Consiglio a tutti i miei allievi di non limitarsi (nella parte pratica) a suonare su standard e canzoni USA ma di "cliccare a caso" su you tube ed esercitarsi a suonare su tutto, rigorosamente: senza spartito, senza aver nessun preavviso ne del centro tonale ne delle eventuali modulazioni.
Ecco una buona raccolta...
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Bella idea. Almeno queste perle ci appartengono.. molto di più di tanto standards americani. E se una canzone non la hai interiorizzata tirarci fuori un minimo di improvvisazione melodica è dura.
Sono d accordissimo e per di più non penso che la nostra tradizione sia inferiore a quella degli altri anzi... La Campania ad esempio ci ha dato vere e proprie perle in molti generi diversi . Poi la scuola genovese... Ecc ecc
Concordo con voi, come traspariva dal mio post d'altronde. La mia generazione è cresciuta prima di tutto con la musica italiana e non solo con l'hard rock, il progressive e poi il jazz. Ma non è un discorso nostalgico, è che la vita ci insegna che è meglio essere "onnivori" piuttosto che talebani.
Il talebano, secondo la mia esperienza, si perde un sacco di cose, sviluppa una mente musicale più limitata e anche l'orecchio si forma "meno".
Non si tratta di suonare per forza di tutto ma piuttosto di ascoltare ed assaggiare (suonando) di tutto, dopo di che sarà più facile fare, eventuali scelte, se proprio le vogliamo fare.
Io, che suoni col mio quintetto jazz, con il trio cantautoriale,col quartetto di musiche del Mediterraneo o che suoni per il teatro, ve lo dico, godo alla stessa maniera, mi posso emozionare alla stessa maniera e soprattutto, metto lo stesso identico impegno in tutti questi progetti.
E trovo la stessa bellezza in un pezzo di Coltrane così come in una canzone di De Andrè, quando uno è un gigante, lo è a prescindere dal "genere" e mi sento fortunato per questo mio atteggiamento.
Non mi è mai piaciuto dire che "faccio il jazzista" dal momento che alla fine, faccio musica, punto.
Grazie Stefano, si, concordo, come molti di noi, dopo anni di studio, di ascolti del jazz di oltre oceano,maneggiando tutti i brani scritti da me, noto che su tutto prevale sempre la ricerca della melodia più "bella" possibile.
E' evidentemente il nostro "DNA"
D'altra parte anche nel jazz mondiale mi rendo conto di aver amato e saccheggiato,i più "melodici" anche tra i trombettisti, Bowie, Harrell, Wheeler, Little, il primo Rava o anche Coltrane, Pharoah Sanders etc. Adoro al contempo anche Monk o Booker Little ma li mi rendo conto che devo attivare altri tipi di ragionamento nell'ascolto, anche se inconsci. Poi ci rifletto e mi chiedo "Perchè adoro Monk?" E la risposta è buffo ma è la stessa : le armonie fantastiche di Monk le sue architetture strutturali geniali mi permettono di infilarci una quantità di frasi praticamente infinita...quindi, melodia.
Ed alla fine da italiani qual'è il genio della melodia ripresa infinite volte con geniali variazioni, dell'orchestrazione, che quasi tutti amiamo di più in assoluto? Ennio Morricone. Tutto torna alla fine. Probabilmente è anche grazie all'immenso bacino musicale del Mediterraneo che ci ha cresciuti, dal nord Africa, ai Balcani, alla Grecia al nostro sud Italia, un contenitore immenso di culture e melodie bellissime.
L'idea è molto bella e potenzialmente c'è un bacino di pezzi infinito sui quali adoperarsi.
Anzi è l'occasione per riconsiderare seriamente il nostro bagaglio musicale e valutare come mai nel giro di pochissimi anni si sia perso. Una valanga sconsiderata che ha travolto struttura musicale, arrangiamenti, testi, sintassi, grammatica, vocabolario e virtuosismo che ha lasciato una pozza melmosa ed informe della musica italiana main stream con il suo unz-unz, con testi vacui e di una banalità sconcertante pieni di orrori grammaticali ma completamente vuoti di congiuntivi e tutto il resto, l'elenco sarebbe solamente un tedioso "Guerra e Pace" in versione ampliata.
Però quei pochi che ancora suonano se avranno voglia di riscoprire questo patrimonio potranno fare veramente del bene a tutti, magari inserendo uno o due pezzi nei concerti o nei dischi. Un mezzo per far riscoprire anche agli altri che di musica buona in Italia se n'è fatta tanta ed ha ancora tanto da dire.
the "SPECIAL" ist:
38A Victor 1937 - 12B Coprion 1940 - 22B New York Symphony 1940
stefano bartoli ha scritto:
Ed alla fine da italiani qual'è il genio della melodia ripresa infinite volte con geniali variazioni, dell'orchestrazione, che quasi tutti amiamo di più in assoluto? Ennio Morricone. Tutto torna alla fine. Probabilmente è anche grazie all'immenso bacino musicale del Mediterraneo che ci ha cresciuti, dal nord Africa, ai Balcani, alla Grecia al nostro sud Italia, un contenitore immenso di culture e melodie bellissime.
Tra l'altro il buon Ennio era anche un valente trombettista!
Tp: Van Laar Oiram 2, Conn 38B 8B 10B, Bach Artisan, Blessing Super Artist, Martin handcraft committee #2 e Martin Committee #3, Courtois Evo1.
Flug: Van Laar Fresu, Kanstul 1526.
Cornet: Conn 28A 38A 80A, Committee #2.
Piccolo: Schilke P5-4