Innovazione?

Scegliere uno strumento nuovo o di recente produzione, recensioni e notizie dal mercato.
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stefano bartoli
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Innovazione?

Messaggio da stefano bartoli »

Le innovazioni, il progresso, la tecnolgia sono molto importanti ma ci sono anche altre riflessioni che varrebbe la pena fare, evitando la micidiale china del "Tutto quello che è nuovo è un miglioramento"

Gli amici intimi, conoscono il mio percorso di vita “lavorativa” molto articolato e lungo, dal momento che come molti della mia generazione, ho iniziato l'apprendistato a 15 anni per poi fare corsi serali per aggiustatore meccanico. Ho iniziato da bambino a frequentare la musica, attraverso i dischi di mio babbo ed in seguito il conservatorio Cherubini e le varie scuole di jazz.
Ho però sempre mantenuto una forte attrazione per la meccanica fino a smettere di suonare per 15 anni e fondare un'azienda di high end nella quale ero il progettista ed il prototipatore di tutte le parti analogiche e meccaniche. In quel periodo ho visto di tutto, ho conosciuto moltissimi progettisti, alcuni veri, altri improvvisati, ho ascoltato impianti di tutti i tipi e costi. Ho conosciuto persino soggetti che avevano piazzato la base giradischi in una stanza ed il grosso motore sincrono in un'altra si da rendere silenziosa la stanza di ascolto e dovendosi inventare un sistema di trascinamento davvero complicato (e molto molto costoso)
Personalmente ho progettato molti accessori ed ho diversi brevetti innovativi su giradischi ed accessori. Nel 1997 con il Midas Tube Damper vinsi il premio per il prodotto più innovativo dell'anno al CES di Las Vegas.
Tutto questo, l'esportare i miei prodotti in tutto il globo non fece mai di me una Conrad Johnson o una Audio Research, così come l'avere diversi miei brevetti, non fece mai di me un Dan D'Agostino.
Il fatto è che per essere davvero azienda di livello mondiale, servivano una serie di caratteristiche che francamente non possedevo, anche come persona, caratterialmente intendo. L'amore mai veramente morto per il suonare la musica, fece il resto e tornai a far musica con lo strumento.
Oggi, dopo aver avuto in casa, montagne di LP ed impianti high end da sogno, ascolto musica in tutt'altra maniera ma il discorso sul perchè sarebbe troppo lungo e palloso. Vi basti sapere che godo come allora ma con più soldi nelle tasche e meno, molti meno nell'impianto high end...

Veniamo al nocciolo del discorso:
Se entri nel mondo dell'hi end, nel trip, nella ristretta cerchia dei santoni dell' high end, hai forti probabilità di perderti la musica e di perdere la bussola.
E' un mondo con i suoi pregi intendiamoci, ma se esageri, ti infili in un ginepraio che con la musica non ha più nulla a che fare. Direi che come tutte le cose ha un limite, oltre il quale scatta l'adagio “Il troppo stroppia”
Le manie, alcune fondate ed efficaci, altre, vere e proprie fissazioni con pochi reali fondamenti, riguardano un largo spettro, cerchiamo di citarne solo alcune:
Trattamento del solaio per far suonare al meglio un giradischi se a telaio rigido, filtri e disaccoppiatori di corrente, sollevatori di cavi perchè non subiscano le vibrazioni del pavimento, alimentazioni super dimensionate, supporti diffusori bookshelf dal peso di 100kg per un cinque litri da 6kg, basi giradischi dal peso di una Laverda 750SF, tavolini che supporterebbero benissimo una utilitaria, condensatori di filtro dai nomi esotici ed ammiccanti (Realcap, Wondercap, Sideralcap, Musicap etc)
Fonorivelatori dal costo di una Fiat Panda nuova di pacca, bracci idem e così via
Insomma, un impianto definito top, in high end, può costare tranquillamente quanto un attico in piazza della Scala a Milano, vi basti sapere che il gira Goldmund Reference, privo di braccio e fonorivelatore, fine anni 90, costava 300 milioni di lire. Non pago, il melomane incallito e danaroso (ma c'è stato anche chi ha rovinato la famiglia a suon di debiti...) condisce poi il tutto con valanghe di accessori miracolosi, come ad esempio il disaccoppiare qualsiasi cosa a suon di “piedini magici” iper costosi o basi anti sismiche che nemmeno nel Belice...

Ma impianti così, come suonano? Da Dio,suonano da Dio se l'ambiente ed i vinili sono allo stesso livello. Se i componenti sono in sinergia tra loro. Ascoltare impianti di questo livello, può essere addirittura scioccante se non si è abituati a farlo. Ma sempre se l'impianto e l'ambiente sono ben calcolati e calibrati nelle numerose componenti. Il non capirci nulla ma essere disposti a spendere molto, fa invece molti audiofili insoddisfatti, frustrati ma clienti molto molto preziosi. Il melomane in quattrini passa gran parte della vita nel negozio di riferimento, a parlare di impianti e componenti, a cercare continuamente novità, la musica l'ascolta poco credetemi, ne ho conosciuti moltissimi. Gente che pre riscaldava l'impianto per una settimana per poi ascoltarci due vinili il sabato pomeriggio...

Poi, a qualcuno può accadere di ascoltare qualcosa di vecchio, basato su progetti vecchi ma storici, ad esempio e per fare qualche nome a random: Leak, Michaelson&Austin, Scott (quella americana a valvole eh) Nagra, Dahlquist, Bogen, Gallo Condor, Siemens etc. Ed è li che ci rimani di merda, incuriosito ti accatti pur facendo debiti, anche un vecchio giradischi EMT o un Garrad 301/401 e a quel punto ti rendi conto che certa roba, collegata e buttata sul tavolo di cucina suona di brutto. Suona in un'altra maniera certo, meno analitica, meno bisturi ma spesso molto molto più musicale di tutti i tuoi accricchi milionari che accampavano innovazione...Ed è allora che potresti chiederti, e faresti bene, se cerchi strumenti di tortura, di analisi, oppure se cerchi la musicalità della musica. Con tutti i suoi inevitabili limiti che tanto nessun impianto al mondo, potrà mai sostituire veramente le caratteristiche acustiche degli strumenti dal vivo, punto.

Bisognerebbe insomma non perdere mai la bussola, diversamente, molti dispiaceri ci attendono, bisognerebbe anche ricordarsi che chi ha fatto la storia, non è stato per caso..


Mirco
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Re: Innovazione?

Messaggio da Mirco »

Dai Stefano lasciami sfruttare la tua esperienza nell hi fi per farti il domandone.
Vinile o CD? Pregi e difetti.
stefano bartoli
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Re: Innovazione?

Messaggio da stefano bartoli »

Gesù!!! Meglio le bionde, le castane, le rosse o le nero corvino....bah...per quanto anche le rasate possono talvolta far sangue, chi non si ricorda della splendida Grace Jones ad esempio...

Scherzi a parte e cercando davvero di essere obbiettivi (che poi il cd sta scomparendo pure lui...quindi, di cosa stiamo parlando...oramai si va a pennette USB)
L'unico vero vantaggio del cd è la praticità e la capacità di storare molta musica insieme unite ad una facilità d'uso a prova di imbecille, per il resto perde su tutta la linea a mani basse. E la debacle inizia già nei circuiti di conversione, compressione e correzione degli errori del laser, per finire al clipping feroce ed improvviso del sistema digitale.
Però per onestà va detto che meglio un cd player da 500 euro piuttosto che un gira analogico della stessa cifra , anche quì, a mani basse. Il sistema giradischi (Fonorivelatore, braccio, base, tavolino e preampli) può arrivare a livelli talmente alti che per molti sono sconosciuti ma ci vogliono molti molti soldi ed è un sistema che richiede continue esperti cure Ad esempio, i bracci tangenziali su cuscino d'aria suonano da brividi ma ogni volta che cambia la pressione atmosferica, andrebbe ritarata la pompa di vuoto...Una base giradischi suona diecimila volte meglio a piano terra che sui piani appoggiati su un solaio. In finale, i sistemi giradischi economici sono nettamente inferiori ai cd player della stessa fascia e garbano solo agli anziani nostalgici dei tic toc e del fruscio che levati. Va aggiunto che un sistema giradischi di alto livello, pretende lp incisi alla grande e che costano anch'essi molti soldi, un disco inciso benino (e sono la maggioranza) su un sistema di alto livello, manifesta tutti i difetti lasciando l'amaro in bocca.
ASvere un sistema giradischi da 50.000 euro e mettere su lp incisi male, equivale ad andare a chiedere il fido in banca, in mutanda Cagi e con le infradito, quel fido, probabilmente non lo avrai...
Molti oggi, rispolverano un vecchio ed economico sistema giradischi del nonno, dalla soffitta, convinti che quello sia l'analogico, convinti che qualsiasi oggetto che giri sia un giradischi, in realtà hanno una braciolina cotta in padella e la confondono con una chianina altra tre dita e cotta sulla brace giusta...

Questa volta però non è un "secondo me" ma piuttosto l'opinione del 99% degli addetti ai lavori.
Mirco
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Re: Innovazione?

Messaggio da Mirco »

Grazie Stefano eloquente come sempre.
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Marco Muttinelli
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Re: Innovazione?

Messaggio da Marco Muttinelli »

Credo si sia trattato il punto focale, ma non abbastanza. L'ambiente di ascolto. Nella mia piccola esperienza ho avuto la fortuna di progettare un auditorium coadiuvato da uno dei migliori ingegneri acustici italiani. L'esperienza che deriva da tale lavoro è che anche un semplice gradino di 10 cm nel controsoffitto stravolge completamente il comportamento acustico di una sala o ambiente che sia. Puoi avere il miglior strafighissimo supermega impianto ma l'ambiente non idoneo che suonerà comunque da cani, viceversa potrai avere un impiantino qualunque (purché ben costruito nelle sue realizzazioni tra i vari elementi) che suonerà da urlo in un ambiente acusticamente corretto. Alcune ditte si sono riversate nella produzione di "correttori acustici ambientali" ma questi possono solo intervenire parzialmente a correggere (appunto) e non certo a risolvere completamente i problemi. Il vero impianto rimane l'ambiente tutto il resto lavora di conseguenza. Quindi come avere un buon ambiente? L'acustica ambientale ci fornisce alcuni elementi ma non esaustivi. Dipende da molti fattori, non ultimo come intendiamo personalmente l'ascolto. Un parametro interessante è il tempo di riverbero che si può calcolare, entro certi limiti, attraverso la cosiddetta formula di Sabine, ma che comunque fornisce solo indicazioni di massima sul comportamento di un ambiente. Un altro ausilio è dato dallo studio grafico delle riflessioni nei vari ordini o dalle rilevazioni fonometriche che sono sempre e comunque questioni quantitative (eccezione forse per lo studio grafico) e non qualitative. Una sala d'ascolto casalinga per un impianto hifi dovrebbe presentarsi piuttosto "sorda" nel senso di avere tempi di riverbero molto bassi (o in altri termini tempi di decadenza molto veloci) pur senza esserlo completamente. Avere omogeneità di assorbimento di tutte le frequenze (il che è praticamente impossibile) ed essere in grado di coivogliare le riflessioni dei primi cinque ordini tutte in fase verso il punto di ascolto. Forse l'unico modello in grado di soddisfare (relativamente) tali condizioni è la cosiddetta "scatola da scarpe" il cui modello è a molti conosciuto, non fosse altro che per i concerti di Capodanno. Ovviamente essendo maggiore il volume anche il tempo di riverbero si allunga, ma questo è il bello di tale modello. Ottimo per una orchestra, ottimo per un impianto casalingo. Il migliore? Magari anche no, ma un modello in grado di adattarsi a condizioni molto diverse pur continuando a svolgere al meglio la propria funzione.
il CONNsole
mail: c.g.conn.expert@gmail.com

Trumpet
22B New York Symphony 1940; 12B Coprion Special 1940; 8B Artist 1965; 6B Victor 1968
Buescher The 400 T225 1937

Cornet
Perfected Wonder e Perfected ConnQueror 1907; 82A Victor 1925; 38A Victor Special 1937; 38A Connstellation 1968


Fluegelhorn
Couesnon Monopole ?


Mouthpiece
serie Famous Artist: BI-220, BI-225 e BI-420 (tp)
serie Precision: 4 (tp)
serie Improved Precision: 4 e 5 (tp); 3 e 4 (cn)
serie Connstellation: 5 B-N, 5 B-W, 7 B-N, 9 B-N (tp)
serie E-Z Tone: Elkhart, Abilene, Eastlake (tp)
Denis Wick: 4FL e 4BFL (fl); 4 Classic (cn)
stefano bartoli
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Re: Innovazione?

Messaggio da stefano bartoli »

Interessante piccolo approfondimento Marco, grazie. Sappiamo che l'argomento è molto vasto e nei decenni sono state pubblicate molte cose al riguardo. Molti anni fa, si trovavano persino diverse pubblicazioni relative ai vari modi di progettare la regia degli studi di registrazione, ricordo che uno dei modelli si chiamava Lede o qualcosa del genere, riflettente alle spalle dei fonici ed assorbente di fronte ed un altro viceversa etc etc.
Chiaro che chi utilizza gli ambienti per "lavoro" sia cosciente degli investimenti da affrontare a partire dalla progettazione ma in hi fi, pur essendo argomento spesso dibattuto, pochissimi hanno davvero capito che il primo componente di una catena audio è l'ambiente inclusi tutti gli arredi, gli intonaci etc etc
C'era diversi anni fa, la "moda" delle trappole per le basse frequenze, i più venduti furono i Tube Traps, per'altro prodotti da qualche parte verso Lucca (vado sempre a memoria...) C'erano audiofili che riempivano la stanza con quei tubi, piazzati in quantità spesso casuale, in punti spesso casuali ma soprattutto, senza aver prima fatto una "analisi di spettro" di come si comportavano le frequenze in quell'ambiente. Il risultato era spessissimo disastroso, come è ovvio che sia se ti muovi seguendo le pubblicità ma senza coscienza/competenza,
Purtroppo va detto che l'acustica ambientale è materia assai complessa e come accenni anche tu, spesso si tratta di trovare il "miglior compromesso" perchè una soluzione perfetta in realtà non esiste ed è altresì vero che sono pochi gli audiofili che possano permettersi di stravolgere una stanza per farne esclusivamente sala di ascolto. Più spesso si deve scendere a compromessi con la moglie che davanti ai diffusori ti ci piazza un bel tavolo col piano di cristallo, orrore degli orrori in acustica ma d'altra parte è il soggiorno di casa...
Certamente, e lo scrivo con cognizione di causa, molte case son piene di componenti iper costosi che a causa di ambienti non "idonei" o di componenti che "si parlano male tra loro" suonano da schifo. Spesso un suono bisturi totalmente privo di musicalità. Ho anche conosciuto audiofili in quattrini, che avevano un impianto audio video da 300.000 euro, per guardare il Costanzo Show.
Vige molto spesso in molti cervelli, che più costa un componente, meglio suonerà, non è così, non è affatto così, o almeno, non è questa la via maestra per assortire un buon impianto, equilibrato. Se così fosse, e cambio argomento per tornare al forum, basterebbe acquistare la tromba più costosa del mondo, col bocchino più costoso del mondo e darli in mano allo strumentista tecnicamente più abile del mondo, a quel punto, saremmo davvero certi che ne uscirebbe bella musica?
Il dubbio è almeno legittimo...
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Re: Innovazione?

Messaggio da stefano bartoli »

Marco Lincetto, fratello dell'appena scomparso Francesco, pluri vincitore mondiale di arti marziali orientali, è un noto ingegnere del suono non che titolare dell'etichetta Velut Luna. Una delle poche etichette che ancora registra e produce anche una piccola quota di vinile, con un processo totalmente analogico fin dalla presa del suono.
Personaggio schietto e diretto che non ha mai fatto sconti a nessuno e per questo amato e odiato.
Comunque, personaggio di grande levatura nell'ambiente dell'high end da diversi decenni e collaboratore di alcune tra le più autorevoli riviste del settore.


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Marco Muttinelli
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Re: Innovazione?

Messaggio da Marco Muttinelli »

Confesso Stefano,
Questo video di lincetto mi ha un po' sorpreso e spiazzato conoscendo il suo pensiero ed il suo lavoro di ingegnere del suono. Qui parla di assoluti riferimenti nell'ambito dei diffusori ma fa solo un piccolissimo accenno fugace all'interfacciamento con l'ambiente in cui sono inseriti e alle elettriche a monte. Sistemi come quelli da lui citati richiedono un ambiente appositamente pensato per far sì che si possano esprimere compiutamente in tutti i loro aspetti. Mettiamoli a casa mia, tua, sua o di chiunque altro suonerebbero da schifo, o meglio sarebbe l'ambiente che li farebbe suonare in tal modo. C'è di più. Essendo così precisi e radiografanti, quando anche l'ambiente fosse perfetto, restituirebbero ogni singola defaillances della catena a monte. Siamo proprio sicuri che sia la strada giusta? Richiederebbe investimenti molto cospicui, ma (!e qui ragiono per assurdo) se io volessi l'intera orchestra a casa mia mi converrebbe ingaggiarla tutte le volte che desidero ascoltarla dal mio divano. Mi costerebbe sicuramente molto meno. La cosa fondamentale, secondo me, rimane il messaggio musicale. So bene che è "riprodotto" e ne accetto a fortiori ratione questa sua natura. Ciò a cui non rinucierei mai è quel messaggio musicale che posso ascoltare ed apprezzare, per quanto ridotto a semplice "riproduzione".
Sicuramente sono questioni delicate e profonde, sarebbe bello sentire Lincetto (che personalmente stimo profondamente per il lavoro che svolge con velut luna) su queste tematiche direttamente qui sul forum.
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Cornet
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Re: Innovazione?

Messaggio da stefano bartoli »

Personalmente penso che Lincetto abbia comunque le sue idee, con tutto quel che significa nel bene e nel male, nonostante sia un ottimo professionista. Come altri, non credo ai guru e non mi interessa nemmeno valutarne (premesso che Lincetto non si sente affatto tale!)
Per cui, come altri, ritengo affermi cose importanti a volte, meno importanti altre e non sono sempre d'accordo con le sue idee, pur stimando la persona ed il professionista.
Sul discorso musica riprodotta ed il fatto che lui dica di aver assistito la riproduzione di una grande orchestra rimanendone colpito etc etc non penso dica il falso ma penso sia anche frutto di suggestioni legate all'emotività dell'essere alla Infinity e negli USA (che credo ami particolarmente)
In conclusione, io rimango convinto cjhe non esista impianto al mondo che possa davvero riprodurre la musica dal vivo e non mi riferisco solo ad una grande orchestra sinfonica, nemmeno un violino da solo è realmente riproducibile esattamente per come è dal vivo, questa è la mia esperienza.
Per questo, forse come te, non ho mai cercato "L'impianto che riproducesse la realtà" ma piuttosto quello che pur con tutti i suoi limiti, mi emozionasse. Io la vedo così.
Credo infine che chi cerca "cose definitive, cose assolute" cerchi qualcosa che in natura non può esistere. In natura, per me, esistono cose stupefacenti ma imperfette.
Trovo l'imperfezione bellissima, o meglio, direi che la bellezza sta nell'imperfezione.
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