Innovazione?
Inviato: 12/05/2021, 10:20
Le innovazioni, il progresso, la tecnolgia sono molto importanti ma ci sono anche altre riflessioni che varrebbe la pena fare, evitando la micidiale china del "Tutto quello che è nuovo è un miglioramento"
Gli amici intimi, conoscono il mio percorso di vita “lavorativa” molto articolato e lungo, dal momento che come molti della mia generazione, ho iniziato l'apprendistato a 15 anni per poi fare corsi serali per aggiustatore meccanico. Ho iniziato da bambino a frequentare la musica, attraverso i dischi di mio babbo ed in seguito il conservatorio Cherubini e le varie scuole di jazz.
Ho però sempre mantenuto una forte attrazione per la meccanica fino a smettere di suonare per 15 anni e fondare un'azienda di high end nella quale ero il progettista ed il prototipatore di tutte le parti analogiche e meccaniche. In quel periodo ho visto di tutto, ho conosciuto moltissimi progettisti, alcuni veri, altri improvvisati, ho ascoltato impianti di tutti i tipi e costi. Ho conosciuto persino soggetti che avevano piazzato la base giradischi in una stanza ed il grosso motore sincrono in un'altra si da rendere silenziosa la stanza di ascolto e dovendosi inventare un sistema di trascinamento davvero complicato (e molto molto costoso)
Personalmente ho progettato molti accessori ed ho diversi brevetti innovativi su giradischi ed accessori. Nel 1997 con il Midas Tube Damper vinsi il premio per il prodotto più innovativo dell'anno al CES di Las Vegas.
Tutto questo, l'esportare i miei prodotti in tutto il globo non fece mai di me una Conrad Johnson o una Audio Research, così come l'avere diversi miei brevetti, non fece mai di me un Dan D'Agostino.
Il fatto è che per essere davvero azienda di livello mondiale, servivano una serie di caratteristiche che francamente non possedevo, anche come persona, caratterialmente intendo. L'amore mai veramente morto per il suonare la musica, fece il resto e tornai a far musica con lo strumento.
Oggi, dopo aver avuto in casa, montagne di LP ed impianti high end da sogno, ascolto musica in tutt'altra maniera ma il discorso sul perchè sarebbe troppo lungo e palloso. Vi basti sapere che godo come allora ma con più soldi nelle tasche e meno, molti meno nell'impianto high end...
Veniamo al nocciolo del discorso:
Se entri nel mondo dell'hi end, nel trip, nella ristretta cerchia dei santoni dell' high end, hai forti probabilità di perderti la musica e di perdere la bussola.
E' un mondo con i suoi pregi intendiamoci, ma se esageri, ti infili in un ginepraio che con la musica non ha più nulla a che fare. Direi che come tutte le cose ha un limite, oltre il quale scatta l'adagio “Il troppo stroppia”
Le manie, alcune fondate ed efficaci, altre, vere e proprie fissazioni con pochi reali fondamenti, riguardano un largo spettro, cerchiamo di citarne solo alcune:
Trattamento del solaio per far suonare al meglio un giradischi se a telaio rigido, filtri e disaccoppiatori di corrente, sollevatori di cavi perchè non subiscano le vibrazioni del pavimento, alimentazioni super dimensionate, supporti diffusori bookshelf dal peso di 100kg per un cinque litri da 6kg, basi giradischi dal peso di una Laverda 750SF, tavolini che supporterebbero benissimo una utilitaria, condensatori di filtro dai nomi esotici ed ammiccanti (Realcap, Wondercap, Sideralcap, Musicap etc)
Fonorivelatori dal costo di una Fiat Panda nuova di pacca, bracci idem e così via
Insomma, un impianto definito top, in high end, può costare tranquillamente quanto un attico in piazza della Scala a Milano, vi basti sapere che il gira Goldmund Reference, privo di braccio e fonorivelatore, fine anni 90, costava 300 milioni di lire. Non pago, il melomane incallito e danaroso (ma c'è stato anche chi ha rovinato la famiglia a suon di debiti...) condisce poi il tutto con valanghe di accessori miracolosi, come ad esempio il disaccoppiare qualsiasi cosa a suon di “piedini magici” iper costosi o basi anti sismiche che nemmeno nel Belice...
Ma impianti così, come suonano? Da Dio,suonano da Dio se l'ambiente ed i vinili sono allo stesso livello. Se i componenti sono in sinergia tra loro. Ascoltare impianti di questo livello, può essere addirittura scioccante se non si è abituati a farlo. Ma sempre se l'impianto e l'ambiente sono ben calcolati e calibrati nelle numerose componenti. Il non capirci nulla ma essere disposti a spendere molto, fa invece molti audiofili insoddisfatti, frustrati ma clienti molto molto preziosi. Il melomane in quattrini passa gran parte della vita nel negozio di riferimento, a parlare di impianti e componenti, a cercare continuamente novità, la musica l'ascolta poco credetemi, ne ho conosciuti moltissimi. Gente che pre riscaldava l'impianto per una settimana per poi ascoltarci due vinili il sabato pomeriggio...
Poi, a qualcuno può accadere di ascoltare qualcosa di vecchio, basato su progetti vecchi ma storici, ad esempio e per fare qualche nome a random: Leak, Michaelson&Austin, Scott (quella americana a valvole eh) Nagra, Dahlquist, Bogen, Gallo Condor, Siemens etc. Ed è li che ci rimani di merda, incuriosito ti accatti pur facendo debiti, anche un vecchio giradischi EMT o un Garrad 301/401 e a quel punto ti rendi conto che certa roba, collegata e buttata sul tavolo di cucina suona di brutto. Suona in un'altra maniera certo, meno analitica, meno bisturi ma spesso molto molto più musicale di tutti i tuoi accricchi milionari che accampavano innovazione...Ed è allora che potresti chiederti, e faresti bene, se cerchi strumenti di tortura, di analisi, oppure se cerchi la musicalità della musica. Con tutti i suoi inevitabili limiti che tanto nessun impianto al mondo, potrà mai sostituire veramente le caratteristiche acustiche degli strumenti dal vivo, punto.
Bisognerebbe insomma non perdere mai la bussola, diversamente, molti dispiaceri ci attendono, bisognerebbe anche ricordarsi che chi ha fatto la storia, non è stato per caso..
Gli amici intimi, conoscono il mio percorso di vita “lavorativa” molto articolato e lungo, dal momento che come molti della mia generazione, ho iniziato l'apprendistato a 15 anni per poi fare corsi serali per aggiustatore meccanico. Ho iniziato da bambino a frequentare la musica, attraverso i dischi di mio babbo ed in seguito il conservatorio Cherubini e le varie scuole di jazz.
Ho però sempre mantenuto una forte attrazione per la meccanica fino a smettere di suonare per 15 anni e fondare un'azienda di high end nella quale ero il progettista ed il prototipatore di tutte le parti analogiche e meccaniche. In quel periodo ho visto di tutto, ho conosciuto moltissimi progettisti, alcuni veri, altri improvvisati, ho ascoltato impianti di tutti i tipi e costi. Ho conosciuto persino soggetti che avevano piazzato la base giradischi in una stanza ed il grosso motore sincrono in un'altra si da rendere silenziosa la stanza di ascolto e dovendosi inventare un sistema di trascinamento davvero complicato (e molto molto costoso)
Personalmente ho progettato molti accessori ed ho diversi brevetti innovativi su giradischi ed accessori. Nel 1997 con il Midas Tube Damper vinsi il premio per il prodotto più innovativo dell'anno al CES di Las Vegas.
Tutto questo, l'esportare i miei prodotti in tutto il globo non fece mai di me una Conrad Johnson o una Audio Research, così come l'avere diversi miei brevetti, non fece mai di me un Dan D'Agostino.
Il fatto è che per essere davvero azienda di livello mondiale, servivano una serie di caratteristiche che francamente non possedevo, anche come persona, caratterialmente intendo. L'amore mai veramente morto per il suonare la musica, fece il resto e tornai a far musica con lo strumento.
Oggi, dopo aver avuto in casa, montagne di LP ed impianti high end da sogno, ascolto musica in tutt'altra maniera ma il discorso sul perchè sarebbe troppo lungo e palloso. Vi basti sapere che godo come allora ma con più soldi nelle tasche e meno, molti meno nell'impianto high end...
Veniamo al nocciolo del discorso:
Se entri nel mondo dell'hi end, nel trip, nella ristretta cerchia dei santoni dell' high end, hai forti probabilità di perderti la musica e di perdere la bussola.
E' un mondo con i suoi pregi intendiamoci, ma se esageri, ti infili in un ginepraio che con la musica non ha più nulla a che fare. Direi che come tutte le cose ha un limite, oltre il quale scatta l'adagio “Il troppo stroppia”
Le manie, alcune fondate ed efficaci, altre, vere e proprie fissazioni con pochi reali fondamenti, riguardano un largo spettro, cerchiamo di citarne solo alcune:
Trattamento del solaio per far suonare al meglio un giradischi se a telaio rigido, filtri e disaccoppiatori di corrente, sollevatori di cavi perchè non subiscano le vibrazioni del pavimento, alimentazioni super dimensionate, supporti diffusori bookshelf dal peso di 100kg per un cinque litri da 6kg, basi giradischi dal peso di una Laverda 750SF, tavolini che supporterebbero benissimo una utilitaria, condensatori di filtro dai nomi esotici ed ammiccanti (Realcap, Wondercap, Sideralcap, Musicap etc)
Fonorivelatori dal costo di una Fiat Panda nuova di pacca, bracci idem e così via
Insomma, un impianto definito top, in high end, può costare tranquillamente quanto un attico in piazza della Scala a Milano, vi basti sapere che il gira Goldmund Reference, privo di braccio e fonorivelatore, fine anni 90, costava 300 milioni di lire. Non pago, il melomane incallito e danaroso (ma c'è stato anche chi ha rovinato la famiglia a suon di debiti...) condisce poi il tutto con valanghe di accessori miracolosi, come ad esempio il disaccoppiare qualsiasi cosa a suon di “piedini magici” iper costosi o basi anti sismiche che nemmeno nel Belice...
Ma impianti così, come suonano? Da Dio,suonano da Dio se l'ambiente ed i vinili sono allo stesso livello. Se i componenti sono in sinergia tra loro. Ascoltare impianti di questo livello, può essere addirittura scioccante se non si è abituati a farlo. Ma sempre se l'impianto e l'ambiente sono ben calcolati e calibrati nelle numerose componenti. Il non capirci nulla ma essere disposti a spendere molto, fa invece molti audiofili insoddisfatti, frustrati ma clienti molto molto preziosi. Il melomane in quattrini passa gran parte della vita nel negozio di riferimento, a parlare di impianti e componenti, a cercare continuamente novità, la musica l'ascolta poco credetemi, ne ho conosciuti moltissimi. Gente che pre riscaldava l'impianto per una settimana per poi ascoltarci due vinili il sabato pomeriggio...
Poi, a qualcuno può accadere di ascoltare qualcosa di vecchio, basato su progetti vecchi ma storici, ad esempio e per fare qualche nome a random: Leak, Michaelson&Austin, Scott (quella americana a valvole eh) Nagra, Dahlquist, Bogen, Gallo Condor, Siemens etc. Ed è li che ci rimani di merda, incuriosito ti accatti pur facendo debiti, anche un vecchio giradischi EMT o un Garrad 301/401 e a quel punto ti rendi conto che certa roba, collegata e buttata sul tavolo di cucina suona di brutto. Suona in un'altra maniera certo, meno analitica, meno bisturi ma spesso molto molto più musicale di tutti i tuoi accricchi milionari che accampavano innovazione...Ed è allora che potresti chiederti, e faresti bene, se cerchi strumenti di tortura, di analisi, oppure se cerchi la musicalità della musica. Con tutti i suoi inevitabili limiti che tanto nessun impianto al mondo, potrà mai sostituire veramente le caratteristiche acustiche degli strumenti dal vivo, punto.
Bisognerebbe insomma non perdere mai la bussola, diversamente, molti dispiaceri ci attendono, bisognerebbe anche ricordarsi che chi ha fatto la storia, non è stato per caso..