Nel momento che tutto lo scibile è raggiungibile, tutto diventa maniera. Non è una questione di bello o brutto, mi piace o non mi piace. Almeno la penso così.
Nel momento che tutto lo scibile è raggiungibile, tutto diventa maniera. Non è una questione di bello o brutto, mi piace o non mi piace. Almeno la penso così.
Io avevo inteso che l'articolo iniziale fosse di John Lewis e non di Arrigo Polillo.
Su questo punto ripeto quanto già detto: "sapreste citare una corrente, un'innovazione successiva agli anni '70 che sia degna di sedere allo stesso tavolo con tutto ciò che è accaduto nei precedenti cinquanta? A me non viene in mente niente. Sicuramente ci sono stati e ci sono ottimi musicisti ed autori ma come creare qualcosa di valido (in termini di melodie, armonie, organici, tecnica improvvisativa) che non si ricolleghi a qualcosa di già sentito? Cosa altro dire che non sia già stato detto?"
Potremmo organizzare un funerale alla New Orleans, con trombe e tromboni al seguito.
Che ti disse?
io credo che una domanda posta in questo modo presupponga già la risposta che però non "salva" quasi nessuno.Navarro ha scritto: ↑08/07/2024, 17:51Su questo punto ripeto quanto già detto: "sapreste citare una corrente, un'innovazione successiva agli anni '70 che sia degna di sedere allo stesso tavolo con tutto ciò che è accaduto nei precedenti cinquanta? A me non viene in mente niente. Sicuramente ci sono stati e ci sono ottimi musicisti ed autori ma come creare qualcosa di valido (in termini di melodie, armonie, organici, tecnica improvvisativa) che non si ricolleghi a qualcosa di già sentito? Cosa altro dire che non sia già stato detto?"
Come già detto, ognuno di noi è libero di giudicare e dare un proprio valore a ciò che ascolta.
Navarro ha scritto: ↑08/07/2024, 17:41Io avevo inteso che l'articolo iniziale fosse di John Lewis e non di Arrigo Polillo.
Suppendo che io abbia capito bene, la domanda è ora: decide Lewis cosa è arte e cosa non lo è? Sì e no.
Possiamo rispondere sì se pensiamo all'immensa preparazione musicale di Lewis al cui confronto tutti noi del forum facciamo la figura delle formichine di fronte ad un gigante. Oppure possiamo rispondere no: l'arte, come prodotto della creatività umana sfugge ad una valutazione "oggettiva" e ciascuno di noi può chiedere rispetto per il proprio concetto di arte.
Personalmente mi sento un pò distante dalla seconda idea che, applicata alla lettera, farebbe sparire il concetto stesso di arte: tutto lo è, nulla lo è. Se vedendo la Cappella Sistina la quasi totalità delle persone, dotte o meno, rimangono estasiate, beh, direi che quella è Arte, al di là di quello che può pensare l'ultimo tizio in fondo a destra.
Ciò non toglie che ciascuno di noi abbia i propri gusti e può tranquillamente dire "preferisco questo a quello" senza dover per forza impelagarsi in una classifica di merito.
Marco Muttinelli ha scritto: ↑08/07/2024, 16:36 Bisogna fare un passo indietro e comprendere un punto essenziale senza del quale si finirebbe a ragionamenti del tutto particolari.
Ovvero se l'Arte (di cui la musica non ne è che una forma espressiva particolare) sia un concetto assoluto, meglio ancora un archetipo o se l'arte sia un concetto relativo.
Lo stesso dicasi del Bello e del bello.
Queste due posizioni, antitetiche a priori, mi sembra stiano chiaramente emergendo in questo post (e grazie al cielo queste sono le discussioni che mi piacciono assai ).
Ora considerare l'Arte come un archetipo ha delle implicazioni necessarie per nulla indifferenti.
Se l'Arte è assoluta, ovviamente, si può anche definire se una una sua forma particolare sia effettivamente Arte o meno.
Se si considera l'arte come mera espressione di un afflato sentimentale umano anche questa posizione ha delle implicazioni necessarie per nulla indifferenti, la principale è il non poter definire in alcun modo cosa sia arte e cosa non lo sia.
Ciascuno di noi (guardando in sé stesso) potrà capire quale delle due visioni è la più idonea alla propria concezione della vita.
Si potrà obiettare che tra Arte come archetipo e arte come espressione sentimentale possono esistere infinite posizioni intermedie.
Ma un tale ragionamento, di per sé, esclude a priori l'Arte come archetipo ed in ultima analisi si torna alla dualità proposta ovvero dell'Arte assoluta e dell'espressione sentimentale.
Dato che il nostro mondo si fonda propriamente sui dualismi (assenza di luce/luce, assenza di suono/suono, bene/male etc.) potrebbe essere interessante per ciascuno capire come superare questo dualismo per addivenire ad una sintesi effettiva che è quella che, personalmente, ritrovo in molte opere del passato siano esse architettura, pittura, musica, scultura, letteratura.
Quasi come se la visione contemporanea media (che tende ad escludere la possibilità dell'Arte come archetipo) porti come conseguenza diretta l'impossibilità di realizzare opere in grado di superare il tempo contingente e di raccontare un qualcosa di meritevole alle generazioni future.
Una doverosa precisazione ho utilizzato in maniera del tutto errato il primo termine "dualismo" cito me stesso