Sul rilaccare o lasciare la laccatura originale

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Marco Muttinelli
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Sul rilaccare o lasciare la laccatura originale

Messaggio da Marco Muttinelli »

https://cderksen.home.xs4all.nl/ConnArticle31.html

Sul rilaccare o lasciare la laccatura originale

Introduzione
Domande e dubbi riguardo alla laccatura tornano a saltare fuori regolarmente. Che tipo di lacche usava Conn? Cos'è esattamente la laccatura "Lustre-Conn", davvero? Per finire, ma non meno importante: Si dovrebbe o meno rilaccare uno strummento Conn vintage o un qualunque altro strumento vintage in ottone? Di recente (ottobre / novembre 2005), sul Forum “Trumpet Herald” ci sono state alcune interessanti discussioni in merito a queste tematiche. Ciò che segue è per la maggior parte ricavato dai messaggi di quelle discussioni (un ringraziamento speciale a Rusty Russell).

Tipi di laccature
Le lacche moderne, ovvero la maggior parte delle laccature dalla fine degli anni '80, sono di tre tipi: epossidiche, acriliche o poliuretaniche (quest'ultime due che siano la stessa cosa?). Prima della fine degli anni '80, la maggior parte della lacca era di nitrocellulosa. Alla fine degli anni '80 la nitrocellulosa è stata dichiarata illegale e quindi sono state sviluppate le lacche epossidiche, acriliche e poliuretaniche.

Resa acustica dei diversi tipi di laccature
Rusty Russell: "C'è un'enorme differenza nel modo in cui queste finiture suonano, si sentono e invecchiano. Nel settore delle chitarre, la sostituzione della lacca nitrocellulosa originale con una finitura più moderna solitamente riduce della metà il valore di uno strumento vintage, in gran parte a causa della perdita di resa musicale dello strumento. Sebbene non sia altrettanto determinante con gli ottoni, è comunque un elemento a cui prestare la massima attenzione.

Ogni qual volta si ricopre una superficie con un liquido che essiccando indurisce, le proprietà risonanti della superficie sottostante ne vengono influenzate. La nitrocellulosa ha alcune proprietà che rendono positivi tali effetti; può essere applicata in strati molto sottili e, invecchiando, diventa più fragile, più cristallina, una sorta  di collasso su sé stessa. Un chimico potrebbe darci informazioni tecniche su questo comportamento, ad ogni modo la nitrocellulosa "respira" in un certo senso dopo alcuni anni, e la maggioranza delle persone ritiene abbia un effetto molto limitato sulla superficie sottostante (in termini di risonanza). Un pezzo di legno rivestito con una mano sottile e a regola d'arte di nitrocellulosa continuerà ad espandersi e a contrarsi a seconda dell'aumento o diminuzione dell'umidità. Rivestimenti come il poliuretano, al contrario, sono come il guscio di una caramella dura. La superficie sottostante viene sigillata ermeticamente, il materiale non respira affatto. Il poliuretano mantiene anche il suo indurimento originale. Asciuga forte, rimane duro; asciugato "gommoso", rimane tale. La mia prima esperienza con questo tipo di lacca è stata come chitarrista e riparatore. Ho rimosso la nitrocellulosa dal corpo di una Telecaster dal suono accattivante e l'ho rivestito con la lacca poliuretanica più recente e migliore del mercato  (stando al produttore che ne vanta la sua durabilità) e la chitarra suonava in modo orribile una volta rimontata. Ho cercato in giro il motivo di ciò e qualcuno mi ha dato le dritte sul discorso della nitrocellulosa, per cui ho rimosso il poliuretano, trovato un fornitore di nitro e rilaccato lo strumento. Suonava in modo sensazionale.

Senza dubbio in giro ci sono persone a cui piace veramente come suona una laccatura moderna e più dura. La mia esperienza con gli ottoni è che questi spray attenuano le risonanze nellele parti più basse e più alte dello spettro. Per me questo suona sordo. Ho rimosso la laccatura di una Bach Stradivarius (poliuretano) della fine degli anni '90 e l'ho nuovamente laccata con della nitrocellulosa lecita. La differenza ha sconvolto chiunque.
Robert Rowe afferma che "dichiarare che la lacca alla nitro-cellulosa sia "illecita" o "illegale" non è corretto. La lacca alla nitro-cellulosa può ancora essere acquistata legalmente. Il trattamento e la cessione di tale materiale è regolata dall'EPA (agenzia di Protezione ambientale) e dall'OSHA (Office for Safety and Hazards Administration) (Ufficio per la sicurezza ed Amministrazione dei rischi n.d.t.).

Lustre-Conn
Allora, cos'è la Lustre-Conn? Conn ha iniziato a utilizzare, o perlomeno a pubblicizzare, Luster-Conn nel 1957, quindi è lecito ritenere che la maggior parte degli strumenti in ottone Conn prodotti dal 1957 in poi abbiano una finitura Lustre-Conn. È molto resistente all'usura ed ai distacchi. Personalmente ho suonato una Conn 15B Director del 1964 per quasi 25 anni e non c'è nemmeno un accenno di usura nei punti in cui tengo lo strumento. Sappiamo che è una lacca alla nitro-cellulosa (il che è un bene basandoci su quanto sopra), ma, a parte questo non sappiamo esattamente come sia. Per quanto se ne sappia, nessuno è stato in grado di replicare la Lustre-Conn; è un '"arte perduta". Gli strumenti Conn pre-1957 sono anch'essi laccati con vernici nitrocellulose. Se, e in tal caso, in che misura, fossero diverse dalla Lustre-Conn, non lo so. Ho il sospetto che lo fossero, poiché la lacca sugli strumenti Conn pre-1957 tende a "brunirsi": scurisce con l'esposizione alla luce ultravioletta (il sole). Ciò non influisce affatto sulla qualità della vernice, per quanto ne so, ma solo sul suo colore.

Rilaccare?
Ogni persona ha un proprio limite di accettazione dell'usura o scolorimento della laccatura. Rilaccare uno strumento lo farà sembrare "come nuovo", anche se è dimostrato essere estremamente difficile o addirittura impossibile replicare la tonalità della lacca Conn originale, che sia la Lustre-Conn o la vernice pre-1957 (per inciso: la tonalità di la lacca è uno dei modi per dire se una Conn sia stata rilaccato. Particolarmente facile da dire per gli strumenti con una campana Coprion). In merito al valore monetario di uno strumento, e parlando rigorosamente a titolo personale, evito strumenti rilaccati preferendo quelli con laccatura originale. Sì, preferibilmente lacca originale in discrete condizioni. Avendo la scelta tra due strumenti identici, uno ben rilaccato, l'altro con una lacca originale così così, sceglierei quello con la lacca originale. Valore monetario: secondo me la rilaccatura di uno strumento rispetto ad uno con lacca originale fa diminuire il suo valore da un terzo a metà, persino di uno con una laccatura originale così e così. La questione della "sonorità" è stata ovviamente ampiamente affrontata sopra. Un altro pericolo su cui vorrei poneste attenzione con la rilaccatura è che il processo prevede anche la lucidatura dello strumento. Se ciò non viene eseguita con cura, le incisioni originali diverranno più sbiadite o addirittura andranno completamente perse a causa dell'assottigliamento del metallo dato dalla lucidatura. Questo assottigliamento del metallo potrebbe, ovviamente, influire anch'esso sul suono. Alla fine, ad ogni modo, la scelta spetta al proprietario dello strumento.


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22B New York Symphony 1940; 12B Coprion Special 1940; 8B Artist 1965; 6B Victor 1968
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Perfected Wonder e Perfected ConnQueror 1907; 82A Victor 1925; 38A Victor Special 1937; 38A Connstellation 1968


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serie Improved Precision: 4 e 5 (tp); 3 e 4 (cn)
serie Connstellation: 5 B-N, 5 B-W, 7 B-N, 9 B-W (tp)
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Re: Sul rilaccare o lasciare la laccatura originale

Messaggio da stefano bartoli »

La pubblicazione è interessante in generale.
Ho un amico noto liutaio toscano, una delle discussioni più accese tra le varie scuole, citiamo quella veneta e quella toscana ad esempio, è sui segreti delle varie miscele per la lacca da depositare sullo strumento. Ci sono antiche e segrete ricette di Stradivari e Guarneri su questo argomento e ci sono nuovi liutai che tentano nuove miscele.
Chi sa chi ha ragione, forse tutti, forse nessuno per quanto è interpretabile certo tipo di questioni. Ma qui si parla di legno e di strumenti spesso "leggeri" come un violino.
Penso che anche nell'ottone la questione sia abbastanza interessante, d'altra parte una porzione di suono prodotta da un ottone, viene anche dalle sue caratteristiche meccaniche, dal suo "modo" di vibrare, risuonare. Ma penso, meno, rispetto ad uno strumento a corda, qualsiasi esso sia. Ovvio, poichè lo strumento a corda muove dalla vibrazione meccanica di un corpo (la corda) mentre l'ottone muove da un transito di vibrazione ed in buona parte dalla "qualità" dell'aria che questa piccola vibrazione deve  trasportare.
Credo che dai primi del 900 fino agli anni 60 circa e mi riferisco alle trombe vintage di pregio, non si curassero molto del tipo di lacca se non per fini estetici e di durata di questa nel tempo. Nel frattempo, sia la qualità, sia la posa delle lacche sugli ottoni hanno fatto grandi passi avanti, vedasi la verniciatura elettrostatica.
La discussione è foriera di molti pro e contro, immagino. Penso anche che qualsiasi sia la lacca usata, la cosa migliore sia toglierla, se parliamo esclusivamente di suono, sugli ottoni.
Anche nei piatti per batteria, la qualità della lacca che qualche azienda vi depone.è sempre preferibile non usarla tout court, il piatto si ossida ma certo la sua vibrazione è più libera, è un fatto ed è un fatto che la laccatura dei piatti viene usata prevalentemente su prodotti entry level di certe aziende. Forse il dilettante hobbysta cerca il piatto che sbrillucica, mentre il batterista più "evoluto" cerca esclusivamente il suono e dell'estetica se ne fotte...forse.

Se parliamo di valore del vintage intonso, con laccatura originale dell'epoca, beh, questo è un'altro discorso.
E' anche un fatto che i migliori sax vintage hanno perso completamente la laccatura lasciando l'ottone a nudo, sudicio, ossidato e credo non esista saxofonista sul pianeta che pensi di farvela ridepositare...
Questa la mia personale e forse poco professionale opinione.
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Marco Muttinelli
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Re: Sul rilaccare o lasciare la laccatura originale

Messaggio da Marco Muttinelli »

Aggiungo una esperienza abbastanza recente,
ho avuto modo di provare una 38B ed una 8B rilaccate molto di recente con lacca sintetica (credo che il lavoro sia stato fatto in germania almeno da quanto mi è stato riferito) e posso confermare che rispetto alle mie entrambe suonavano nasali e prive di armonici.
A di la della voce, che è comunque l'aspetto più importante, anche esteticamente sono rimasto molto perplesso, infatti le parti in ottone erano di un giallino pallido e freddo con evidenti riflessi verdognoli  anzichè il bel dorato biondo e caldo tipico di Conn. Ho visto recenti interventi di laccatura dove hanno usato lacche tinte ma in questo modo, come si dice in veronese: pezo el tacon del buso!, le parti in ottone vengono bene con un bel biondo molto simile all'originale, ma le parti nichelate risultano una solenne porcheria dato che virano verso un giallino improponibile.
Non conoscendo l'argomento sarebbe interessante capire se e come sia possibile eventualmente laccare le parti separatamente con lacche differenti ma ho il sospetto che el tacon del tacon sia pezo del tacon del buso.....
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Re: Sul rilaccare o lasciare la laccatura originale

Messaggio da stefano bartoli »

Come sai, la laccatura beneficia oggi, nelle aziende che se lo possono permettere, della tecnologia elettro statica. Il che garantisce senza dubbio una maggiore uniformità dello spessore (Ed un minor spreco di vernici per l'azienda...) Questo però non basta,è anche una questione del tipo e della "qualità" del poliestere depositato che può fare la differenza in bene o in male.
Su questo vanno anche ad incidere una serie di normative e restrizioni relative all'inquinamento, che da qualche anno hanno bandito dal mercato diversi additivi e prodotti chimici in vari settori, incluso il galvanico.
Penso quindi che oggi sia impensabile ottenere, nel bene o nel male, le stesse laccature di decenni or sono, quando chiunque faceva i propri comodi e scaricava cromo, acidi esausti e roba varia spesso direttamente nel tombino.
Per questo, personalmente, se avessi una tromba con la laccatura originale (fatta decenni fa) rovinata, la lascerei esattamente com'è o al limite finirei di toglierla, ben sapendo che anche questa operazione ha "conseguenze" sonico/timbriche ma certamente non tenterei la via di una nuova laccatura.
I sassofonisti che hanno strumenti di 50/60 o anche 80 anni, non li toccano, anche se sono oramai esteticamente orrendi e ossidati ed un motivo c'è, ed è relativo al suono come sappiamo.Non è lo stesso esatto argomento degli ottoni ma cmq può in parte chiarire le cose...e farci riflettere che tra i fiati, siamo gli unici che non hanno mai pace, a partire dalle imboccature e via via tutto il resto...
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Re: Sul rilaccare o lasciare la laccatura originale

Messaggio da gbc »

Ciao a tutti,
mi permetto qualche considerazione su quanto scritto sollevato da MaMut.
Hai centrato esattamente con il tuo detto in veronese (el tacon del tacon sia pezo del tacon del buso.....) l'essenza della questione.
Le operazioni di laccatura vengono effettuate a tromba "nuda" (senza tutte le pompe e i pistoni inseriti) ma già completamente montata nelle sue parti. Faccio un esempio: uno dei punti dove più frequentemente si deteriora la laccatura è la zona della connessione tra camera e pompa del terzo pistone (ovvio tutti prendiamo la pompa tenedola proprio in quel punto). Se dovrò quindi andare a rilaccare solo la camera del terzo pistone, significa che devo: o smontare la tromba o isolare tutte le parti che non devono essere laccate una seconda volta. ..penso che la risposta venga da sè: operazione assolutamente sconveniente e costosa.
Ciao. GBC
Non conoscendo l'argomento sarebbe interessante capire se e come sia possibile eventualmente laccare le parti separatamente con lacche differenti ma ho il sospetto che el tacon del tacon sia pezo del tacon del buso.....
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Re: Sul rilaccare o lasciare la laccatura originale

Messaggio da Marco Muttinelli »

AVVERTENZA: questo post va integrato con quanto presente nel topic viewtopic.php?f=51&t=1197 essendo i due inerenti alla stessa tematica.

Poi trovi quella frase che fa riconsiderare leggermente la questione:
Tratto da C.G. Conn A New Era in Band Instrument Making, 1940, pag. 47 (catalogo generale degli strumenti di C.G Conn del 1940) (la sottolineatura è mia aggiunta n.d.r.)

"Lacquering"
The material used in our lacquer finishes are the best obtainable. However, like all lacquer finishes it is not permanent, as indicated by the following statement issued by the National Association of Band Instrument Manufacturers: "Lacquer is only a temporary finish and should be sold as such".
The following prices are for either clear or gold lacquer.
If instrument is in need of cleaning, add the charge shown at right.

Cornet or Trumpet..........$ 3.00

"Cleaning, Adjusting Cup-Mouthpiece Instruments"
Instruments are torn down, thoroughly cleaned, sterilized and polished; supplied with new springs, felts and corks,
and valves and slides adjusted; carefully reassembled, recleaned and thoroughly tested and inspected.
Removal of dents, soldering or replacing worn parts, and other repairs are additional.

Cornet or Trumpet..........$ 4.50 (Brass) $ 4.00 (Other Finishes)


Ciò, pur non cambiando sostanzialmente i termini della questione indica chiarissimamente che fino a qualche anno fa era normalissimo ricorrere alla rilaccatura dello strumento e che, probabilmente, la gran parte dei vintage più vecchi è effettivamente rilaccata anche quando sembri trattarsi di lacca originale.

In questo senso viene anche meno l'ansia da laccatura originale ehehehehe di cui sono stato vittima anche io, a condizione che la rilaccatura sia stata effettuata a regola d'arte con lacche d'epoca, anche se, inevitabilmente, per il futuro bisognerà capire come rilaccare gli strumenti ancora dotati di lacche nitrocellulose qundo questi dovessero richiedere tale genere di attività, forse qualche produttore magari si porrà il problema di trovare il giusto compromesso tra durabilità della lacca e "retrocompatibilità" (mi si perdoni il linguaggio informatico ma rende eheheheh) con gli strumenti vecchia scuola...
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