Re: Un post blasfemo (?)
Inviato: 09/02/2021, 10:33
Potremmo scherzosamente fare l'esempio della scrittura musicale. Personalmente uso varie tecnologie, incluso il digitale, per produrre musica ma non nella scrittura.
E' chiaro che se il mio mestiere fosse scrivere per orchestra, non avrei scampo nel dover passare al computer.
Avendo però sempre scritto al massimo per ottetto, ho sempre preferito scrivere a mano, cosa nella quale sono oramai piuttosto veloce. Grande vantaggio lo trovo anche nel trasporto di tonalità e chiavi che dopo anni eseguo oggi con una certa facilità e velocità, insomma, è una questione di pratica ripetuta negli anni. Ho diversi allievi ma anche colleghi che hanno una scrittura musicale pessima ma non sono io che sono miracolato, è semplicemente perchè ho sempre scritto solo a mano, ho trasportato le tonalità a mano.
Questo processo ha molto a che fare con la comprensione dello spartito e della sua "memorizzazione" La scrittura manuale, probabilmente attiva zone diverse del cervello, non lo so ma sta di fatto che se uno spartito lo scrivi a mano, il tuo livello di "coscienza" su questo, sarà probabilmente un po migliore.
Insomma, senza nulla togliere alla tecnologia ed alla automazione, indispensabile nella serialità, rimane intatto il valore della manualità in quanto diverso tipo di approccio e "conoscenza/coscienza" di molti percorsi produttivi e creativi.
Per me l'ideale è la persona che ha pratica e coscienza vera del processo manuale, ma al contempo capace di utilizzare la tecnologia, un matrimonio raro perchè le nuove generazioni nascono formandosi direttamente sulle tecnologie attuali, con tutti i pregi ed i limiti che queste hanno.
Non si tratta di rifiutare il progresso ma piuttosto di imparare e proteggere processi che hanno talvolta secoli di storia e che sono alla base di molta eccellenza in vari comparti.
In molti, esaltati dal "progresso" corsero ai banchi del fresco degli iper mercati, oggi molti fanno la caccia ai rarissimi piccoli forni a legna rimasti nelle città...o al contadino che vende zucchine sul ciglio della strada.
Ci vuole equilibrio nelle cose, il passato non sempre è negativo, il futuro non sempre è positivo.
Ci vuole equilibrio e capire che quando si promette troppo, spesso dietro non c'è molto. Il progresso, le innovazioni, sono sempre stati frutto di lunghi processi, di piccoli passi.
Uno guarda la nota "casa sulla cascata" e magari pensa che questo architetto s'è svegliato una mattina e siccome è un genio, ha sfidato tutte le leggi della fisica. Levate le casse forma, magicamente la casa non crolla, quei terrazzi a "sbalzo" tengono, nello stupore dei capomastro, dei muratori. Ma mica è magia, quell'architetto la, ci ha dedicato certamente buona parte della vita per arrivare a certi risultati, ovvio, banale. (I nostri architetti del forum potranno quì approfondire ed erudirci)
Ci vuole equilibrio.
E' chiaro che se il mio mestiere fosse scrivere per orchestra, non avrei scampo nel dover passare al computer.
Avendo però sempre scritto al massimo per ottetto, ho sempre preferito scrivere a mano, cosa nella quale sono oramai piuttosto veloce. Grande vantaggio lo trovo anche nel trasporto di tonalità e chiavi che dopo anni eseguo oggi con una certa facilità e velocità, insomma, è una questione di pratica ripetuta negli anni. Ho diversi allievi ma anche colleghi che hanno una scrittura musicale pessima ma non sono io che sono miracolato, è semplicemente perchè ho sempre scritto solo a mano, ho trasportato le tonalità a mano.
Questo processo ha molto a che fare con la comprensione dello spartito e della sua "memorizzazione" La scrittura manuale, probabilmente attiva zone diverse del cervello, non lo so ma sta di fatto che se uno spartito lo scrivi a mano, il tuo livello di "coscienza" su questo, sarà probabilmente un po migliore.
Insomma, senza nulla togliere alla tecnologia ed alla automazione, indispensabile nella serialità, rimane intatto il valore della manualità in quanto diverso tipo di approccio e "conoscenza/coscienza" di molti percorsi produttivi e creativi.
Per me l'ideale è la persona che ha pratica e coscienza vera del processo manuale, ma al contempo capace di utilizzare la tecnologia, un matrimonio raro perchè le nuove generazioni nascono formandosi direttamente sulle tecnologie attuali, con tutti i pregi ed i limiti che queste hanno.
Non si tratta di rifiutare il progresso ma piuttosto di imparare e proteggere processi che hanno talvolta secoli di storia e che sono alla base di molta eccellenza in vari comparti.
In molti, esaltati dal "progresso" corsero ai banchi del fresco degli iper mercati, oggi molti fanno la caccia ai rarissimi piccoli forni a legna rimasti nelle città...o al contadino che vende zucchine sul ciglio della strada.
Ci vuole equilibrio nelle cose, il passato non sempre è negativo, il futuro non sempre è positivo.
Ci vuole equilibrio e capire che quando si promette troppo, spesso dietro non c'è molto. Il progresso, le innovazioni, sono sempre stati frutto di lunghi processi, di piccoli passi.
Uno guarda la nota "casa sulla cascata" e magari pensa che questo architetto s'è svegliato una mattina e siccome è un genio, ha sfidato tutte le leggi della fisica. Levate le casse forma, magicamente la casa non crolla, quei terrazzi a "sbalzo" tengono, nello stupore dei capomastro, dei muratori. Ma mica è magia, quell'architetto la, ci ha dedicato certamente buona parte della vita per arrivare a certi risultati, ovvio, banale. (I nostri architetti del forum potranno quì approfondire ed erudirci)
Ci vuole equilibrio.