista creerà arte diversa da qualsiasi altro collega di "settore". Da qui la necessità di identificare l'arte creata con l'artista specifico che la ha creata. Ecco che cominciano, ad esempio, a conoscersi i nomi degli architetti (di cui il Brunelleschi è considerato il primo esempio di architetto "moderno") per identificare le opere artistiche da essi realizzate.
Proprio in questa breve disanima storica si capisce perché al giorno d'oggi non sia possibile parlare in sensi assoluti quando si parla di arte ma solo in senso strettamente relativo all'individuo che la crea o che la fruisce. Essendo creazione individuale, slegata da "regole" e da "principi" fissi ed immutabili può solo essere valutata secondo parametri individuali e come tali soggettivi. Parametri che sono prevalentemente legati alla sfera psichica della persona che valuta tale arte o la produce. Dal mio punto di vista quindi anche la contrapposizione arte/tecnica è una contrapposizione artata in quanto sono (in realtà) entrambi aspetti entrambi connaturati all'essere umano. Certamente ciascuno di noi possiede un diverso grado dell'uno e dell'altro ma nessuno ne è totalmente privo. Sta poi a ciascuno di noi svilupparli ed ampliarli fino alle proprie massime possibilità. Sempre a noi starà l'apprezzare o il non piacere l'arte altrui, ma qui chiaramente si entra in quelle "questioni" di gusto sulle quali i saggi latini ci ammonivano sempre non possano essere discusse

* Dante, Conv. II, XIII, 27: la Geometria ... è sanza macula d’errore e certissima per sé e per la sua ancella, che si chiama Perspettiva
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da NERO »

Caro Marco mi hai tolto un argomento che però avrei espresso infinitamente peggio. Ottimo punto comunque.. se perdessimo l'arte su commissione il nostro patrimonio sarebbe ben ridotto. Eppure sempre di bellezza si tratta.
Decidere cos'è un artista o cosa possa essere definita opera d'arte è questione spinosa. L'arte deve essere personale e far pensare? Anche, ma può fare sorridere, piangere.. tranquillizzare.. unire.. ricordare.
Tante forme creative devono comunque svolgere doppia funzione di ispirazione e utilità sociale. In architettura mi pare ovvio. Ma Tra le prime forme musicali la musica sacra e quella di accompagnamento alla danza sono certamente tra le più importanti. Parliamo quindi di arte finalizzata ad uno scopo.. ristretta in canoni prestabiliti.. ma forse meno importante?
Se pensiamo alle prime orchestre jazz da ballo.. e la loro funzione sociale.. sinceramente non trascurerei neanche l'hip hop non mainstream in tempi più recenti.
La musica può anche essere puro intrattenimento.. e non va considerata come inferiore.. l'utilità sociale è enorme e anche il godimento personale.. Satie pretendeva che le sue opere fossero eseguite nei caffè parigini come semplice tappeto musicale alle chiacchiere degli avventori.. stimolando la conversazione.. A me piace ascoltarle al buio e in silenzio.. speriamo non mi veda.

la produzione artistica.. musicale, può essere alta ed impegnata.. ma può anche essere leggera ed immediata.. e se è bella e riesce a parlare alla gente è preferibile ad alcuni concerti di jazz cervellotico e sperimentale a cui purtroppo mi è capitato di assistere.. in cui si saranno toccate cime inarrivabili di armonizzazione ma che mi hanno distrutto fisicamente e non mi hanno comunicato una sega.


Concordo con Stefano quando dice che la musica andrebbe solo eseguita ed ascoltata dal vivo. Per ripetere e riprendere il processo creativo ogni volta.. anche suonando a spartito in fondo.. c'è sempre qualcosa di diverso ad ogni esecuzione.. e anche tanto lavoro in più per i musicisti : Wink :
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da stefano bartoli »

Le vs riflessioni fanno riflettere, e questo è il bello di un forum.
Grazie a tutti per la passione negli interventi.
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da Marco Muttinelli »

stefano bartoli ha scritto:Le vs riflessioni fanno riflettere, e questo è il bello di un forum.
Grazie a tutti per la passione negli interventi.
Proprio cosi Stefano. Penso che questo sia uno dei post più interessanti ed importanti di sempre di tutto il forum. Pur trattando di concetti generali, o forse proprio per questo, gli stessi valori qui discussi si possono applicare anche ad ambiti più specifici (principio deduttivo). I concetti espressi nei vari interventi mi auguro divengano capisaldi del forum di qui a venire. Una sorta di pietra miliare (miles tone che il buon Miles Davis mi perdoni : Eeek : per la bonaria ironia) dalla quale il forum riparta con muovo slancio dopo questo anno così difficile e pesante per tutti. Non posso che farti i complimenti per aver lanciato il sasso nello stagno, al contempo non posso esimermi da fare i complimenti a tutti gli interventi che hanno apportato contributi importantissimi con grande serenità e misura, cosa assai rara di questi tempi ove la polemica tende ad infiammare per un nonnulla. Altri interventi sicuramente seguiranno perché il tema è ben lungi da essere concluso e cercherò di apportare qualche altro mattoncino quando gli interventi mi consentiranno di portare un contributo fattivo.
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Denis Wick: 4FL e 4BFL (fl); 4 Classic (cn)
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Marco Muttinelli
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Re: Tecnica/creatività

Messaggio da Marco Muttinelli »

NERO ha scritto:Caro Marco mi hai tolto un argomento
Caro Nero, vista la tua risposta mi sa che più che togliere ho dato la stura : Chessygrin :
il CONNsole
mail: c.g.conn.expert@gmail.com

Trumpet
22B New York Symphony 1940; 12B Coprion Special 1940; 8B Artist 1965; 6B Victor 1968
Buescher The 400 T225 1937

Cornet
Perfected Wonder e Perfected ConnQueror 1907; 82A Victor 1925; 38A Victor Special 1937; 38A Connstellation 1968


Fluegelhorn
Couesnon Monopole ?


Mouthpiece
serie Famous Artist: BI-220, BI-225 e BI-420 (tp)
serie Precision: 4 (tp)
serie Improved Precision: 4 e 5 (tp); 3 e 4 (cn)
serie Connstellation: 5 B-N, 5 B-W, 7 B-N, 9 B-N (tp)
serie E-Z Tone: Elkhart, Abilene, Eastlake (tp)
Denis Wick: 4FL e 4BFL (fl); 4 Classic (cn)
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