Re: Prana o pranizzati
Inviato: 06/11/2020, 11:24
Molto stimolante Fcoltrane il tuo post. Credo potremmo starci sopra mesi provando ognuno a dire le proprie impressioni e/o esperienze.
Ho sempre avuto pochissimi allievi nelle scuole e molti a casa. A scuola manca tutta una serie di cose di supporto, d'altra parte nelle scuole nelle quali ho insegnato, la fanno da padrone canto, chitarra e batteria, per cui la direzione tende a non cagare un gran che ne sax ne tromba. La lezione dura un'ora e francamente io in 60 minuti non riesco a far fare tutto quello che vorrei. Va tenuto in conto che la stragrande maggioranza dei miei allievi sono adulti totalmente ignoranti, per cui devo fare tutto, dalla teoria al solfeggio, all'armonia, oltre allo strumento. Ed ecco che 60 minuti non bastano. E comunque in troppe scuole si tende ad insegnare lo strumento, stop, e non a formare la persona attraverso le arti e lo trovo un gravissimo errore. Non è una quesione di soldi o tempo, è, per mia esperienza, una questione di mentalità. Ho sempre avuto discussioni, anche pesanti con i direttori di molte scuole (private) mi ci sono scornato spesso e spesso me ne sono andato sconfitto e amareggiato. Ritengo la scuola, la formazione, pubblica o privata che sia, un momento sacro della vita delle persone ed un fondamentale strumento per migliorare la vita di tutti gli esseri umani.
A casa faccio circa due ore abbondanti di lezione e si fa tutto quel che serve ma si guardano anche video, si ascolta musica di altri, si sfogliano partiture e si prende anche un caffè nelle pause, condito da due chiacchiere sulla persona, chi sei, cosa fai, cosa ti piace o ti piacerebbe fare etc etc
Questo pippone si collega per mia personale esperienza, al tuo discorso sull'orecchio. Tutte le orecchie sono strumenti eccezionali, come tu giustamente scrivi e non c'è microfono o registratore che possa eguagliarle. Un po come i riverberi, puoi andare nello studio più pazzesco del pianeta e farti gestire dal fonico più mostruoso del mondo ma nessun riverbero, nessun fonico potrà mai ricreare il suono di una ambienza dal vivo, non è assolutamente possibile.
Tornando alle orecchie, ci sono due questioni: l'educazione di quelle orecchie e il nostro senso personale di bello/brutto, giusto/sbagliato, gradevole/sgradevole etc etc
Sappiamo che le orecchie sono un microfono che va poi ad interfacciarsi col PC, il ns cervello. Per cui diventa un fatto di "come" senti e questo ha molto a che fare con l'educazione che hai ricevuto, con la musica che hai ascoltato, come tendi ad ascoltare, è un discorso troppo complesso e credo che non abbia "una" risposta ma più risposte che possono variare in ognuno. Poi c'è un concetto che chiamerei diffuso e/o condiviso, secondo il quale si tende tutti a definire un suono tendenzialmente brutto o bello e anche qui il discorso sarebbe lunghissimo e forse senza una risposta che accontenti tutti.
Da parte mia, tendo a dare agli allievi, tutti gli strumenti e l'esperienza delle quali dispongo e che come tutti quelli di una certa età, mi sono fatto in un percorso piuttosto lungo e articolato. Essendo cresciuto divorando di tutto, dai Deep Purple a Monk, dalla cameristica alle avanguardie, da Amalia Rodriguez alle voci bulgare etc etc insomma, sono vecchio e ascolto da una vita di tutto. Come molte persone, posso innamorarmi di un coro bulgaro e rimanere indifferente di fronte ad un pezzo di Tom Harrell, non "tifo" insomma per nessuno e tifo per tutti, se una cosa mi prende, non mi interessa se a cantarla è Toto Ctugno piuttosto che Ray Charles e ritengo sia una delle mie poche fortune, l'apertura mentale che per avere 62 anni, ritengo miracolosa e ringrazio chi mi ha "formato" per questo immenso dono.
Non posso però ne insegnare ne far conoscere "tutto quel che esiste o che c'è stato " sarei un alieno...però cerco di dare tutto quel che posso, poi sarà la persona se vorrà, a proseguire con questo metodo, cioè non fossilizzarsi ma allargare più possibile gli orizzonti e scavare le cose il più possibile. Cercare di non avere muri o preconcetti, amare le cose da qualsiasi parte provengano, se le riteniamo meritevoli della nostra attenzione. E poi le questione delle questioni, argomento col quale tartasso i miei allievi :perchè ascolto, o faccio musica, a cosa servono le arti, se sono un mezzo o un fine, se desidero "dire" qualcosa agli altri o se mi basta suonare da solo nella mia stanza etc etc. Interrogativi che ritengo altamente formativi e del musicista e della persona in senso lato, della società tutta infine.
Questo non credo sia assolutamente, definitivamente salvifico ma tende comunque a mettere le persone in una buona posizione, l'apertura mentale, la maggior coscienza e conoscenza possibile (in una vita...) delle cose e l'allenamento ad approfondirle più possibile.
Quindi, per me la percezione di un suono, delle sue caratteristiche, passano da una serie di ricettori/elaboratori personali, delicatissimi e che hanno a che fare con tutta la ns persona, con chi e come ha contribuito a formarci, con l'ambiente sociale nel quale cresciamo e viviamo, con cosa leggiamo e se leggiamo, con quali film guardiamo, se andiamo a teatro o meno e cosa tendiamo a privilegiare etc etc etc.
Tutto questo è immensamente interessante da discutere, da riflettere ma può darci l'effetto a volte di farci stare male, mentre il rinchiudersi in piccole sicurezze, in piccole stanze mentali, può, tenendoci lontani da auto critica,confronto e riflessioni, darci una "illusoria" felicità. E qui sta a noi scegliere.
Mi fermo qui, discorso troppo lungo e troppo complesso e poi io l'ho incasinato troppo e mi scuso di questo, comunque, grazie del post molto molto interessante.
Lascio la palla ad altri che vogliano proseguire e/o approfondire un argomento molto bello quanto spinoso e personale.
Questo forum rischia di diventare la stanza della terapia di gruppo ah ah ah Ma forse è il suo bello.
Chiedo di nuovo scusa a tutti del post davvero palloso e lungo e pensare che mi sono pure fortemente limitato. Ecco, qui si vedono bene i miei prolissi 62 anni...
Grazie a tutti degli stimoli.
Ho sempre avuto pochissimi allievi nelle scuole e molti a casa. A scuola manca tutta una serie di cose di supporto, d'altra parte nelle scuole nelle quali ho insegnato, la fanno da padrone canto, chitarra e batteria, per cui la direzione tende a non cagare un gran che ne sax ne tromba. La lezione dura un'ora e francamente io in 60 minuti non riesco a far fare tutto quello che vorrei. Va tenuto in conto che la stragrande maggioranza dei miei allievi sono adulti totalmente ignoranti, per cui devo fare tutto, dalla teoria al solfeggio, all'armonia, oltre allo strumento. Ed ecco che 60 minuti non bastano. E comunque in troppe scuole si tende ad insegnare lo strumento, stop, e non a formare la persona attraverso le arti e lo trovo un gravissimo errore. Non è una quesione di soldi o tempo, è, per mia esperienza, una questione di mentalità. Ho sempre avuto discussioni, anche pesanti con i direttori di molte scuole (private) mi ci sono scornato spesso e spesso me ne sono andato sconfitto e amareggiato. Ritengo la scuola, la formazione, pubblica o privata che sia, un momento sacro della vita delle persone ed un fondamentale strumento per migliorare la vita di tutti gli esseri umani.
A casa faccio circa due ore abbondanti di lezione e si fa tutto quel che serve ma si guardano anche video, si ascolta musica di altri, si sfogliano partiture e si prende anche un caffè nelle pause, condito da due chiacchiere sulla persona, chi sei, cosa fai, cosa ti piace o ti piacerebbe fare etc etc
Questo pippone si collega per mia personale esperienza, al tuo discorso sull'orecchio. Tutte le orecchie sono strumenti eccezionali, come tu giustamente scrivi e non c'è microfono o registratore che possa eguagliarle. Un po come i riverberi, puoi andare nello studio più pazzesco del pianeta e farti gestire dal fonico più mostruoso del mondo ma nessun riverbero, nessun fonico potrà mai ricreare il suono di una ambienza dal vivo, non è assolutamente possibile.
Tornando alle orecchie, ci sono due questioni: l'educazione di quelle orecchie e il nostro senso personale di bello/brutto, giusto/sbagliato, gradevole/sgradevole etc etc
Sappiamo che le orecchie sono un microfono che va poi ad interfacciarsi col PC, il ns cervello. Per cui diventa un fatto di "come" senti e questo ha molto a che fare con l'educazione che hai ricevuto, con la musica che hai ascoltato, come tendi ad ascoltare, è un discorso troppo complesso e credo che non abbia "una" risposta ma più risposte che possono variare in ognuno. Poi c'è un concetto che chiamerei diffuso e/o condiviso, secondo il quale si tende tutti a definire un suono tendenzialmente brutto o bello e anche qui il discorso sarebbe lunghissimo e forse senza una risposta che accontenti tutti.
Da parte mia, tendo a dare agli allievi, tutti gli strumenti e l'esperienza delle quali dispongo e che come tutti quelli di una certa età, mi sono fatto in un percorso piuttosto lungo e articolato. Essendo cresciuto divorando di tutto, dai Deep Purple a Monk, dalla cameristica alle avanguardie, da Amalia Rodriguez alle voci bulgare etc etc insomma, sono vecchio e ascolto da una vita di tutto. Come molte persone, posso innamorarmi di un coro bulgaro e rimanere indifferente di fronte ad un pezzo di Tom Harrell, non "tifo" insomma per nessuno e tifo per tutti, se una cosa mi prende, non mi interessa se a cantarla è Toto Ctugno piuttosto che Ray Charles e ritengo sia una delle mie poche fortune, l'apertura mentale che per avere 62 anni, ritengo miracolosa e ringrazio chi mi ha "formato" per questo immenso dono.
Non posso però ne insegnare ne far conoscere "tutto quel che esiste o che c'è stato " sarei un alieno...però cerco di dare tutto quel che posso, poi sarà la persona se vorrà, a proseguire con questo metodo, cioè non fossilizzarsi ma allargare più possibile gli orizzonti e scavare le cose il più possibile. Cercare di non avere muri o preconcetti, amare le cose da qualsiasi parte provengano, se le riteniamo meritevoli della nostra attenzione. E poi le questione delle questioni, argomento col quale tartasso i miei allievi :perchè ascolto, o faccio musica, a cosa servono le arti, se sono un mezzo o un fine, se desidero "dire" qualcosa agli altri o se mi basta suonare da solo nella mia stanza etc etc. Interrogativi che ritengo altamente formativi e del musicista e della persona in senso lato, della società tutta infine.
Questo non credo sia assolutamente, definitivamente salvifico ma tende comunque a mettere le persone in una buona posizione, l'apertura mentale, la maggior coscienza e conoscenza possibile (in una vita...) delle cose e l'allenamento ad approfondirle più possibile.
Quindi, per me la percezione di un suono, delle sue caratteristiche, passano da una serie di ricettori/elaboratori personali, delicatissimi e che hanno a che fare con tutta la ns persona, con chi e come ha contribuito a formarci, con l'ambiente sociale nel quale cresciamo e viviamo, con cosa leggiamo e se leggiamo, con quali film guardiamo, se andiamo a teatro o meno e cosa tendiamo a privilegiare etc etc etc.
Tutto questo è immensamente interessante da discutere, da riflettere ma può darci l'effetto a volte di farci stare male, mentre il rinchiudersi in piccole sicurezze, in piccole stanze mentali, può, tenendoci lontani da auto critica,confronto e riflessioni, darci una "illusoria" felicità. E qui sta a noi scegliere.
Mi fermo qui, discorso troppo lungo e troppo complesso e poi io l'ho incasinato troppo e mi scuso di questo, comunque, grazie del post molto molto interessante.
Lascio la palla ad altri che vogliano proseguire e/o approfondire un argomento molto bello quanto spinoso e personale.
Questo forum rischia di diventare la stanza della terapia di gruppo ah ah ah Ma forse è il suo bello.
Chiedo di nuovo scusa a tutti del post davvero palloso e lungo e pensare che mi sono pure fortemente limitato. Ecco, qui si vedono bene i miei prolissi 62 anni...
Grazie a tutti degli stimoli.