Passione vs. Business: l'equilibrio nell'arte e nella musica

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kkongiu
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Passione vs. Business: l'equilibrio nell'arte e nella musica

Messaggio da kkongiu »

Ciao a tutti!

Vorrei aprire una discussione sull'importanza della passione nella vita artistica e musicale, e come spesso il business possa influenzarne la natura. Nel mondo odierno, dove l'industria musicale e artistica è sempre più orientata verso il successo commerciale, mi chiedo se questo approccio stia compromettendo l'autenticità e il valore culturale delle opere.

Da un lato, la passione è ciò che alimenta l'arte. È ciò che spinge gli artisti a creare e a comunicare messaggi significativi attraverso la loro opera. La passione consente loro di esprimersi liberamente, di esplorare nuovi territori creativi e di lasciare un'impronta tangibile sulla società e sulla cultura.

D'altro canto, l'aspetto commerciale del settore artistico può rappresentare una sfida per gli artisti. Spesso, per ottenere visibilità e successo, devono fare compromessi e adattarsi alle tendenze dominanti. L'industria stessa può spingere verso la commercializzazione, influenzando la direzione artistica e favorendo un approccio più "mainstream".

Ma dov'è l'equilibrio? Possiamo trovare un modo per preservare l'autenticità artistica e allo stesso tempo trovare una via sostenibile attraverso il business? Esistono esempi di artisti che sono riusciti a raggiungere il successo commerciale senza compromettere la loro integrità artistica? E quali sono le conseguenze culturali di un'industria orientata esclusivamente verso il profitto?

Personalmente, mi affascina il rock degli anni '60 e '70, dove molti gruppi avevano l'obiettivo di lasciare un segno tangibile sulla società e sulle idee delle persone. Ma guardando al panorama musicale odierno, mi chiedo se siamo ancora in grado di trovare artisti che si siano sfiancati nella ricerca della loro passione e che abbiano qualcosa di autentico da dire.

Vorrei sentire le vostre opinioni su questo argomento. Cosa pensate dell'interazione tra passione e business nell'arte e nella musica? Avete esempi di artisti che sono riusciti a mantenere la loro integrità? Come possiamo promuovere una cultura artistica che valorizzi sia la passione che il successo commerciale?

Non vedo l'ora di leggere le vostre opinioni e di avviare una discussione approfondita su questo argomento!

Grazie a tutti e buona giornata!


Fcoltrane
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Re: Passione vs. Business: l'equilibrio nell'arte e nella musica

Messaggio da Fcoltrane »

Tra tutti mi viene in mente Tom Harrel tra gli stranieri Suona quasi esclusivamente jazz con grande passione. In realtà moltissimi dei musicisti di quella generazione tutt’ora suonano con passione ad altissimo livello e mantenendo la loro “visione” . Tra gli italiani Stefano bedetti . Un sassofonista che dedica giornalmente la sua vita alla musica con sessioni di studio che spaventerebbero chiunque e si sente da come suona .
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Marco Muttinelli
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Re: Passione vs. Business: l'equilibrio nell'arte e nella musica

Messaggio da Marco Muttinelli »

Ciao Gianluca,
il post è molto interessante e perdona se intervengo solo ora. Preso da mille faccende ho sempre procastinato ma finalmente eccomi qui.
Non ho mai nascosto la mia visione molto "radicale" su certe tematiche, quasi una kierkegaardiana out-out per la quale alla fine si arriva necessariamente alla contrapposizione di due scelte completamente antitetiche. Ogni forma di "compromesso" significa necessariamente disattendere una (o entrambe) le possibili scelte antitetiche. Questa visione così radicata e radicale deriva dalla natura "duale" del nostro mondo manifesto (luce/ombra, vita/morte, essere/non essere, giorno/notte, principio/conseguenza etc. etc. etc.) che può essere superata esclusivamente mediante un principio di ordine superiore, che contenga gli opposti "duali" e li fonda in un unicum (banalizzando il concetto Aristotelico di "motore immoto" per intenderci), che appunto non appartiene al solo mondo della manifestazione ma anche quello della "non manifestazione".
Ma, appunto, poiché il nostro è il mondo manifesto dobbiamo necessariamente mantenerci nei binari della dualità con i quali tale mondo si manifesta e quindi le due questioni da te citate sono esattamente una di quei binomi "duali" per i quali l'eventuale compromesso inficia la natura ultima e profonda di ciascuna istanza pura.
Ovviamente dovendo attuare una scelta così radicale la mia personale risposta non può che essere a favore dell'arte a discapito del "successo". In questo senso apprezzo infinitamente un Lennie Tristano, probabilmente il più geniale jazzista di tutti i tempi e (sicuramente) uno dei musicisti più geniali di sempre, per la scelta di allontanarsi completamente da tutto ciò che avrebbe potuto portargli fama e successo per dedicarsi completamente alla musica ed essere libero di esprimere compiutamente tutto ciò che riteneva importante scrivere e trasemttere attraverso la propria musica, scevro da qualunque condizionamento esterno indotto od autoindotto.

https://en.wikipedia.org/wiki/Lennie_Tristano
CONNichi wa ikaga desu ka
今日は如何ですか



"SPECIAL"...ità della casa:
38A Victor 1937; 12B Coprion 1940; 22B New York Symphony 1940;
alla disperata ricerca di un trombone 4H Artist di questa famiglia se ne vedete qualcuno fate un fischio...

i miei tessssssori:
82A Victor 1925; 12A Coprion 1946; 37A Connstellation 1961; 5A Victor 1965; 60B Super Connstellation 1969

OUT of CONN
Buescher The 400 T225 1937; Couesnon Monopole Fl. ?


Imboccature: Conn, Denis Wick e Frate Precision
strumenti e bocchini vintage disponibili per informazioni scrivere a: c.g.conn.expert@gmail.com
muggsy
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Re: Passione vs. Business: l'equilibrio nell'arte e nella musica

Messaggio da muggsy »

ciao,
l equilibrio nelle arti,qualsiasi arte, è cosa abbastanza difficile da tenere ,da sempre penso,sia perche vuol dire scendere a compromesso con la tua arte e cioe con te stesso ed il tuo pensiero.........sia perche sicuramente devi rinunciare/modificare un qualcosa che potrebbe dar noia al grande pubblico o critica....del resto è molto piu difficile anche tenere una linea dura,assolutista e pura della propria arte specie a gli inizi........uno rischia di venir eliminato/scartato col rischio di sentirsi dire "chi si crede di essere"...........difficile fare l artista.Del resto se uno di quello vuol vivere e manifestare il suo talento/arte qualcosa devi "aggiustare",almeno io la penso cosi,ma aggiustare non vuol dire per forza tradire o sminuire la proprie idee e capacita.
saluti
trombe benge anniversay-CONN 36 B-holton 48-Conn 22b Victor 1956
mounthpiece schilke 13b- Frate 3 HS 106 -Frate 4 HS 106- Monette B4LS1-EZ TONE.USA
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Matteo Giannini
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Re: Passione vs. Business: l'equilibrio nell'arte e nella musica

Messaggio da Matteo Giannini »

Carla Accardi, esponente di Forma1 diceva "l'artista è com'è" Incontestabile affermazione che definisce la personalità, ognuna differente, di chi viene definito artista. Difficile dire "io sono un'artista" forse più semplice dire io lavoro in campo artistico. Cosa certa è che il percorso è personale e faticoso e richiede, forse come per ogni attività creativa, tanta dedizione e studio. Anche quelli che nel tempo abbiamo definito geni hanno sgobbato come i matti per raggiungere la possibilità di affermare la propria arte; Ritengo che ognuno abbia la sua, il suo linguaggio, la sua ricerca ma tutto è legato alla capacità che, nel bene e nel male, dipende dallo studio matto e disperatissimo, come lo chiamava qualcuno. Nel mondo musicale, chi ha 350 date l'anno non ha tempo di riflettere, studiare, crescere. Chi, in campo delle arti figurative, prepara una mostra dietro l'altra, allo stesso modo, smette di pensare all'arte ma si concentra sulla produzione. Trovare l'equilibrio per continuare a crescere può essere un problema. Come dice la mia socia: averceli questi problemi!
(Capo Oro) vecchio suonatore in erba.
Strumenti:
Conn: 12B Coprion '53;12A Coprion '53; 22B Victor '57; 6b late '65; 80a '61
Eastar etr330 Pocket

Posseduti: ytr1320s; ytr4335g; YTR 634 '75; 18B Coprion '55; 18A Coprion '56; Mahllion Bruxelles 671 '45; BrassOn '18
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