Dunque premesso che i tastatori, a meno di macchine non da diverse migliai di euro ma da cifre ben più alte hanno una precisione lungo i tre assi di circa 5 micron, quindi se andassimo a verificare con macchine più "sensibili" e sofisticate ritroveremo risultati ancora diversi da quello qui descritto, vale la pena fare due ragionamenti distinti.
Il primo riguarda un elemento che non è contenuto in quanto descritto e che invece è un elemento fondamentale quando si produce una qualunque cosa. Più che un elemento è, prima di tutto, un concetto basico ed essenziale di qualunque manufatto esso sia, quand'anche venga costruito o realizzato mediante macchine.
TOLLERANZA: https://it.wikipedia.org/wiki/Tolleranza_(ingegneria)
Ma prima di parlare di tolleranza, partiamo da un assunto che potremmo definire una verità di fede per chi si occupa a qualunque titolo di trasformare un progetto in un opera fisica:
le dimensioni progettuali sono pure idee, quando da idea divengono elementi fisici finiti esse si scontrano con la natura discontinua dei materiali con cui il tale determinato bene è costruito che fa si che la misura reale si discosti dalla "dimensione ideale" progettata e pensata.
Ad esempio io progetto un muro di 1 metro di lunghezza, 2 metri di altezza e 30 cm di profondità esso nella realtà non sarà mai esattamente con queste misure, perché è fisicamente impossibile che lo sia, ma sarà in alcuni punti 1,001 metri in altri 0,997 metri etc. etc. etc. in nessun caso ci sarà un punto esattamente di 1,0000000000000000000 metri.
Questo aspetto poi va tenuto presente nella seconda parte ovvero quando si effettuano le rilevazioni, dal momento che l'attività di "rilievo" di un qualunque manufatto segue delle logiche che non prescindono da questo aspetto e dalla tolleranza considerata.
Ergo torniamo alla tolleranza che è l'elemento che ci da la vera corrispondenza tra quanto prodotto o quanto rilevato e la misura ideale che tale elemento ha o dovrebbe avere. In altre parole la Tolleranza è il margine di scostamento della misura fisica dalla misura ideale.
Secondo aspetto, per quanto detto sopra chiunque si occupi seriamente di rilevazione di misure in primo luogo definisce la tolleranza in secondo luogo procede ad una serie ripetuta di misurazioni (minimo tre ma possono anche essere centinaia dipende da cosa si vuole rilevare e quale precisione si voglia avere) dell'oggetto. Una volta effettuate le n misurazioni provvederà a "pesarle" ovvero a farne la media punto per punto di tutte le enne misurazioni effetuate. A quel punto avra un certo valore che, sommato ad un idoneo dei possibili valori compresi nel range di tolleranza, se coincide con la misura ideale si ritiene valido. In altri termini se il valore della misura pesata rilevata si discosta dalla misura ideale per una quantità inferiore al valore della tolleranza si ritiene tale misura oideale come valida.
In queste condizioni si può cominciare a ragionare seriamente di come possiamo definire due bocchini uguali.
Quindi primo passo stabilire la tolleranza accettabile, secondo passo condurre una campagna di rilevamento fatta in modo appropriato e per finire verificare i dati ottenuti confrontandoli con il modello ideale.
Vi è poi una questione non di poco conto. Ovvero abbiamo a che fare con imboccature usate di cui non conosciamo la vita, gli eventi, i traumi subiti e gli stress intercorsi da quando è stato fabbricato a quando ne effettuiamo il rilievo.
Per esempio se uno per pulirlo nel corso degli anni ha usato abrasivi o altri sistemi meccanici può avere creato delle deformazioni anche superiori alla tolleranza che abbiamo deciso.
Ricordiamoci che l'acqua scava la pietra...
C'è poi una ulteriore questione piccolissime variazioni di forma (scostamenti) dal modello ideale quand'anche superiori alla tolleranza decisa sono sufficienti a far si che il tale bocchino suoni diverso da quello più aderente al modello ideale? Non penso proprio a meno che tali variazioni non siano effettivamente molto consistenti e i discostamenti cambino radicalmente la forma e/o il volume della tazza.
Tutto questo pippone per dirci di non farci troppe pippe