Vecchi e nuovi bocchini

Novità, misure, consigli, prove e curiosità sui bocchini.
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Maldri
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Vecchi e nuovi bocchini

Messaggio da Maldri »

Una domanda da profano e perfetto ignorante in materia: perchè negli anni d'oro del jazz ('40-'50-'60) i "grandi" utilizzavano soprattutto bocchini di diametro piccolo (più o meno profondi) e oggi si tende a partire almeno dal Bach 3C a salire. Tra l'altro il 3C moderno (con le misure attuali) non sembrava essere un "gran" bocchino....anzi! Eppure pare che oggi sia strausato dalla maggior parte dei jazzisti. Non so forse è una domanda stupida?


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Zosimo
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Re: Vecchi e nuovi bocchini

Messaggio da Zosimo »

No non è una domanda stupida , anche io
la sondai al tempo, ma credo sia solo una questione
di tempi che cambiano. Negli anni 50
andava il nodo piccolo alla cravatta poi
nei 90 inizio' il nodone.
Trombe Bb: Cinesina, Holton Revelation 1923, Carol Brass 5000
Martin Commitee 1948
Cornetta Bb: Conn 77A 1960
Flicorno: Couesnon Monopole Conservatorie 1960 o giù di lì
Bocchini: Un secchio
Non importa se la storia vintage sugli strumenti sia vera, l'importante che sia una bella storia.
stefano bartoli
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Re: Vecchi e nuovi bocchini

Messaggio da stefano bartoli »

Provo a dire la mia opinione. Premesso che da sempre esistono le mode e l'imitazione di cosa fanno gli altri. c'è stato senza dubbio un cambiamento nell'idea di bocchino e questa viene anche da una certa idea di suono.
C'è stato un tempo nel quale, moltissimi giganti suonavano con trombe "normali" e bocchini a tazza piccola, Clifford Brown ne è esempio eclatante. Il suono era peggiore? Senza dubbio era diverso da quello che molti jazzisti hanno oggi (parlo di timbro eh, non di fraseggio)
C'è stata poi un'epoca e per qualcuno c'è ancora, fatta da tazze abbastanza grandi, gole esagerate, trombe iper appesantite, booster e kit che grazie alla massa potevano stravolgere se non il timbro, almeno la sensazione del trombettista, campane di diametri ammiccanti al flicorno e via e via.
Ultimamente anche molti grandi trombettisti, son tornati a Canossa, in tutto il loro equipaggiamento, i motivi possono essere molti e personali, giusti o sbagliati ma possiamo affermare che trombe molto pesanti e gole esagerate mettono a dura prova il nostro "fisico"
Erano stonati i trombettisti che una volta suonavano con quelle robe alla Clifford? No, assolutamente no. Montagne di LP sono li a dimostrarlo. Ma certo, se oggi per affermare le proprie "filosofie" ed il proprio business, si misura l'intonazione con macchinari digitali e accordatori al cent...beh, allora alzo le mani e mi arrendo.
Ma la musica, i vari titpi di intonazione a seconda del contesto, stanno in un accordatore? Io scrivo un sonoro no.
Anche io lo uso e mi ci balocco ma poi, quando suono per davvero, l'accordatore è l'ultimo dei miei pensieri perchè la musica sta da tutt'altra parte. Oltre tutto, ribadisco che vi sono vari tipi di accordatura a seconda con quali strumenti sei affiancato su un palco, esistono vari pitch del centro del suono, esistono vari modi di relazionare una nota con l'accordo ed il basso e parlo sempre di "come" la intoniamo. Suonare con a fianco un clarinetto basso anzichè un trombone, richiede un concetto di intonazione e pitch completamente diversi e se col trombone a fianco eri perfettamente intonato e a tuo agio, col clarinetto basso sei nella stramerda...per dire. Quì non ci azzecca più nulla l'accordatore digitale che sia ma entra in gioco la tua competenza, la tua esperienza, il tuo orecchio.

Credo alla fine, che non dovremmo imitare l'equipaggiamento degli altri, chiunque essi siano, non dovremmo seguire le mode, non dovremmo credere come al Vangelo a chi produce ed ha (ovvio) bisogno di fatturare e farti cambiare equipaggiamento ogni cinque minuti, non dovremmo cercare sempre la soluzione alle nostre defainces nell'equipaggiamento.
Credo che dovremmo fare solo due cose: Trovare u8n bocchino per noi comodo, confortevole e studiare il più possibile, meglio possibile. A quel punto, tutte le ciane dei produttori non ci interesseranno più. E' pieno di mezze seghe (scusate ma quando ci vuole, ci vuole)che hanno migliaia di euro di equipaggiamento, son sempre a scrivere e pontificare, non hanno mai pace e son sempre ad inseguire novità (presunte) Poi li inviti a casa tua a fare due note sul giro di Sapore di sale...che è roba da asilo nido e scopri che non ne levano le gambe.

Questo il mio pensiero, che non vuol, essere bibbia assolutamente ma piiuttosto un invito alla riflessione (ed allo studio)

"Ne ho ben donde di siffatte ciuffole" Recitava Roul Cremona citando il poeta..
Maldri
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Re: Vecchi e nuovi bocchini

Messaggio da Maldri »

Sempre da profano, direi che sono d'accordo con entrambi, però una volta il suono ( e questo vale per tutti gli strumenti) era facilmente riconoscibile. Dalle prime note capivi chi stava suonando, oggi molto, molto, meno....tutto molto più piatto. A parte pochissimi...Avishai Cohen e pochi altri, sembrano tutti uguali. Forse però non è solo un fatto di suono! Personalmente puoi suonare quello che vuoi, ma se non ti riconosco alle prime note, beh mi sa che passo oltre. Sarà un mio problema!?
stefano bartoli
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Re: Vecchi e nuovi bocchini

Messaggio da stefano bartoli »

Non credo sia un tuo esclusivo problema. Se parliamo dei vecchi giganti la questione è alquanto dolorosa. Basterebbe citare anche solo Dizzy, Morgan, Miles per intuire quanto questi abbiano marcato il loro timbro ed il loro fraseggio rendendosi riconoscibilissimi già dalla prima battuta.
Anche in seguito però, c'è chi ha fatto altrettanto: Wheeler, Shaw, Bowie e anche il primo Fresu ma ce ne sono altri naturalmente.
Per me il fatto determinante è anche ci fu un'epoca nella quale c'erano performance dal vivo che potevano arrivare al mattino e ti potevi incrociare, confrontare con tanti musicisti ed è la storia dei Dizzy, dei Chet degli Eric Dolphy ma è un tempo molto lontano e che temo non rivivremo, almeno per ora...
Siamo tutti a rimasticare quello che fecero quei grandi, chi più chi meno...
Maldri
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Re: Vecchi e nuovi bocchini

Messaggio da Maldri »

Fresu a parte sono perfettamente d'accordo. Mi sa che questi grandi di un tempo facevano la differenza con qualsiasi bocchino. Io sento e leggo sempre di più che il Bach 3C è l'ideale, non un grandissimo suono, ma nel complesso migliore di molti altri. E in effetti è strausato, ma il suono è veramente lontanissimo da essere un "gran suono". Voglio dire, conosco trombettisti che usano un Yamaha 14B4 (è solo un esempio) o un Bach 7C o peggio un Bach 10 1/2C e hanno un suono molto più riconoscibile. Ho provato un Bach 7C Vernon e cavolo che suono, eppure tutti (musicisti da conservatorio e jazzisti) me lo hanno sconsigliato. Con il Bach 3C secondo me fai poca fatica, ti alleggerisci il carico, facile da suonare....sicuramente più di altri (provate il Gustat 2 che usava Miles), ma quanta monotonia
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