Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

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Marco Muttinelli
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Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da Marco Muttinelli »

Presa dietro consiglio del buon Stefano, non appena arrivatami l’ho subito messa in rodaggio per circa 36 ore effettuando ascolti spot e poi, ieri sera, finalmente l’ho testata per circa 5 ore complessive di ascolti e queste sono le mie personali impressioni su questa cuffia.
Andiamo con ordine: acquistata su Thomann a 139 neuri compresa spedizione è arrivata praticamente istantaneamente (meno di due giorni lavorativi) in un perfetto imballaggio. Aperto il quale mi sono trovato la scatola contenete la cuffia, il cavo di tre metri, la vite di blocco del connettore del cavo (ci tornerò sopra), la garanzia e il manuale d’uso. Basta null’altro, nessun ammennicolo, nessun trosco, nessun gadget, insomma nessuno specchietto per allodole, solo sostanza.
Eccola li, lei austera nel suo design retrò, si capisce subito che ci si trova di fronte ad un oggetto del tutto particolare. Materiali “scarni” all’occhio ma di qualità eccezionale fanno di questa cuffia un vero e proprio carrarmato ma, incredibilmente, indossata è talmente comoda che è come se tale carrarmato avesse gli interni confortevoli di una vecchia Jaguar XJ. Magari non a tutti piacerà ma io personalmente la trovo esteticamente bellissima con questo aspetto vintage che rimanda agli anni 50-60 del secolo scorso.
Veniamo quindi alla prima avvertenza su questa cuffia: lo spinotto del cavo che si attacca al padiglione destro. Innanzitutto già lo spinotto in sé è una sorpresa avendo 6 contatti anziché i soliti 3, sintomo che si può utilizzare la cuffia con ampli dedicati bilanciati soluzione presente, di solito, solo su cuffie molto ma molto più costose di questa. Lo spinotto viene bloccato attraverso una vitina che richiede un cacciavite di precisione (tipo quelli da orologiai per capirci) a testa piatta da 2.40 millimetri, per cui se non lo avete procuratevene uno prima di acquistare la cuffia. Lo stesso cacciavite sarà poi quello che va bene anche per tutte le altre viti della cuffia, ad esempio quelle dei coperchi dei contatti sui padiglioni.
La scelta della vite, anziché delle solite baionette o forchette garantisce un accoppiamento perfetto ed impossibile da aprire accidentalmente, quindi una soluzione particolarmente efficace anche se non comodissima. Il cavo è terminato da un jack dorato da 3,5 mm con il relativo adattatore (sempre dorato) da 6,3 mm con innesto a vite per cui una volta serrato è impossibile che si stacchi dallo spinotto di sotto.
Veniamo alla cosa più importante, il suono. Avevo qualche perplessità avendo letto di alcuni recensori che avvertivano della necessità di equalizzare la cuffia che presenterebbe enfasi nel registro alto ed in quello basso. Altri che dicevano essere un po’ leggerine in basso o non particolarmente rifinite in alto. Non conoscendo i setup con i quali hanno potuto formulare queste loro affermazioni e non conoscendo il “grado di affinamento ed abitudine” del loro orecchio non ho modo di capire se si tratti di affermazioni dovute a peculiarità effettive della cuffia o semplicemente a valutazioni soggettive (come d’altro canto saranno le mie in materia). Gli ascolti li ho condotti collegando la cuffia all’uscita dedicata del mio ampli e confrontata con l’altra cuffia in mio possesso una AKG Q460 Quincy Jones. Data la diversità delle due cuffie non ne farò un confronto, semplicemente la AKG mi è servita come riferimento mnemonico per poter valutare più attentamente la Beyer. Come software ho utilizzato una serie di dichi e CD che conosco molto bene e che negli anni hanno sempre costituito il mio set per valutare le componenti degli impianti di alta fedeltà. Prima di entrare nel dettaglio, per gioco, ho provato anche la cuffia con il PC e con il cellulare e, devo dire, che sono riuscito con entrambi a raggiungere buoni livelli di pressione sonora. Sicuramente anche l’uscita cuffia dell’ampli (per quanto buona) non raggiunge la qualità che si potrebbe ottenere con un ampli dedicato e, magari, un domani ci farò un pensierino ad aggiungerlo al mio impianto viste le favorevolissime impressioni già avute così con la semplice uscita jack dell’ampli.
Lo stage sonoro è pressoché inesistente, o meglio sembra di trovarvisi immersi in mezzo anche se si tratta di uno stage alquanto compresso. Parto da questo, che potrebbe sembrare un neo, ma che forse invece è una caratteristica voluta per permettere di concentrarsi su aspetti più importanti, per il tipo di lavoro cui è destinata, quali la dinamica, il timbro dei singoli strumenti, la pasta musicale, i colori e via dicendo, io poi non sono un ingegnere del suono quindi perdonatemi se non uso i termini corretti ma spero comunque di riuscire a rendere l’idea.
L’estensione in frequenza supera di gran lunga le capacità attuali del mio orecchio ma la musica comunque non credo che esistano strumenti musicali che superino i 6000 hz per cui ancora abbondantemente nelle capacità mie. Ebbene la sensazione di naturalità è disarmante, non ho colto enfasi particolari in nessuna parte dello spettro, semplicemente c’è quello che ci deve essere per quanto è registrato. Gli aspetti che mi hanno immediatamente colpito di questa cuffia sono la velocità (sembrano delle elettrostatiche da questo punto di vista), la dinamica ed il controllo. Attacchi pressoché istantanei che evidenziano anche il minimo ritardo di uno o più musicisti, li per li, lasciano disorientati in quanto elementi non percepibili attraverso l’ascolto con i diffusori o con altre cuffie, così come le risonanze dei legnami sulla vibrazione di certe corde basse del pianoforte rendono fino in fondo di che razza di chirurgia riescano a fare queste cuffie. Sebbene chirurgiche il suono non risulta mai affaticante o stancante, al contrario risulta sempre godibile in ogni occasione a meno di cattive registrazioni, ma li semplicemente ripropongono ciò che è contenuto e non concedono sconti di sorta. La dinamica è davvero esagerata e le cuffie non si scompongono mai ne di fronte ai fortissimi orchestrali ne di fronte ai pianissimi, l’unico neo è che se si tiene il volume un po’ troppo alto si rischia veramente dolore ai timpani delle orecchie quando la pressione sonora sale repentinamente e di molto.
Gamma bassa granitica, molto ben frenata velocissima e possente quando tale, leggera quando poco presente di suo. Ascoltare i timpani, i fagotti e controfagotti, le tube ed i contrabbassi nell’arrangiamento di Ravel dei Quadri di un’esposizione di Musorgskij o le canne dell’organo dei Preludi e Fughe e delle Toccate e Fughe di Bach una cosa al limite dell’esperienza mistica. Sempre al limite del misticismo e con una bella dose di pelle d’oca gli interventi dell’organo nella Sinfonia n. 3 di Camille Saint-Saëns con il climax finale di potenza sconvolgente.
È vero manca lo spostamento d’aria tipico dei grandi sistemi di altoparlanti che lavorano su questa gamma ma la percezione psicologica è come quella di trovarsi in presenza di grandi monitor da studio. I transienti sono impressionanti per velocita, coerenza ed ariosità. Penso sia dovuto al fatto che essendo un solo trasduttore unico che copre l’intera gamma e mancando quindi i crossover vengano meno quelle incoerenze tipiche dei sistemi multi trasduttori dovuti ai diversi modi di vibrare dei coni, ma magari questo punto ce lo potrà chiarire meglio il buon Stefano che di queste cose ne mastica ben più di me.
Gamma media liquida ma mai troppo evidente. Tale gamma è dotata di una tavolozza cromatica particolarmente ricca e spesso risulta troppo presente (enfatizzata) rispetto alle altre sezioni. Qui non succede. Gli strumenti risultano correttamente presenti senza mai diventare invadenti, molto belli in particolare i timbri dei legni che assumono la giusta nasalità e gli “echi di caccia” dei corni francesi ed inglesi. Squillanti al punto giusto le trombe che evidenziano compiutamente il loro carattere metallico senza mai diventare acide. Viole vivide e dotate di riflessi bruniti particolarmente piacevoli all’ascolto. I violini sempre molto luminosi senza mai diventare soverchianti sugli altri strumenti. I flauti risultano molto taglienti alla necessità e dolci a seconda del modo di suonarli.
Gamma alta assolutamente coerente e contigua alla media, molto ben rifinita e trasparente con triangoli e campanelli dai tratti cristallini e molto luminosi. Gli ottavini lanciano rasoiate penetranti e, sebbene non ami minimamente questo strumento, ascoltato nel tessuto orchestrale assume un suo carattere peculiare ed utile, quasi piacevole anche per me.
In conclusione posso dire che mi sembri si tratti di una cuffia dal rapporto prezzo/prestazioni fori dal comune ma non un prodotto adatto a chi cerca un certo tipo di suono specifico. Anzi con tutta probabilità è una cuffia che diverse persone troveranno odiosa proprio per questo suo carattere di non alterare in alcun modo ciò che è stato registrato, di non aggiungere nulla ma al contempo di non togliere nulla. Io personalmente ne sono entusiasta.
spinotto.jpg
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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da stefano bartoli »

Francamente non saprei scrivere di meglio(Nel senso della analisi) tanto che questa recensione non sfigurerebbe su una rivista del settore.
Certamente non è una cuffia da ragazzini o per persone in cerca di "emozioni" anche se ottenute con artifici. Nacque metà anni 60 e nacque per dare in meglio ai musicisti che stavano registrando ed ai fonici in fase di pre mix. Praticamente tutti i giganti inglesi del pop l'hanno usata (Pink Floyd,U2 etc etc) Ma la cosa particolare, è il fatto che ancora oggi venga usata e che nessuna, ripeto, nessuna cuffia chiusa da pre mix, sia riuscita a scalzarla...Questa è l'opinione della maggior parte dei fonici.

Ci sono molte trombe nuove, artigianali o meno ma un professionista ti dirà sempre che comunque sia, se vuoi andare sul sicuro...beh prenditi una Shilke, magari non è detto sia la "tua" tromba ma di certo brutte sorprese non ne avrai.

Visto che sei a scandagliare, ti do un consiglio orrendo (orrendo perchè ti sto suggerendo di ascoltare musica liquida, non volermene) Testala con ad esempio: Danny boy nella versione live in Japan e in solitario di Jarrett e anche un po di Funky alla Stanley Clarke o lo storico Tutu di Miller/Miles, la cosa ti risulterà particolarmente piacevole. I dettagli che vengono fuori dalle prima battute di Danny boy, sono emozionanti, ad esempio. Ah, su You Tube intendo eh
Tra parentesi, proprio la Beyerdynamic ha in commercio l'ampli dedicato alle loro cuffie...

Grazie della bellissima e scientifica recensione.

PS: Ora esco, vo a comprare la terza DT150!!! (Scherzo, bambole, un c'è una lira)
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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da Zosimo »

Complimenti, la leggerò stasera con i poppy corny.
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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da Zosimo »

L'unico problema ( almeno per me) che hanno
queste cuffie, io ho le dt990 pro, sono che
l'estate l'orecchio si surriscalda dopo 10 minuti
anche con i condizionatori. Infatti ho risolto
Usandole solo nei mesi freddi, d'estate metto
le grado e ho risolto il problema.
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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da Marco Muttinelli »

Al momento mi sono volutamente limitato ai grandi gruppi orchestrali, che comunque di solito sono quelli che mettono più alla frusta i trasduttori, ma ci sono ancora mille aspetti da esplorare per capirne completamente il carattere. D'altronde in 5 ore miracoli non se ne fanno. Sicurmante ascolterò le voci, maschili, femminili, cori, cori polifonici etc, ma anche piccoli ensamble di jazz per non parlare poi dei vari filoni rock e, man mano, integrerò la recensione. Per quanto riguarda il difetto evidenziato da Zosimo è vero con il caldo le cuffie chiuse sono meno piacevoli di quelle aperte però le chiuse offrono il vantaggio non indifferente dell'isolamento e nel caso della DT150 il padiglione è molto ampio per cui l'orecchio comunqe respira, a differneza delle AKG che sono pure sopraurali, li si che col caldo si bestemmia assai.
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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da Marco Muttinelli »

Bene andiamo di rock, perché noi siamo tali nell'animo : WohoW : !
Che dire? sono tra il basito e l'allucinato. Ho dato fondo ai miei personali "mostri sacri" sul genere, giusto per citarne alcuni Queen, Led Zeppelin, Metallica, AC/DC, Grand Funk Raiload, Taste, ZZ Top, Alestorm, Genesis (primo periodo), Pink Floid (idem) senza dimenticare ovviamente i famosi come i rolling o gli scarafaggi ed il mitico elvissino. Nulla da dire queste bestiacce grige e nere tirano fuori tutto. Anzi sono veramente stupito non vengano usate in sede di post produzione perché tirano fuori tutte le magagne fatte in sede di mixaggio. Devo però fare una piccola premessa, l'uso di questi affari mi ha un po' sconvolto il normale ascolto al quale ero abituato. Risultano, a volte, persino fastidiose per questa loro peculiarità. Ma non è questa la premessa, è solo un piccolo sfogo umano, la realtà è che 'sti affari sono demenziali e fanno capire all'istante se si tratti di una registrazione dal vivo o mixata, giuro lo si percepisce al volo istantaneamente. Bene, se nel caso di registrazioni "live" come nel caso della classica (che pure ha le sue per mettere alla frusta i trasduttori) nel caso dei mixaggi qui si salta sulla sedia, si perchè il minimo errore in materia si sente. Chitarre (una unica) che da solo canale destro si materializza improvvisamente anche nel sinistro (forse per mantenere costante il bilaciamento stereo), effettistica (riverberi ed altro?) che ad inizio brano non sono presenti e poi entrano man mano conferendo al brano una pasta sonora completamente differente, rullanti e grancasse di batteria che magicamente si spostano di posizione e cambiano intensità sonora. Via ce n'é per tutti. D'improvviso rendersi conto che i miei amati Queen (e lo resteranno lo stesso ehehehe) fanno un uso di effettistica spropositato e smisurato sia sui suoni che sulle voci, non mi fanno altro che amare la grandezza loro e dei loro tecnici che hanno saputo esaltare le peculiarità incredibili loro. Si parlava di chirurgia, credo che mai parola sia stata più corretta. Sono bestie appollaiate sulla spalla, avvoltoi pronti a lacerare ogni idea precostituita e a strappare i singoli brandelli di edonismo Qui rimane solo trippa per chi ha stomaco e non si perde in chiacchere da bar. Verrebbe da dire solo per uomini veri (ed ovviamente si intende il genere al completo al di la del sesso : Wink : )! Stay tuned per altri generi semmai avrò ancora la forza di scrivere : Lol : : WallBash :
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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da stefano bartoli »

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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da Zosimo »

Una delle tante recensioni on line, magari
può ingolosire qualcun'altro

https://www.cuffie.pro/beyerdynamic/dt/ ... pecifiche/

per par condicio, metto anche la recensione delle mie:

https://www.cuffie.pro/beyerdynamic/dt/ ... pecifiche/
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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da stefano bartoli »

Grazie Zosimo. Conoscevo già queste recensioni, invecchiando divento sempre più scassaballe prima di acquistare. I motivi sono banali: con la roba ci devo lavorare ed i soldi sono sempre pochi, per questo da tempo non cerco più la perfezione (Che per mia esperienza non esiste) ma il prodotto adatto a ciò che devo fare e con Beyer ho trovato i giusti compromessi.
In realtà non esiste nessun prodotto, forse in tutti i settori merceologici, che riceva consensi al 100%, quando accade, ho imparato amie spese, che si trattava di recensioni pagate dal produttore o/e dall'importatore, e posso garantire che in hi fi e hi end è ahimè una costante...
Credo che quando si fa una selezione di oggetti come le cuffie, se si valutano ben tutti i paramtri di cui sempre parliamo, è difficile si prendano delle sole clamorose, ci si muove invece in un range di quattro cinque marchi /modelli nel quale c'è quel che fa per noi.

Cuffie come le Sony 7506 hanno fatto la storia negli studi e molti, ancora oggi le usano ma ci sono valanghe di recensioni che ne sottolineano i numerosi "limiti/difetti"
Le Yamaha MT8, altre cuffie strepitose ma anche queste con qualche difetto.
Le storiche Koss chiuse idem e pure le Grado ben riuscite, subiscono diverse recensioni non sempre esaltanti.
La serie 600 della Sennheiser, strepitosa ma anche li c'è qualche difetto (Il più doloroso è il prezzo...)


Eppure, anche solo i modelli sopra citati, sono ai vertici nel mondo di chi con questi strumenti ci lavora, ci sarà un perchè...

Direi in conclusione, così come non esiste la donna: sexy, fedele, suora, pervertita, senza inibizioni, cuoca eccezionale, madre esemplare, bionda ma anche rossa e talvolta bruna, magra ma formosa e via e via. Parimenti non esiste il "prodotto perfetto" in tutto.
La vita stessa, pian piano, con le buone o con le cattive, ci insegna che l'arte di vivere, è spesso, l'arte del compromesso.

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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da Marco Muttinelli »

L'avevo letta anche io e, ad essere sincero, pur fatta benissimo la mia esperienza con queste bestiacce differisce su alcuni punti in particolare la necessità di equalizzarle. Scrivevo nel mio primo post che non ho avuto nessuna sensazione in tal merito e che anzi le trovavo estremamente neutre. Per sfizio ho provato ad equalizzarle sia con equalizzatore tradizionale che con equalizzatore digitale e posso dire che confermo quanto ho avuto modo di scrivere. Equalizzando, per me, vengono meno completamente le qualità precipue di questa cuffia che è quella di restituire brutalmente ciò che è inciso sul disco. Certo equalizzandole possono sembrare più ruffiane e piacevoli ma le preferisco così nude e crude(li). Ovvio che ogni orecchio ha una propria soggettività nell'ascolto, sia per quanto riguarda il gusto personale che per la sensibilità effettiva alle diverse frequanze che cambia da soggetto a soggetto, quindi penso che dal suo punto di vista il recensore stia assolutamente dicendo la verità. Ad ogni modo ciascuno che le abbia può tranquillamente provarle senza e con equalizzazione per trovare il proprio paradiso : Wink :
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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da stefano bartoli »

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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da Andrea »

Carissimi tutti, buon pomeriggio, ci sono cascato e lunedì mi arriva la cuffia. Quando si invecchia si torna un pò bambini e con un amico, conosciuto alla scuola di musica, a ottobre abbiamo deciso di mettere su un complessino (voce io, chitarra lui, basso e batteria. Un pò di swing e un pò di pop italiano), fino ad adesso abbiamo provato qualche volta solo lui ed io e stilato l'elenco delle canzoni; abbiamo anche già trovato i due baldi giovani al basso e alla batteria..... con la cuffia mi sono messo avanti con i lavori.
Ho anche una domanda, se la volessi utilizzare sull'impianto per ascoltare musica dovrei utilizzare un pre per cuffia? qualche suggerimento?
Il mio impianto: integrato valvolare Ikarus gemini (2 finali monofonici 1 / 5U4 -1/ 6X5 -1 / 717A - 2/ 307A potenza 9 W risposta 15 / 65 KHTZ
2 con due ingressi dove collego giradischi e cd, casse keef sp1004)
grazie in anticipo, buon fine settimana
Andrea
stefano bartoli
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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da stefano bartoli »

Ciao Andrea, non conosco l'integrato Ikarus per cui sono andato a sbirciare in rete...Mi par di non vedere alcuna uscita cuffia, se così fosse, temo sia indispensabile un ampli cuffie che dipendentemente da esigenze e soprattutto portafogli, va da poche decine di euro a qualche migliaio...

PS: Per i maniaci dell'interfacciamento perfetto, anche la Beyer commercializza un ampli dedicato alle loro cuffie.

https://europe.beyerdynamic.com/a-2.html
Andrea
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Re: Recensione cuffia Beyerdynamic DT 150 / 250 ohm

Messaggio da Andrea »

Grazie Stefano, temevo fosse così. Per ora ascolto dalle casse. Grazie anche a Marco.
Andrea
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